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- Posted By: Redazione
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In un discorso che può investire diversi apparati e risorse, mi faccio carico di estinguere, se materialmente realizzabile, un annoso problema quale quello della desertificazione di aree di flora fertile e faunisticamente di valore.
Mi accingo a dare un mio contributo in merito, in termini di moneta valorizzabile mediante apporto di buone intenzioni tradotte in pratica, ho dovuto constatare con l’occhio elettronico del mio computer, che traduceva immagini quasi inestinguibili alla memoria di un uomo navigato come può essere quello di un qualsiasi cittadino che staziona in questa terra, ebbene veniamo ad un dunque, cioè ad un attesa descrizione di quei termini ultimi che dovrebbero enunciare l’argomento.
Siamo di fronte ad un emergenza di vaste proporzioni e non solo nel Middle West, io credo che con un intervento tempestivo, in risorse che valorizzino l’applicazione di principi fisici, chimico fisici, chimici e infine biologici, di produrre, non una fitta ramificazione di canali idrici che trasportino la solita acqua, bensì concepire la “solita” acqua come qualitativamente valorizzabile per il suo contenuto strategico, considerandola nella sua fase vapore.
Se sarà possibile un giorno considerare il trasporto di acqua allo stato di vapore sovra saturo, cioè a temperatura e pressioni elevate, facilitando il trasporto di un mezzo, il vapore, in una condizione prerogativa di contenersi nel volume, nella viscosità, nel potenziale cinetico e nella trasparenza che renderebbe fattibile il recupero di contenuto termico dovuto al considerare un eventuale mantello dell’invisibilità o meta materiale che se posto in un insieme seriale composto partendo da sopra con questa sequenza.
1) tubazione di vapore in metallo trasparente
2) vari strati di metallo trasparente dai quali ottenere calore
3) disposizioni alternate di lenti con fuochi coincidenti primariamente con un cordone metallico di recupero calore e le precedenti lastre, in seguito meta materiale per l’invisibilità del dispositivo precedente.
Questa ramificazione di canali avrebbe entro termini specifici delle stazioni di compressione per ovviare le perdite di carico, dei punti di adduzione dove considerare delle espansioni in valvola isoentalpiche di vapore d’acqua pura, dato che si potrebbero si intaserebbero gli ugelli, e, in sito riconversione chimico biologica di un composto così valorizzato, il tutto corredato da una dotazione di pannelli solari o celle fotovoltaiche.
Mi auguro che tale argomento sia sostenibile per produrre anche stazioni anti incendio. La nostra civiltà è capace di sobbarcarsi questi pesanti soluzioni?
Per informazioni:
Ingegner Francesco Conti
Mobil: +393201447858 / E-mail: franco@ecplanet.com