Una riflessione sulla carenza di vitamina D

IntegratoriI venditori di integratori vitaminici amano dire che tutti sono carenti di vitamina D, compreso te.

Forse questo è il motivo dell’incremento esponenziale che ha avuto negli ultimi anni il dosaggio della vitamina D, se negli ultimi due anni avete avuto una prescrizione per gli esami del sangue molto probabilmente il vostro medico vi avrà richiesto anche il dosaggio della vitamina D.

Potrebbe essere facile verificare l’affermazione dei venditori di integratori: basta fare un esame del sangue per vedere se i livelli sono bassi… ma non è così semplice.

La vitamina D può essere assimilata con la dieta, o può essere formata dalla pelle sufficientemente esposta al sole, è fondamentale per la salute delle ossa, dal momento che la vitamina D dice al corpo di assorbire il calcio proveniente dall’alimentazione, e le persone con carenza di vitamina D hanno molte probabilità di sviluppare problemi di salute.
Quindi lo screening per carenza di vitamina D potrebbe suonare come una buona idea.

L’anno scorso una task force del Servizio di Prevenzione degli Stati Uniti ha considerato il problema e ha concluso non c’erano prove sufficienti per dire se il test è utile. Gli scienziati non sono d’accordo su quale livello dovrebbe essere considerato “basso”, e non c’è alcuna prova che l’assunzione di integratori di vitamina vi farà bene.

Come il New York Times ha riassunto:
C’è dibattito sul fatto se i bassi livelli di questa vitamina sono una causa diretta della malattia, o semplicemente un indicatore di comportamenti che contribuiscono a problemi di salute, come il fumo, la cattiva alimentazione e la sedentarietà.

La task force federale ha emesso una serie di raccomandazioni sulla base di una revisione delle prove di più di una dozzina di studi che hanno valutato gli effetti del trattamento vitamina D negli adulti sani. Gli studi hanno utilizzato dosi di vitamina D3 che vanno da 400 a 4.800 unità internazionali al giorno, e sono durati da due mesi a sette anni.
La task force ha concluso che le prove correnti erano “insufficienti per determinare il saldo netto dei benefici e dei danni dello screening e il trattamento precoce della carenza di vitamina D in adulti sani”.

Il dr. Owens ha detto che la commissione ha evidenziato dei potenziali problemi con lo screening. Le prove possono diagnosticare come carenti persone che in realtà non lo sono: ad esempio, i test degli afro-americani hanno bassi livelli di vitamina D, il che porta a falsi positivi.

Invece dello screening diffuso, la task force raccomanda un approccio più personalizzato: se pensi di avere davvero una carenza di vitamina, parlarne con il tuo medico, che può raccomandare un test, ma lo porterà nel contesto con altre informazioni sulla tua salute.

Come riporta my-personaltrainer.it la carenza di vitamina D può svilupparsi per svariate ragioni, riconducibili a:

  • insufficiente apporto alimentare;
  • inadeguata esposizione al sole (in particolare ai raggi UVB), che a sua volta può dipendere da: ridotta attività fisica all’aria aperta; aumentata distanza dall’equatore; pelle scura; eccessivo uso di creme solari (una crema solare con protezione 15 blocca circa il 99% della produzione cutanea di vitamina D);
  • aumentato fabbisogno;
  • alterato assorbimento intestinale;
  • condizioni – come le malattie epatiche o renali – che compromettono la conversione della vitamina D nella sua forma attiva.

Aumentano il rischio di carenze di vitamina D anche:

  • fumo di sigaretta (alterato metabolismo);
  • età avanzata (per la minor efficienza produttiva cutanea);
  • obesità (ridotta biodisponibilità di vitamina, sequestrata nel grasso);
  • assunzione di farmaci che accelerano il metabolismo della vitamina D attiva, come anticonvulsivanti, corticosteroidi, farmaci antirigetto e antivirali.

Fonte: psichesoma.com