Materiali

Inventata la bottiglia che si può mangiare

OohoUna bottiglietta rivoluzionaria, che non inquina, ecologica e per giunta si può anche mangiare.

Un materiale ecologico, rispettoso dell'ambiente, che non inquina e in più si può mangiare; è una nuova bottiglia inventata da un gruppo di scienziati, utilizzando la tecnica innovativa, già in uso da molti chef, per la preparazione dei loro piatti. Fino ad oggi, la plastica è stato il materiale più usato come recipiente per molti prodotti alimentari, in particolare per contenere i liquidi (bibite, latte, acqua ecc..); però è uno dei materiali meno biodegradabili al mondo, quindi molto inquinante per l'ambiente, ed è per questo motivo che si sta facendo il possibile per riciclarlo o addirittura eliminarlo del tutto dal mercato.

Grazie alla tecnica della sferificazione, si è riusciti a creare un contenitore gelatinoso che, al suo interno, racchiude il liquido da bere. La sferificazione è un procedimento (già in uso, da molto tempo, in ambito gastronomico) grazie al quale gli chef possono trasformare sostanze commestibili in forma più o meno solida, per dare ai loro piatti un tocco artistico di gran classe. Questa tecnica usata nella gastronomia molecolare, resa famosa dallo chef Ferran Adrià, permette di creare ravioli o cavialie, con una textura rigida all'esterno lasciando l'interno in forma liquida, dando una particolare sensazione al palato di chi degusta il piatto.

Questa trasformazione, da liquido a solido, usata anche per creare la nuova bottiglia commestibile chiamata Ooho, si ottiene miscelando un liquido con alginato e successivamente il prodotto viene immerso in un bagno calcico (acqua mescolata a calcio) e immediatamente trasferito in acqua neutra, per eliminare il calcio, e fermare il processo di sferificazione, rendendo così l'esterno del materiale più solido.

Nuovo metodo per controllare la dinamica delle onde elettromagnetiche in un metamateriale

FormulaUn team di ricercatori dell’Università di Kyoto ha scoperto un modo per controllare la dinamica delle onde elettromagnetiche all’interno di un metamateriale.

La ricerca è stata pubblicata in arxiv.org e porta a termine una serie di ricerche iniziate intorno al 1990.

Da anni gli scienziati sanno che le onde elettromagnetiche possono essere catturate ed intrappolate all’interno dei metamateriali: il problema è sempre stato quello di riuscire a riutilizzarle.

Prima di questa ricerca si potevano solo catturare onde elettromagnetiche concentrandole all’interno di una nube di atomi che avevano una proprietà unica: la capacità di assorbire o di lasciare passare le onde in base alle frequenze che avevano in entrata. Usando un laser, gli scienziati hanno scoperto che era possibile variare la frequenza delle onde, in modo da controllare il flusso in entrata e quello in uscita.

Restava irrisolto il solito problema: le onde in uscita non erano utilizzabili. Il gruppo di ricerca coordinato da Toshihiro Nakanishi ha provato ad utilizzare un metodo alternativo per intrappolare le onde: usando materiali che non esistono in natura, noti come metamateriali, è possibile catturare le onde elettromagnetiche e rilasciarle senza variarne lo stato.

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