La Svizzera progetta la chiusura dei wi-fi liberi. La registrazione diventerà obbligatoria

La Svizzera progetta la chiusura dei wi-fi liberiLa Confederazione vuole poter identificare gli utenti online. Gli hotspot pubblici saranno disponibili soltanto con registrazione

Oggi come oggi per molte persone il wi-fi è più importante del sesso, rivela uno studio. In Svizzera, però, l’utilizzo di queste reti in bar e luoghi pubblici è a rischio: la Legge federale sulla sorveglianza della corrispondenza postale e del traffico delle telecomunicazioni che entrerà in vigore l’anno prossimo potrebbe infatti renderle fuori norma, scrive la Basler Zeitung.

L’obiettivo delle nuove disposizioni è di permettere agli inquirenti di rendere la vita difficile ai criminali che tentano di comunicare fra loro in maniera criptata su internet. Un’ordinanza della Confederazione prevede in particolare che gli operatori di telefonia mobile come Swisscom, Salt o Sunrise identifichino ogni cliente archiviando una «copia ben leggibile del suo documento». Queste aziende, inoltre, dovranno conservare altri dati, come l’indirizzo, il metodo di pagamento e persino il codice Iban dei clienti. Gli investigatori possono così, alla bisogna, sapere chi, quando e dove si trova su internet.

«La fine dei wi-fi liberi» - Per il gestore di un bar che offre ai propri clienti il wi-fi sarebbe certo impossibile osservare tutte queste disposizioni, commenta Martin Steiger, avvocato specializzato in IT e membro dell’associazione Società digitale.

«Immaginatevi se ogni cliente dovesse fornire una copia del proprio passaporto per usare il wi-fi in un ristorante: sarebbe un’intrusione nella sfera privata delle persone difficilmente praticabile» spiega. Nel settore, conclude, il libero accesso a internet è un punto importante.

Anche il consigliere nazionale dei verdi Balthasar Glättli è preoccupato: «Se l’ordinanza fosse applicata così come il Consiglio federale l’ha presentata, temo che assisteremmo alla fine delle reti wi-fi libere». Del resto, non è esaltante che gli inquirenti possano ottenere in maniera automatica i dati delle persone, aggiunge.

Registrazione tramite SMS possibile - Nils Güggi, incaricato dell’informazione per il Servizio di sorveglianza della corrispondenza postale e del traffico delle comunicazioni (SCPT), difende le nuove disposizioni: permettono di sorvegliare i criminali e di identificare le persone che stanno dietro agli indirizzi IP. «Ciò presuppone effettivamente un impegno aggiuntivo per la registrazione» spiega. Ma aggiunge, che già oggi i fornitori più grandi prevedono una registrazione degli utenti. Per i clienti FFS è per esempio prevista un’iscrizione via SMS per l’utilizzo del wi-fi gratuito nelle stazioni ferroviarie. «Per il futuro si può pensare a un modello di questo tipo obbligatorio» dice Güggi.

Un’eccezione per le piccole attività? - Se qualcuno utilizza la rete wi-fi per compiere atti illegali, sarebbe dunque possibile identificare il numero di cellulare dell’utente. Un’informazione che permetterebbe quindi di ottenere ulteriori dati personali presso i fornitori di telefonia.

Güggi afferma che per i singoli casi bisogna ancora determinare come saranno applicate le regole. È probabile che per i piccoli bar che offrono il wi-fi libero varranno, per esempio, delle eccezioni. Fino alla fine di giugno il documento è in consultazione, pertanto le parti interessate possono ancora inoltrare le proprie osservazioni.

Ci si attende una posizione molto critica da parte delle aziende di telecomunicazione. Secondo una fonte interna, da noi contattata, le nuove disposizioni porterebbero a un importante aumento del lavoro, che «non sarebbe quasi gestibile». Infatti, gli operatori dovrebbero mettere a disposizione della Confederazione non soltanto la fotocopia dei documenti d’identità e dati personali ma anche altre informazioni.

Autore: jbu/red / Fonte: tio.ch

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