- In:
- Posted By: Redazione
- Commenti: 0
Come aiutare i batteri buoni riducendo il picco glicemico. Promossi cereali non raffinati, verdura e caffè
Che influenza ha la nostra dieta sulla microflora (o meglio, secondo la denominazione più attuale, il "microbiota") intestinale?
Se lo chiedono molti ricercatori perché preservare il corretto equilibrio del microbiota intestinale, costituito da numerosissime specie batteriche, si sta rivelando sempre più importante non solo per la prevenzione delle infezioni gastro-intestinali, ma per il buon funzionamento del sistema immunitario e il possibile ruolo protettivo nei confronti di obesità, diabete di tipo 2, malattie infiammatorie intestinali, tumori del colon.
E se la ricerca finora si è concentrata soprattutto su alcuni particolari “amici" dell’intestino come i probiotici (microrganismi con funzioni benefiche per l'organismo se ingeriti in adeguate quantità), grande attenzione ora stanno riscuotendo anche altri componenti degli alimenti della dieta.
Per esempio, si sta studiando il possibile ruolo positivo del caffè (dovuto alle melanoidine), quello delle verdure contenti glucosinati (per esempio, broccoli, verze e cavoli) e delle verdure contenenti inulina (fibra solubile).
Uno degli studi più recenti, condotto all’Università del Nebraska (USA), è stato pubblicato da International Society for Microbial Ecology: 28 adulti sono stati sottoposti, a rotazione, a tre tipi di interventi dietetici, caratterizzati dall’aggiunta, alla dieta abituale, per quattro settimane, di 60 g di fiocchi di orzo integrale, oppure 60 g di fiocchi di riso integrale, oppure metà fiocchi di un tipo e metà dell'altro.
In tutti i casi, e in particolare dopo il consumo di fiocchi misti, si è osservato, oltre a una modifica positiva della composizione del microbiota intestinale, anche una diminuzione dei livelli plasmatici di un mediatore dell'infiammazione (IL-6) e una riduzione del picco glicemico successivo al pasto.
«In questo studio si è visto — commenta Marco Gobbetti, professore di microbiologia degli alimenti all’Università di Bari — che anche un modesto consumo di cereali integrali porta a una modifica del microbiota intestinale che coincide con il miglioramento di indici importanti per la salute.
Del resto, gli alimenti sono fonte di nutrienti, oltre che per l'uomo, anche per la popolazione microbica del tratto gastrointestinale ed è quindi evidente l'importanza di approfondire le conoscenze in questo campo». «Di certo, — conclude Gobbetti — potrà dire qualcosa al riguardo uno studio, finanziato come “Programma di ricerca scientifica di rilevante interesse nazionale", appena avviato in collaborazione con dieci centri di ricerca, per verificare l'influenza di tre tipi di dieta (onnivora, vegetariana e vegana) sulla composizione microbica intestinale e salivare».
Autrice: Carla Favaro / Fonte: corriere.it