I super-batteri uccideranno 10 mln di persone all'anno

Super-batteriI super-batteri resistenti ai farmaci stroncano la vita di 700 mila persone all’anno nel mondo.

Ma ne uccideranno 10 milioni in più in un anno entro il 2050: un numero di vittime superiore a quelle che oggi si contano per colpa del cancro. Con costi esorbitanti pari a 100 trilioni di dollari, 40 volte superiori al Pil italiano Unito.

È l’allarme lanciato dall’economista inglese Jim O’Neill, che nel luglio scorso ha ricevuto dal premier britannico David Cameron il compito di redigere un rapporto sul fenomeno in crescita dell’antibiotico-resistenza.

L’analisi, basata sugli scenari prospettati dagli scienziati dell’Istituto di ricerca indipendente Rand Europe e dai revisori di Kpmg, indica come nemico numero uno le forme resistenti di Escherichia coli, malaria e tubercolosi.

In Europa e negli Stati Uniti – sottolineano gli studiosi – i super-batteri causano almeno 50 mila decessi all’anno, ma se non saranno controllati le morti sono destinate ad aumentare di oltre 20 volte entro il 2050.

O’Neill, ex capo economista di Goldman Sachs spiega che le conseguenze saranno più gravi soprattutto in questi Paesi: “In Nigeria, entro il 2050 – calcola – più di una morte su 4 sarà causata da infezioni antibiotico-resistenti, mentre in India si potrebbero perdere 2 milioni di vite in più ogni anno”.

L’aumento di batteri non trattabili minaccia uno “scenario impensabile” in cui le infezioni oggi trascurabili sarebbero in grado di uccidere come avveniva prima dell’era antibiotica.

Sono stati introdotti solo cinque nuovi tipi di antibiotici dal 1960 e la fornitura di nuovi farmaci sviluppati è in calo perché le aziende vedono poco profitto a lavorare su trattamenti pensati solo per essere utilizzati come ultima risorsa.

I superbatteri arrivano in Europa con pazienti curati in ospedali indiani e, nel caso dei virus, da immigrati provenienti dai paesi subsahariani.

Lo stesso fenomeno infatti riguarda i virus, basti pensare alla TBC-Multiresistente, nata per pazienti che non completano il ciclo di cure.

Fonte: voxnews.info