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- Posted By: Capuano Edoardo
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Lo strato di ghiaccio della Groenlandia emette tonnellate di metano, dimostrando che l'attività biologica subglaciale influisce molto più sull'atmosfera di quanto si pensasse in precedenza
Le lastre di ghiaccio sono attualmente ignorate nei bilanci globali del metano. Sebbene sia stato proposto che le calotte glaciali contengano grandi riserve di metano che potrebbero contribuire a un aumento della concentrazione atmosferica di metano se rilasciate durante i periodi di rapido ritiro dei ghiacci, non esistono dati sull'attuale impronta di metano delle calotte glaciali.
Un team internazionale di ricercatori guidati dall'University of Bristol si accampò, nella stagione estiva, per tre mesi vicino alla calotta glaciale della Groenlandia con lo scopo di effettuare un campionamento dell'acqua in disgelo proveniente da un grande bacino ghiacciato (600 km2).
Come riportato dalla rivista Nature (1), utilizzando nuovi sensori per misurare in tempo reale il metano nel deflusso dell'acqua in disgelo, il team ha constatato che il gas fuoriusciva in continuazione da sotto il ghiaccio. I dati suggeriscono che almeno sei tonnellate di metano sono state trasportate nel loro sito di misurazione da questa zona ricoperta di ghiaccio, all'incirca l'equivalente del metano rilasciato da un massimo di 100 mucche.
La professoressa Jemma Wadham (2), direttrice del Cabot Institute for the Environment (3) di Bristol, che ha guidato la ricerca, ha dichiarato: «importante è stato scoprire che gran parte del metano prodotto sotto il ghiaccio probabilmente sfugge alla Groenlandia in grandi e veloci fiumi prima che possa trasformarsi in CO2, un destino che ne riduce naturalmente il potenziale di riscaldamento globale».
L'autore principale, il dottor Guillaume Lamarche-Gagnon (4), della School of Geographical Sciences di Bristol, ha dichiarato: «Sapevamo che probabilmente i microbi produttori di metano erano importanti in ambienti subglaciali, ma grazie ai risultati di questa ricerca ora abbiamo le prove inequivocabili di un diffuso sistema microbico subglaciale. Quanto fossero importanti e diffusi erano discutibili, ora vediamo chiaramente che i microrganismi attivi, che vivono sotto chilometri di ghiaccio, non solo sopravvivono, ma probabilmente hanno un impatto su altre parti del sistema terrestre. Questo metano subglaciale è essenzialmente un biomarcatore per la vita in questi habitat isolati».
La maggior parte degli studi sulle fonti di metano artico si concentrano sul permafrost perché questi terreni ghiacciati tendono a contenere grandi riserve di carbonio organico che potrebbero essere convertite in metano quando si scongelano a causa del riscaldamento del clima. Quest'ultimo studio mostra che le banchine di ghiaccio, che contengono grandi riserve di carbonio, acqua liquida, microrganismi e pochissimo ossigeno - le condizioni ideali per la creazione di gas metano - sono anche fonti di metano atmosferiche.
La dottoressa Elizabeth Bagshaw (5), co-ricercatrice della Cardiff University ha aggiunto: «Le nuove tecnologie dei sensori che abbiamo utilizzato ci forniscono una finestra su questa parte precedentemente invisibile dell'ambiente glaciale: la misurazione continua dell'acqua di fusione ci consente di capire meglio come funzionano questi sistemi affascinanti e come influiscono sul resto del pianeta».
Con l'antartico che detiene la più grande massa di ghiaccio del pianeta, le loro scoperte spingono a rivolgersi verso il sud. Il dottor Lamarche-Gagnon aggiunge: «per diversi ordini di grandezza si pensa che maggior quantità di metano sia intrappolata sotto il ghiaccio antartico piuttosto che sotto la massa del ghiaccio artico. Come abbiamo fatto in Groenlandia è ora tempo di investire grandi numeri su questa teoria».
Riferimenti:
(1) Greenland melt drives continuous export of methane from the ice-sheet bed
(2) Jemma Wadham
(3) Cabot Institute for the Environment
(4) Mr Guillaume Lamarche-Gagnon
Descrizione foto: questa foto mostra un'iniezione di tintura di rodamina nel fiume proglaciale, poco prima di una cascata. Il colorante rosa (la rodamina) è usato per calcolare lo scarico dell'acqua del fiume proglaciale (cioè quanta acqua del fiume si scioglie in quel momento). Credito: Jakub D Zarsky.
Autore traduzione riassuntiva e adattamento linguistico: Edoardo Capuano / Articolo originale: Melting ice sheets release tons of methane into the atmosphere, study finds