Salute

Le prime esperienze con la mamma sono peculiari per la qualità della vita adulta del figlio

Bimbo con la mammaL’esperienza infantile con la mamma pesa più di quanto si possa credere e influenza il nostro comportamento e il modo di condurre le relazioni di coppia, con gli amici e i parenti… nel bene o nel male

Le nostre relazioni sono soddisfacenti?

Oppure sono un disastro? In un caso o nell’altro è merito o colpa di mamma. Già!

Secondo un nuovo studio a cura dell’Università del Minnesota (Usa), la maggiore o minore capacità di amare, avere fiducia o risolvere i conflitti nelle relazioni – che sia di coppia, con gli amici o i parenti – dipende dalle esperienze vissute con la mamma nei primi mesi di vita.

«Le tue esperienze interpersonali con tua madre durante i primi 12 a 18 mesi di vita, predicono il tuo comportamento nelle relazioni romantiche 20 anni dopo», afferma il dottor Jeffry A Simpson, che ha condotto lo studio insieme ai colleghi W Andrew Collins e Jessica E Salvatore dell’Università del Minnesota.

Secondo i ricercatori sono proprio i primi mesi i più importanti, quelli che forgiano il futuro comportamento nelle relazioni interpersonali e sociali. E questa influenza avviene prima che il bambino sappia discernere. «Prima di poter ricordare, prima di avere le parole per descriverli, e in modi che non si conoscono, gli atteggiamenti impliciti vengono codificati nel mente» aggiunge Simpson.

Cibarsi di pomodori riduce il rischio di contrarre malattie cardiovascolari e tumori

PomodoriIn questi ultimi anni il pomodoro ha guadagnato lo status di ‘cibo funzionale’, vista l’associazione sempre più frequente stabilita tra il suo consumo e il ridotto rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari e tumori.

I pomodori coltivati biologicamente, in particolare, instaurano insieme ai loro microfunghi una benefica associazione radicale permanente, paragonabile dal punto di vista funzionale al nostro microbioma intestinale. Lo afferma uno studio condotto da biologi, microbiologi e medici dell’Istituto di biologia e biotecnologia agraria del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibba-Cnr) e dell’Università di Pisa, pubblicato sul ‘British Journal of Nutrition’ della Cambridge University Press.

“I frutti di pomodoro sono una riserva naturale di molecole come acido ascorbico, vitamina E, flavonoidi, composti fenolici e carotenoidi, tra cui il licopene che, oltre a esercitare una forte attività antiossidante, può modulare le vie metaboliche ormonali e del sistema immunitario”, conferma Manuela Giovannetti dell’Università di Pisa, che ha coordinato il lavoro.

“Il valore nutrizionale e nutraceutico del pomodoro però è molto influenzato dalle condizioni di coltivazione, in quanto il contenuto di fitochimici può aumentare se la pianta cresce unitamente ai suoi simbionti naturali: microfunghi benefici che vivono nelle radici, assorbono nutrienti dal suolo e li trasportano alle cellule vegetali, appartenenti al gruppo dei Glomeromycota”.

“La simbiosi micorrizica influenza positivamente la crescita e il contenuto in sostanze minerali delle piante di pomodoro e ne aumenta il valore nutrizionale e nutraceutico”, aggiunge Cristiana Sbrana dell’Ibba-Cnr.

I bambini non dovrebbero consumare bevande industriali dolci

Bevande industriali dolciI bambini che bevono bibite dolci come aranciate, succhi di frutta e cola, avranno più probabilità di soffrire di pressione alta e malattie cardiache in età adulta.

Lo rivela una ricerca condotta dall'Istituto di ricerca medica dell'Università di Sydney su 2000 bambini di 12 anni. Secondo lo studio, i piccoli che consumano una o più bevande analcoliche dolcificate al giorno hanno arterie più sottili dietro gli occhi, nella retina, e quindi, un rischio maggiore di avere pressione alta, infarti e malattie cardiache in età adulta.

Lo studio, coordinato da Bamini Gopinath e reso noto anche sull'American Journal of Clinical Nutrition, è il primo ad evidenziare che le bevande dolci e i carboidrati consumati nell'età infantile influiscono pesantemente sui vasi sanguigni retinali, rendendoli più sottili. Ma i danni non si vedono sulla vista, bensì su cuore! La presenza di questo fattore di rischio nei bambini sostiene ancora una volta la necessità di insegnare loro sane abitudini alimentari, tra cui un minore consumo di cibi ad alto indice glicemico e bevande analcoliche.

"E' un'ulteriore prova che le bevande gassate non fanno bene ai bambini – ha detto Gopinath - Altri studi in materia potranno costruire una forte base di evidenze, che si spera porteranno a cambiamenti di politica e di pratica, nel modo in cui cibi e prodotti vengono promossi o pubblicizzati ai bambini".

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