La potenza delle nostre energie dipende dal nostro modo di pensare

Energie sottiliSenza energia non si raggiunge nessun obiettivo, senza energia non si risolve nessun problema. E con poca energia tutto procede molto più lentamente che con molta energia. Dobbiamo quindi chiederci: dove e quando perdo e blocco inutilmente energia? Se vogliamo essere ragionevoli, il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di non perdere o di non bloccare inutilmente l’energia.

Considerando la situazione energetica di una persona da un punto di vista molto pratico, non si fa alcuna differenza tra perdita e blocco di energia - in entrambi i casi ci manca semplicemente una certa quantità di energia. Quindi il nostro potenziale è limitato.

Dove blocchiamo o perdiamo energia?

1. Perdiamo/blocchiamo energia se non accettiamo lo stato di ciò che è.

Se non sappiamo accettare persone, situazioni, i nostri sentimenti o il nostro passato, questo ci costa inutilmente molta energia. Con ciò creiamo conflitti e questi bloccano l’energia.

2. Perdiamo/blocchiamo energia se giudichiamo.

Se separiamo, creiamo un conflitto e quindi una perdita di energia. La situazione è analoga a quella del punto 1. Ciò che giudichiamo, non lo sappiamo accettare.

Stiamo parlando qui di lasciar andare, ed abbiamo già constatato che il lasciar andare ha a che fare con la vita e con la morte. giudicare (separare) ha a che fare con la morte; ciò che è separato, non è intero. Ciò che non è intero, non può dispiegarsi. Non giudicare ha a che fare con l’unità, e l’unità ha a che fare con la vita. Tutti noi conosciamo un bell’esempio a questo proposito : l’uomo e la donna.

Che cosa accade quando l’uomo e la donna si fondono in un’unità, quando la dualità maschile-femminile è superata? Nasce la “vita” ! L’essere umano è in grado di creare un uovo corpo, unendo e non dividendo!

3. Perdiamo/blocchiamo energia se abbiamo paura dell’insuccesso.

La paura può paralizzare completamente l’essere umano. Aver paura significa trattenere ; la vita non può più scorrere.

Quanto più giudichiamo noi stessi, tanta più paura creiamo. È la paura di non corrispondere alle pretese (che noi stessi creiamo). E ancora una volta questo significa conflitto. Si tratta sempre di conflitto o di non-conflitto; di opposizione o di non-opposizione.

4. Perdiamo/blocchiamo energia quando paragoniamo.

Chi paragona, normalmente anche giudica. La medicina ha costatato che i malati di cancro sono spesso persone che amano molto paragonare. Si paragonano costantemente con il loro ambiente e cercano di inserirsi in esso senza dare nell’occhio. Sono persone che cercano di non urtare nessuno. E questo li porta ad essere tanto normali da costituire un caso patologico. La medicina definisce questo normopatia. Cioè normalità patologica. Queste persone si paragonano talmente spesso agli altri che la loro energia viene completamente bloccata. Quando il corpo non vede più altre vie d’uscita si fa sentire con il cancro e comincia a rompere il blocco. Ed eccoci di nuovo al tema vita (lasciar andare) e morte (trattenere).

Non paragoniamoci mai ad altre persone, nemmeno ai nostri concorrenti. Noi siamo noi, e nessun altro!

5. Perdiamo/blocchiamo energia quando abbiamo sentimenti negativi.

Quando ci arrabbiamo con un’altra persona, non solo diamo a quella persona il potere su di noi, ma perdiamo anche energia. Quindi non è un atteggiamento molto vantaggioso per noi.

Arrabbiarsi con un’altra persona vuol dire non saper accettare quella persona così com’è. Le conseguenze dei sentimenti negativi sono perciò esattamente uguali alle conseguenze del non-accettare e del condannare.

6. Perdiamo/blocchiamo energia quando abbiamo dei sensi di colpa.

Quando pensiamo di aver sbagliato questo o quello nel passato, abbiamo dei sensi di colpa che possono diventare così forti da creare enormi blocchi di energia. Un uomo in questa situazione non sarà mai in grado di risolvere rapidamente e in modo ottimale i suoi problemi e raggiungere velocemente e con poco sforzo i suoi obiettivi. Perché è totalmente bloccato interiormente.

I sensi di colpa causano in molte persone mal di schiena. È facile immaginarsi perché: la persona in questione porta sulla schiena un peso di tonnellate. E con questo peso si trascina faticosamente nella vita. Tutta la posizione piegata del corpo esprime questa situazione. Portare un peso sulla schiena non ha assolutamente senso. È come se caricassimo intenzionalmente alcuni quintali di pietre sulla nostra macchina per procedere il più lentamente possibile.

Consiglio: liberiamoci il più presto possibile del peso inutile dei nostri sensi di colpa, se ne abbiamo.

Immaginiamo di toglierci un enorme sacco dalle spalle e di gettarlo in un abisso.

Si hanno sensi di colpa solo se si giudica il proprio passato. Non abbiamo mai peccato! Abbiamo solo commesso errori di percezione correggibili per imparare.

Dalla consapevolezza sociale alla consapevolezza cosmica (superconsapevolezza)

Per consapevolezza si intende tutto ciò di cui siamo consapevoli.

Esempio: siamo consapevoli di invecchiare; siamo consapevoli che nel mondo c’è molta aggressività; siamo consapevoli che viaggiare in macchina è pericoloso, etc.

La nostra consapevolezza limitata è anche chiamata consapevolezza sociale. La consapevolezza sociale è caratterizzata dalla paura, dubbio, diffidenza, critica, lotta, odio, pensieri sulla malattia, incidenti, vecchiaia, morte, etc.

Quanto più ampia è la nostra consapevolezza, tanto più semplice è per noi raggiungere i nostri obiettivi e risolvere i nostri problemi, perché abbiamo una visione d’insieme più ampia. Maggiore consapevolezza non significa altro che maggiore intelligenza, che è uno dei due principi che costituiscono il nostro potenziale.

Il nostro obiettivo è quindi quello di ampliare il più possibile la nostra consapevolezza. Il massimo ampliamento della consapevolezza che possiamo immaginare lo chiamiamo consapevolezza cosmica.

Come possiamo ampliare la nostra consapevolezza?

Con la presa di coscienza che siamo esseri divini, con l’amore per la nostra parte divina, con l’amore per la vita (accettando tutto ciò che ci accade), con l’unità di coscienza e con l’amore per tutto e per tutti.

Ciò che non fa parte della nostra consapevolezza non esiste e non può accadere.

Cosa significa questo? Facciamo un esempio: se nella nostra consapevolezza non esiste l’idea dell’invecchiamento, non invecchieremo. Purtroppo di fatto l’idea dell’invecchiamento è presente in noi già dalla fanciullezza, e quindi succede.

Se nella nostra consapevolezza esistesse solo l’idea dell’amore, non potrebbe succederci nulla di “male”. Può succederci sempre e solo ciò che esiste come possibilità nella nostra consapevolezza; altro non può succedere.

Se nella nostra consapevolezza c’è l’idea di malattia, incidente, insuccesso, recessione, etc, corriamo il pericolo che queste cose possano accadere.

Se nella nostra consapevolezza non esistono queste idee, queste cose nella nostra vita non possono accadere.

Ad ogni individuo, ad ogni popolo accade sempre quello in cui crede. Inoltre, ognuno è ciò che crede di essere.

Se ci arrabbiamo con un’altra persona, se abbiamo cioè la rabbia nella nostra consapevolezza, rimaniamo “attaccati” a quella persona. Se vogliamo staccarcene, dobbiamo cambiare la nostra consapevolezza. Amiamola o accettiamola così com’è. Allora potremo staccarci da essa.

Qualunque cosa succeda, amiamola! Perché l’amore produce un ampliamento della consapevolezza e quindi la capacità di realizzare tutto ciò che si vuole.

Ciò che ci limita è solo la nostra carenza d’amore!

Ama il prossimo tuo come te stesso!

Questa frase dovrebbe essere ben nota ad ogni cristiano, ma la maggior parte delle persone si concentra esclusivamente - se mai lo fa - sulla prima parte della frase. Chi non ama se stesso non può amare nemmeno gli altri. Abbiamo detto che è necessario amare tutto ciò che ci accade (persone e situazioni). Per poterlo fare dobbiamo prima amare noi stessi.

Ciò non ha nulla a che fare con l’egoismo, se teniamo presente che anche tutti gli altri devono essere amati come noi stessi.

La qualità più importante per esempio di un dirigente, è indubbiamente l’amore per se stesso. Se non è capace di amare se stesso, non può nemmeno amare i suoi collaboratori, ossia non li può guidare e porterà i suoi problemi ed i suoi conflitti nell’ambiente di lavoro, con tutte le conseguenze negative. Chi ama se stesso, è in armonia con se stesso, e quindi è in armonia con l’ambiente esterno.

Inoltre abbiamo visto che l’amore produce un ampliamento della consapevolezza e questa, a sua volta, produce un aumento della conoscenza. Conoscere se stesso è il più alto obiettivo dell’essere umano. E come facciamo a conoscere noi stessi? Amando noi stessi!

Purtroppo molte persone per conoscersi meglio si analizzano o si fanno analizzare. Chi si ama veramente, non ha bisogno di farsi analizzare. L’analisi separa l’insieme in parti distinte. Da ciò nasce il conflitto. L’amore invece unisce; è unità. Da ciò nasce armonia.

Abbiamo detto che per creare la nostra realtà occorrono due fattori: Consapevolezza (Intelligenza) ed Energia. Ora sappiamo che l’amore porta ad un massimo livello questi due fattori.

Facciamo attenzione alla parola prossimo. Prossimo non sono solo le persone, bensì tutto: gli animali, le piante, le pietre, l’ambiente, tutto.

La separazione (La causa di tutti i problemi umani)

Qual è la vera causa di tutti i problemi umani?

È l’idea della separazione. La separazione è un’illusione, poiché nella realtà spirituale non esiste separazione.

Perché operiamo in base alla separazione? Perché siamo carenti di amore! Infatti l’amore è unità.

Pensiamo alla separazione tra l’uomo e la natura, tra le religioni (quante guerre ha provocato!), tra l’uomo e la donna, tra la direzione di una azienda e i suoi collaboratori, tra i partiti politici, ecc.

L’idea della separazione nasce in noi stessi. Abbiamo creato dentro di noi la separazione tra la testa e il cuore, tra ragione e amore. Abbiamo escluso l’amore a vantaggio della ragione.

Se siamo divisi dentro di noi, vediamo anche il mondo diviso. Molte persone soffrono a causa di questa separazione. E quando la sofferenza si fa quasi insopportabile, è facile cadere preda della droga. I tossicodipendenti sono persone molto sensibili che cercano l’unità. Da questo punto di vista essi sono uno specchio della nostra società. Anche il problema della droga si può risolvere con l’aiuto dell’amore.

La gratitudine: una dimensione dimenticata

Un’applicazione pratica dell’idea dell’amore è la gratitudine. Solo chi dispone di una porzione sufficientemente grande di amore, sa essere grato. Chi manca d’amore non è grato. La gratitudine è quindi un’espressione dell’amore.

La musica e il canto sono una lode a Dio e come tali un’espressione di gratitudine e quindi di amore.

Come possiamo essere ricompensati dalla vita se non la rispettiamo, se non proviamo verso di essa un sentimento di gratitudine?

LA GRANDE LIMITAZIONE DELL’UOMO

Talvolta si sente dire o si legge questa frase: “Sarete come Dio”. Questa è una grande limitazione!

Sappiamo che tutto è UNO. Gesù ha detto: “Voi siete il tempio di Dio; il Padre e il Regno dei cieli è in voi”. Ed ancora: “Io e il Padre siamo UNO”. Con ciò voleva dire che tutto è UNO e quindi anche ogni uomo è uno con il Padre.

Dire che “Saremo come Dio” è collegato all’idea che dobbiamo ancora percorrere una lunga via per raggiungere questa meta. Questo è il trucco di molte religioni, metodi, guru, ecc. Prima ci definiscono peccatori e poi ci spiegano che in un lontano futuro “saremo come Dio”. A loro va bene che nessuno raggiunga mai l’obiettivo, visto che è così lontano. Finché si crede in questa frase non si raggiungerà mai Dio.

Se Dio dimora in noi, crediamo forse che Egli stia dormendo? Dio è un tutt’UNO con noi, come lo è ogni parte del nostro corpo. Quindi noi siamo Dio, ORA. Abbiamo solo dimenticato di esserlo e lo abbiamo fatto a suo tempo per nostra libera scelta, perché abbiamo voluto sperimentare ogni aspetto della materia per conoscere e glorificare Dio e noi stessi.

Noi non dobbiamo imparare nulla di nuovo; sappiamo già tutto. Dobbiamo solo ricordarlo, prendendo coscienza che siamo Dio ed esserlo.

UNA SPLENDIDA PROSPETTIVA

Quello che abbiamo imparato si può riassumere come segue:

  1. Chi critica e condanna il mondo e gli altri, chi semina pensieri negativi, o non raggiungerà per nulla il suo obiettivo, o lo raggiungerà solo con uno sforzo notevole.
  2. Chi conosce la legge di azione e reazione, critica e giudica sempre meno. Si sforzerà di mandare pensieri positivi e costruttivi. Di conseguenza raggiungerà i suoi obiettivi più rapidamente e con minor sforzo di colui che si comporta come al punto 1.
  3. Chi sa lasciar andare, raggiunge i suoi obiettivi ancor più rapidamente e con uno sforzo ancora minore di chi conosce ed applica solo la legge di azione e reazione.
  4. Chi conosce ed applica anche la legge dell’amore, raggiunge i suoi obiettivi ancor più rapidamente e con uno sforzo ancora minore di chi applichi solo le precedenti leggi.

Allora, Ciò che È = ciò che DOVREBBE essere!

Ciò che È = ciò che DOVREBBE essere, ovvero ciò che pensiamo si manifesta immediatamente.

Fonte: risvegliodiadamo

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