Ognuno di noi ha una radice profonda ed interiore


Ognuno di noi ha una radice profonda ed interiore

Ognuno persona ha una radice, la sua radice, quella profonda ed interiore che nonostante tutto si porta a presso nella vita tra una e mille vicende

Radice: root, punto iniziale di un file system, declinazione, soluzione, parte invisibile, chackra. Il chackra della radice, il primo, quello capace di governare i nostri impulsi, i nostri istinti. Radicato nel corpo, quasi prossimo alla terra, secondo gli esperti rappresenta la famiglia.

Ognuno di noi ha una radice, la sua radice, quella profonda ed interiore che nonostante tutto si porta a presso nella vita tra una e mille vicende.

È la vita contemporanea, è questo “mondo grande e terribile” che trasforma le radici, quelle vere e forti, in virtuali, algoritmiche e quasi inesistenti.

Donne, uomini e bambini, in fuga dalle guerre, alla ricerca di un presente migliore e di un futuro degno di essere sognato attraversano deserti, langhe desolate, fiumi, mari e borders privandosi delle proprie radici nella speranza di vivere in un mondo migliore, non consapevoli di quello che qui, in questa civile Europa gli attende.

Uomini e donne senza radici si preparano ad affrontare il presente e nel frattempo, come già scriveva Antonio Gramsci “Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri”. Mostri che nascono grazie al triste contributo di chi quotidianamente genera fake news, notizie false, bufale e messaggi virali, mostri senza coscienza e dignità civile, soggetti sprezzanti della democrazia e della civiltà umana. Razzismo e coscienza non civile sono unite da un sottile filo rosso, lo stesso filo rosso che permette agli abitanti del web di passare il tempo a commentare fatti inesistenti o che, come una antica gabbia, rende tutti gladiatori.

Alla radice dell’insofferenza verso l’altro c’è la paura, il terrore del diverso, nessun essere umano nasce disprezzando il prossimo ma come nel corso della vita si impara ad amare, purtroppo si impara ad odiare infatti come diceva Nelson Mandela “Nessuno nasce odiando qualcun altro per il colore della pelle, il suo ambiente sociale o la sua religione.

Le persone odiano perché hanno imparato a odiare, e se possono imparare a odiare possono anche imparare ad amare, perché l’amore arriva in modo più naturale nel cuore umano che il suo opposto”. È imparare ad amare, imparare a vivere con il sorriso e con la positività che restituisce all’uomo quelle radici forti e profonde di quella famiglia che, se non c’è, si può trovare altrove.

Perché ci fa paura il diverso? La domanda non è mai di facile risposta, si può persino sbagliare a rispondere, da sempre l’essere umano teme l’ignoto ed oggi come un tempo, il diverso è quel qualcosa di sconosciuto. A pochi interessa che quelli uomini e quelle donne siano senza radici e che per cercare un luogo dove ricostruire la vita siano stati picchiati, violentati e lasciati a morir di sete per giorni e giorni.

Autrice: Eleonora Casula / Fonte: radice.ce.it - (Il blog che ospitava questo articolo ha cessato la sua attività)

Descrizione foto: Dipinto antico. - Credit: Redazione.