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L'alert dell'economista Hellmeyer e dell'ex premier francese Fillon. Restrizioni contro Mosca “contro interessi europei”. E le aziende aggireranno questi ostacoli.
Gli avvertimenti arrivano dall'ex primo ministro francese Fillon, ma anche dal responsabile economista presso Bremer Landesbank, il banchiere Folker Hellmeyer.
Il primo afferma: “Oggi, l'Europa non è indipendente...Gli Stati Uniti ci stanno portando (riferendosi all'Ue) in una crociata contro la Russia, che contraddice gli interessi dell'Europa”.
Dal canto suo il banchiere tedesco è stato ancora più chiaro: “Obama sta distruggendo l'Europa”.
L'economista ha presentato cifre che parlano da sole. Le esportazioni tedesche, sulla scia delle sanzioni imposte contro Mosca, sono crollate -18% su base annua nel 2014, e del 34% nei primi due mesi del 2015. Ma “il danno è molto più diffuso di quanto questi dati statistici mostrino”, dal momento che, oltre alle “perdite principali”, ci sono anche “effetti secondari”, che peggioreranno nel corso del tempo.
I “paesi europei che hanno forti aziende in Russia, incluse la Finlandia e l'Austria, sono stati colpiti economicamente in modo molto duro. Ma, considerando che le aziende europee aggireranno le sanzioni, al fine di creare centri di produzione con livelli di efficienza più alti in Russia, perderemo questo potenziale di stock di capitale, che è la base della nostra prosperità. E La Russia vincerà lo stock di capitale”, a spese dell'Ue.
Chi pagherà il prezzo più alto? Per il banchiere tedesco ci saranno “danni misurabili in termini di perdita di crescita, di perdita di salari, di perdite per il sistema sociale e per le entrate fiscali. È stato vero negli ultimi 12 mesi, lo sarà per i prossimi anni. I cittadini di Germania e dell'Ue pagheranno il prezzo attraverso la perdita di prosperità e stabilità”.
Ma “il danno non commensurabile risiede nell'elevato rischio geopolitico per i cittadini Ue”.
“Per me - afferma Hellmeyers - il conflitto è stato già deciso. Vincerà l'asse Mosca-Pechino-BRIC. Nel 1990 questi paesi incidevano sull'output dell'economia globale soltanto per il 25% circa. Oggi, incidono per il 56%, e per l'85% della popolazione globale. Controllano il 70% circa delle riserve estere del mondo. Crescono ogni anno a tassi medi del 4%, 5%”.
L'avvertimento è chiaro: “Più continueremo a perseguire questa politica nell'Unione europea, più alto sarà il prezzo per l'Europa”.
Fonte: (Lna) wallstreetitalia.com