Operazioni belliche

Conflitti internazionali: il 2013 è un anno da dimenticare

ConflittiNon solo Siria, Nigeria, Afghanistan, Egitto e Messico. Molte sono anche le guerre “dimenticate” secondo l’istituto di Heidelberg per l’indagine sui conflitti internazionali. Dal Centrafrica fino all’Iraq

Pubblichiamo il commento dell’Osservatore Romano relativo al Conflict Barometer 2013 redatto come ogni anno dall’Heidelberger Institut für Internationale Konfliktforschung e diffuso martedì 25 febbraio.

Il 2013 è stato, insieme al 2011, l’anno che ha fatto registrare più guerre dopo la seconda guerra mondiale. È questo il dato che emerge dal “Barometro” diffuso ieri dall’istituto di Heidelberg per l’indagine sui conflitti internazionali. L’anno scorso ci sono state venti guerre, due in più rispetto al 2012, e più conflitti armati. Alle guerre in Afghanistan, Iraq, Siria e Pakistan (gli scontri nelle regioni tribali) si sono tra le altre aggiunte quelle in Mali e nella Repubblica Centroafricana.

Per gli esperti dell’istituto tedesco, inoltre, gli scontri tra le forze del nuovo Governo egiziano e i Fratelli musulmani hanno raggiunto in taluni casi le caratteristiche di una guerra.

Nel suo rapporto annuale, l’istituto ha contato l’anno scorso 414 conflitti in tutto il mondo, nove in più rispetto all’anno precedente.

Riflessioni sul massacro dell'Aurora

James HolmesA poche ore dal tragico massacro avvenuto al cinema Aurora, durante la premier del nuovo film “Batman: The Dark Knight Rises”, i soliti opportunisti politici hanno sfruttato l’incidente per spingere l’acceleratore riguardo il controllo delle armi. Il sindaco di New York Michael Bloomberg ha fatto richiesta sia a Mitt Romney che a Barack Obama “di informare i cittadini su cosa hanno intenzione di fare rispetto a queste stragi di massa”.

Esattamente come previsto nel nostro precedente articolo, la sinistra non ha perso tempo a sfruttare le azioni di un pazzo solitario per portare avanti l’agenda politica, con Bloomberg che invita i due candidati presidenziali ad adottare misure restrittive riguardo i diritti sulle armi da fuoco.

Era prevedibile che un pupazzo come Bloomberg avrebbe sfruttato una tragedia del genere per colpire il diritto all’autodifesa.

Romney o Obama, piuttosto, dovrebbero avere il potere per invertire una cultura hollywoodiana basata sulla violenza, che viene costantemente assimilata dai giovani.

“Voglio dire… al giorno d’oggi ci sono un sacco di omicidi provocati da armi da fuoco”, afferma Bloomberg. “A ciò deve essere posto un limite. Invece, queste due persone, il Presidente [Barack] Obama e il governatore [Mitt] Romney parlano di imprese su larga scala, come rendere il mondo un posto migliore. OK. Diteci come. E questo è un problema. Non importa come la pensiate sul Secondo Emendamento, sulle armi da fuoco, abbiamo il diritto di sentire da entrambi, concretamente, non solo in termini generali, nel particolare, quali provvedimenti prenderanno rispetto alle armi “Bloomberg WOR News Talk Radio 710.

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