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- Posted By: Capuano Edoardo
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Un nuovo studio ha identificato 60 metaboliti circolanti associati all’alcol, che sembrano produrre effetti contrastanti sul rischio di malattie cardiache
Ricerche passate hanno indicato che il consumo moderato di alcol può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari (cardiovascular disease - CVD). Studi più recenti (1) suggeriscono che bere a livelli moderati può essere pericoloso per la salute del cuore. Una nuova analisi condotta dalla Boston University School of Public Health (BUSPH) e dalla Friedman School of Nutrition Science and Policy della Tufts University ora fornisce nuove informazioni su questa complessa relazione tra consumo di alcol e progressione delle malattie cardiovascolari.
Pubblicato sulla rivista BMC Medicine (2), lo studio ha rilevato che il consumo di alcol può avere effetti contrastanti sul rischio di malattie cardiovascolari, a seconda della presenza biologica di alcuni metaboliti circolanti, ovvero molecole prodotte durante o dopo la metabolizzazione di una sostanza e studiate come biomarcatori di molte malattie.
I ricercatori hanno osservato un totale di 60 metaboliti correlati al consumo di alcol, identificando sette metaboliti circolanti che collegano il consumo moderato di alcol a lungo termine con un aumento del rischio di malattie cardiovascolari e tre metaboliti circolanti che collegano questo stesso modello di consumo con un rischio inferiore di malattie cardiovascolari.
I risultati forniscono una migliore comprensione del percorso molecolare del consumo di alcol a lungo termine ed evidenziano la necessità e la direzione di ulteriori ricerche su questi metaboliti per informare la prevenzione e il trattamento mirati delle malattie cardiovascolari correlate all’alcol.
La dottoressa Chunyu Liu, PhD, (3) professoressa assistente di biostatistica presso BUSPH e co-corrispondente/co-autore senior dello studio insieme al dottor Jiantao Ma, N14, (4) professore assistente nella Divisione di Epidemiologia della Nutrizione e Data Science presso la Friedman School, spiega: «I risultati dello studio dimostrano che il consumo di alcol può innescare cambiamenti nei nostri profili metabolomici, producendo potenzialmente risultati sia benefici che dannosi. Poiché la maggior parte dei partecipanti al nostro studio sono consumatori moderati di alcol, i nostri risultati contribuiscono alla discussione in corso sulla relazione tra consumo moderato di alcol e salute del cuore. Tuttavia, anziché risolvere definitivamente il dibattito, questo studio sottolinea gli effetti complessi del consumo di alcol sulla salute cardiovascolare e genera un’ipotesi utile per indagini future».
Per lo studio, i ricercatori hanno esaminato campioni di sangue per misurare l'associazione tra il consumo medio cumulativo di birra, vino e liquori in 20 anni e 211 metaboliti su 2.428 partecipanti allo studio Framingham Heart Study Offspring (5), figli di partecipanti allo studio di lunga durata Framingham Heart Study (6) con sede alla Boston University. Tra i partecipanti, 636 hanno sviluppato malattie cardiovascolari (cardiovascular disease - CVD) durante il periodo di studio.
Tra i 60 metaboliti legati al consumo di alcol, 13 avevano un’associazione più forte con il consumo di alcol nelle donne che negli uomini, forse a causa delle dimensioni corporee generalmente più piccole delle donne e probabilmente di una maggiore concentrazione di alcol nel sangue dopo aver consumato la stessa quantità di alcol degli uomini.
I risultati hanno anche mostrato che il consumo di diversi tipi di alcol era collegato a diverse risposte metabolomiche, con il consumo di birra che generava nel complesso un’associazione leggermente più debole rispetto a vino e liquori. In circa due terzi dei 60 metaboliti, sono stati rilevati livelli plasmatici più elevati nei partecipanti che consumavano maggiori quantità di alcol.
Gli aminoacidi a catena ramificata (Branched-chain amino acids - BCAA) erano tra i metaboliti non associati al consumo di alcol.
I ricercatori hanno poi calcolato due punteggi dei metaboliti associati al consumo di alcol, che avevano associazioni opposte con lo sviluppo di malattie cardiovascolari.
Il dottor Jiantao Ma conclude affermando: «Sebbene il nostro studio presenti risultati interessanti, la validazione attraverso metodi all’avanguardia e popolazioni di studio ampie e diversificate è fondamentale. Per migliorare l’affidabilità, miriamo a condurre ricerche su scala più ampia che coinvolgano un background razziale ed etnico più diversificato, poiché gli attuali partecipanti allo studio sono tutti bianchi. Inoltre, amplieremo il nostro studio per integrarlo con altri marcatori molecolari come le informazioni genetiche per illustrare le complesse relazioni tra consumo di alcol, caratteristiche dei metaboliti e rischio cardiovascolare».
Lo studio è stato finanziato dal National Institutes of Health’s National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism con il premio R01AA028263. La raccolta dei dati nel Framingham Heart Study è stata supportata dal National Heart, Lung, and Blood Institute. Informazioni complete su autori, finanziatori, metodologia, limitazioni e conflitti di interessi sono disponibili nel documento pubblicato
Riferimenti:
(1) Alcohol and Immediate Risk of Cardiovascular Events
(3) Chunyu Liu
(4) Jiantao Ma
(5) Framingham Heart Study (FHS) Offspring (OS) and OMNI 1 Cohorts
Foto di Vinotecarium da Pixabay
Autore traduzione riassuntiva e adattamento linguistico: Edoardo Capuano / Articolo originale: Alcohol Consumption May Have Positive and Negative Effects on Cardiovascular Disease Risk