Nel solo Regno Unito la carne uccide 45.000 persone ogni anno

CarneIl risultato di uno studio effettuato nel Regno Unito dalla Oxford University.

Un articolo del quotidiano inglese The Independent dell’ottobre 2010 cita uno studio dell’unità cardiologica della Cornell University secondo cui diminuendo il consumo di carne si potrebbero prevenire, nel solo Regno Unito, 45.000 morti premature ogni anno.

In particolare, lo studio ha calcolato che diminuendo il consumo di carne da “ogni giorno” a “tre pasti la settimana” (che è comunque un consumo alto, ma certamente molto inferiore al consumo “normale” oggi diffuso) si eviterebbero 31 mila morti per malattie cardiovascolari, 9 mila per cancro e 5 mila per ictus e si farebbe risparmiare oltre 1,3 miliardi di euro al servizio sanitario nazionale. Eliminando completamente il consumo di carne queste cifre ovviamente aumentano ancora di più.

La ricerca è stata commissionata dall’associazione Amici della Terra, ed è stata pubblicata nel loro dossier “Healthy Planet Eating”. Nel dossier viene fatto anche notare come la riduzione del consumo di carne aiuterebbe molto a rallentare i cambiamenti climatici e la deforestazione delle foreste pluviali.

Carne
Il dossier fa anche notare come la carne lavorata (insaccati e simili) sia ancora più dannosa per la salute rispetto a quella “fresca”, ma come invece non ci sia alcuna differenza – dal punto di vista salutistico – tra “carne rossa” (cioè manzo, maiale, agnello), “carne bianca” (pollo) e pesce, perché tutta la “carne” gli animali d’allevamento intensivo è diventata negli ultimi decenni sempre più grassa, vale a dire contiene sempre più grassi saturi e colesterolo e sempre meno proteine.

Dati recenti dei ricercatori della London Metropolitan University hanno infatti dimostrato come un tipico “pollo di supermercato” contenga oggi una quantità di grassi 2,7 volte superiore a quella del 1970 e il 30% in meno di proteine; di conseguenza, la quantità di calorie è aumentata del 50%. Questo vale anche per i polli di allevamento biologico: la loro carne contiene un po' più di proteine e un po’ meno grassi, ma la differenza non è molto elevata, rimane comunque una carne molto più grassa rispetto a pochi decenni fa, quindi TUTTA la carne di pollo, qualsiasi sia il tipo di allevamento, è dannosa per la salute, cosi’ come lo è la carne “rossa”.

Il dossier spiega come la carne rossa sia maggiormente correlata col cancro al colon, mentre tutta la carne grassa (bianca o rossa), ma anche latticini e uova (ricchi di grassi animali e colesterolo) siano causa di obesità e malattie cardiovascolari. Dal punto di vista dell’ambiente, è noto come le foreste pluviali vengano disboscate per allevare animali (o coltivare i loro mangimi) la cui carne viene esportata in Europa.

L’aumento di popolazione, la maggior ricchezza e l’allevamento intensivo, hanno fatto sì che il consumo di carne quadruplicasse dal 1961. Il cittadino britannico medio consuma 125 kg di carne l’anno, l’italiano medio intorno ai 92 kg l’anno. La ricerca della Oxford University ha calcolato quello che avverrebbe diminuendo il consumo a 25 kg l’anno e a 11 kg l’anno (in totale tra carne e altri prodotti animali come latte e uova): con 25 kg l’anno si eviterebbero 32.352 morti l’anno, con 11 kg si eviterebbero 45.361 morti.

L’associazione Amici della Terra, con la pubblicazione di questo report, ha invitato il governo a promuovere un’alimentazione a basso consumo di carne, attraverso campagne informative verso il pubblico.

Fonte: ivegan.it