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- Posted By: Redazione
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I consigli del dermatologo Monti: “Le bruciature solari uccidono le cellule e aumentano rischi di melanoma. Dopo l’esposizione meglio impacchi freschi. Le protezioni? Alcune dannose”
La scarsa conoscenza degli effetti del sole e l’utilizzo non corretto delle creme solari sono le prime cause delle scottature estive che – secondo un’indagine condotta su 40 dermatologi, geriatri e pediatri da “In a bottle” – colpiranno quest’estate circa il 32% degli italiani, specialmente nelle aree delle spalle, del viso e del torace.
Come se non bastasse, ecco arrivare in Italia la deleteria moda statunitense della “sunburn art”, che consiste nell’utilizzare la crema solare a mo’ di decorazione in alcune parti del corpo per ottenere a fine giornata dei disegni creati dal contrasto tra la cute arrossata e la cute bianca da mostrare in pubblico e postare su Instagram.
Una tendenza pericolosa da cui è bene chiamarsi fuori. “Quello che al momento può sembrare un gioco estivo può portare a conseguenze molto spiacevoli” avverte Marcello Monti, responsabile del reparto di Dermatologia dell’istituto clinico Humanitas di Rozzano e docente di dermatologia all’Università di Milano.
Non chiamiamole “scottature”
Ogni scottatura provocata dal sole è in grado di causare danni al dna cellulare, accelerare il processo di invecchiamento della pelle e accrescere il rischio di tumore.
Secondo la Skin Cancer Foundation, bastano cinque o più scottature rimediate durante la giovinezza per accrescere il rischio di melanoma dell’80% nel corso della vita. “Siamo soliti assimilare le scottature solari a delle ustioni di tipo termico, dovute al calore del sole, mentre l’arrossamento della pelle è causato dall’azione diretta dei raggi ultravioletti che inducono la morte di miliardi di cellule e il rilascio di sostanze infiammatorie nell’organismo, il calore non c’entra” sottolinea il professor Monti.
Impacchi freschi e niente creme
Si tratta quindi di un danno cutaneo significativo, che è importante prevenire limitando l’esposizione diretta e coprendosi con indumenti per quanto possibile, evitando di trattare le aree interessate come se fossero “bruciate”. “Idratare queste aree del corpo può significare accrescere il livello di stress già presente. L’unico rimedio utile è invece effettuare degli impacchi freschi, ad esempio con una soluzione di permanganato di potassio che ha anche un’azione antisettica e astringente”, sottolinea Marcello Monti.
Il dilemma della protezione
Un capitolo a parte coinvolge invece le protezioni solari, a cui milioni di italiani ricorrono ogni anno per non arrostirsi sotto il sole e che, in realtà, schermano solo a metà. Creme, oli e spray protettivi costituiscono infatti una protezione abbastanza efficace contro i raggi UVB responsabili delle scottature, mentre riescono solo parzialmente a schermare i raggi UVA, capaci di penetrare a fondo nel derma e causare i danni peggiori. “L’uso delle creme solari si lega a due problemi: quello della protezione effettiva contro i raggi UVA, contro cui sono poco efficaci la quasi totalità dei prodotti solari, e quello della tossicità di alcuni filtri chimici, che sono in grado di penetrare nella pelle e avere un’azione tossica, estrogenica o persino cancerogena” avverte il professor Monti.
Attenzione agli ingredienti
Una recente indagine condotta dall’Environmental Working Group statunitense ha dimostrato che circa l’80% dei prodotti solari venduti a livello internazionale non funziona come dovrebbe oppure contiene sostanze dannose per l’organismo. Un allarme che interessa parzialmente l’Europa, dato che i nostri solari sono tendenzialmente migliori di quelli venduti oltreoceano, ma che detta comunque alcuni consigli da seguire per scegliere i prodotti più buoni. Secondo l’associazione statunitense, ad esempio, questi non devono contenere ingredienti come l’oxybenzone che può interferire con il quadro ormonale o alcuni componenti della vitamina A come il Retynil palmitato che, seppure nutriente per la pelle, può accrescere la sua sensibilità al sole.
Una possibile soluzione dalle argille
Una soluzione naturale per proteggersi dai raggi solari arriva invece dalle argille, non a caso utilizzate per millenni dagli esseri umani in forma di fango per schermare la pelle dal sole. “Biossido di titanio, ossido di zinco, mica e caolino sono minerali che rappresentano uno schermo fisico contro i raggi del sole, non vengono assorbiti e non presentano alcuna tossicità”, sottolinea Marcello Monti. In sostituzione della “sunburn art”, quindi, una moda intelligente per l’estate in corso potrebbe essere quella di utilizzare queste polveri sulla propria pelle come un borotalco protettivo, riducendo comunque al massimo l’esposizione diretta ai raggi solari. L’uso delle argille al posto delle creme è un consiglio che i dermatologi riservano specialmente ai bambini, che più di tutti necessitano di una protezione completa, e agli sportivi impegnati per ore sotto il sole, in cui la protezione viene facilmente lavata via dal sudore.
Autore: stefano Massarelli / Fonte: lastampa.it