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La stragrande maggioranza dell’umanità è convinta che il mondo “esterno”, così come ce lo rappresenta il nostro cervello, corrisponda alla realtà.
In effetti non è assolutamente così ed è molto semplice da comprendere per qualsiasi nostro lettore.
Prima di indagare su che cosa sia la “Realtà”, riassumiamo brevemente come si forma la sua rappresentazione mentale nel nostro cervello.
Dobbiamo partire dalla materia, cioè dalla sostanza di cui è costituito tutto l’Universo e quindi anche il nostro corpo, cervello compreso.
Più avanti vedremo che anche la materia non è la realtà ultima, ma per ora sarà il nostro punto di partenza.
La materia è fatta da atomi, cioè da particelle infinitesime, invisibili anche al microscopio elettronico, a loro volta costituiti da particelle più piccole ancora.
Un atomo è formato da un nucleo centrale costituito da protoni (di carica elettrica positiva) e da neutroni (privi di carica elettrica) attorno al quale ruotano velocissime e disordinatamente delle particelle ancora più piccole di carica elettrica negativa, chiamate elettroni.
Per un meccanismo, inutile a descriversi ai fini dell’argomento di questa nota, gli elettroni emanano radiazione elettromagnetica. Questa radiazione elettromagnetica si propaga nel vuoto alla velocità della luce (300.000 km/s) ed ha una natura ondulatoria: è una perturbazione dello Spazio-Tempo costituita dalla propagazione di un campo magnetico e di un campo elettrico perpendicolari fra loro.
Il fenomeno è identico a quello che si genera quando si getta un sasso nell’acqua e le onde si propagano in cerchi concentrici: l’acqua, perturbata, oscilla in senso verticale senza che la sua massa venga spostata orizzontalmente.
I fenomeni ondulatori sono dunque propagazione di perturbazione e non propagazione di materia. I fenomeni ondulatori dell’esperienza ordinaria (onde del mare, onde sonore etc …) hanno bisogno di un “mezzo” (acqua, aria etc ….) per propagarsi. La radiazione elettromagnetica no ! Si propaga nel vuoto e qui ci sarebbe molto da aggiungere, ma ciò non rientra nell’argomento di questo articolo.
La caratteristica principale di un fenomeno ondulatorio è la sua lunghezza d’onda, cioè la distanza tra due creste o due valli adiacenti della sua forma d’onda.
La radiazione elettromagnetica è in realtà un insieme di radiazioni di diversa lunghezza d’onda e viene di solito suddivisa in otto parti che, dalla lunghezza d’onda più piccola alla più grande, sono: raggi gamma, raggi x, raggi ultravioletti, luce visibile, raggi infrarossi, onde corte, onde medie ed onde lunghe.
Di tutta questa radiazione, l’occhio umano riesce a percepirne solo una minima parte che viene definita appunto “luce visibile”.
Riusciamo a percepire solo le radiazioni con una lunghezza d’onda compresa tra 380 e 760 nanometri (un nanometro = un milionesimo di millimetro). Quasi niente !
Dunque, riassumendo, la materia è fatta di atomi, oggetti per i nostri sensi inconoscibili. Questi atomi emanano radiazione elettromagnetica, ma di questa, noi ne percepiamo solo una parte infinitesima che i fisici chiamano “finestra del visibile”.
Ma qui inizia il bello …..
Questa minima parte della radiazione elettromagnetica che noi riusciamo a percepire, raggiunge la retina in fondo all’occhio dove delle cellule specializzate, i coni ed i bastoncelli, la trasformano in una debole corrente elettrica. Questa debole corrente percorre un sottile filo (il nervo ottico) e giunge in una certa zona del cervello. In questa zona il nostro cervello genera quelle immagini fantasiose che noi chiamiamo realtà. I dati che riceviamo li ordiniamo poi secondo due “Categorie”, lo Spazio ed il Tempo, che non esistono nella realtà, ma che servono solo a creare il nostro mondo illusorio.
Dunque la nostra esperienza mentale, non ha nulla a che vedere con la realtà.
In più, nell’esperienza ordinaria siamo abituati a distinguere tra un Soggetto ed un Oggetto: io guardo un albero e “stabilisco” che io sono il Soggetto e l’albero è l’Oggetto. Ad un attento esame è però facile notare che entrambi siamo parte di una rappresentazione mentale, al di fuori della quale è impossibile uscire. Sia io che l’albero siamo all’interno di un’unica mente. Siamo due “poli” di una stessa rappresentazione mentale.
All’interno di questa Rappresentazione, ci sono io e tutto ciò che io reputo essere “fuori” di me.
L’Errore consiste nel mio identificarmi solo con un lato della Rappresentazione, quello che definisco col nome di “io”.
In pratica siamo prigionieri della nostra mente dalla quale è impossibile uscire.
Anche se mi metto a camminare e penso “vado là”, in realtà, se riflettete e vi concentrate un attimo, vi renderete conto che anche “là” è all’interno della mia mente.
Ma torniamo alla materia che abbiamo preso come causa della nostra rappresentazione illusoria della realtà.
La materia è fatta di centinaia di tipi diversi di particelle elementari. Per esempio gli stessi protoni e neutroni all’interno del nucleo atomico, sono formati da quark.
Anche qui noi umani abbiamo un problema:
La nostra rappresentazione della Realtà è basata sui cinque sensi e, sopratutto, sulla vista ed il tatto: quando ci riferiamo a protoni, neutroni, elettroni, fotoni, neutrini, gluoni, mesoni, bosoni, quark etc… e li chiamiamo “particelle”, non possiamo fare a meno di immaginarli come “palline microscopiche materiali” e non vi è niente di più falso.
La prima convinzione radicata che dobbiamo subito abbandonare è dunque la definizione di Materia che ci dà la Fisica Classica: “Materia è tutto ciò che ha una massa ed occupa uno spazio”.
Questa definizione va bene nel nostro piano dell’esistenza, ma è bene cominciare a capire che si tratta di una realtà creata da un punto di vista molto limitato: dobbiamo renderci conto che il mondo “macroscopico” in cui viviamo non è il mondo reale, ma quello rappresentato da un “osservatore” altrettanto macroscopico.
Cosa sono dunque queste particelle elementari che costituiscono la materia, causa della nostra rappresentazione illusoria della realtà ?
Tutte le osservazioni a livello subatomico hanno confermato che le particelle materiali hanno tutte le caratteristiche delle onde, ma, all’atto dell’osservazione, presentano un comportamento corpuscolare.
Dunque la “materialità” è una caratteristica del mondo illusorio creato dall’osservatore, non del mondo reale.
Queste onde quantistiche sono funzioni oscillanti nello Spazio-Tempo e sono descritte dalla famosa equazione di Schrodinger.
Questa equazione, la funzione d’onda, ha una natura probabilistica. Essa rappresenta l’insieme delle possibilità che una grandezza fisica legata alla particella (per esempio la sua posizione) può assumere. Il suo quadrato è la probabilità concreta di dove potrebbe trovarsi la particella.
Solo l’atto di “osservare”, compiuto da un essere cosciente, è in grado di trasformare una “probabilità di esistenza” in una esistenza vera e propria, una delle tante esistenze possibili. Non esiste dunque una realtà oggettiva, ma solo una realtà creata di volta in volta dalle osservazioni dell’uomo. In un oceano di probabilità, l’osservatore crea la sua realtà.
Dobbiamo dunque cominciare ad abituarci al fatto che la mente e la realtà fenomenica interagiscono: l’Universo è un tutto unico, non più con un osservatore da una parte e ciò che è osservato dall’altra.
Dunque le particelle elementari emergono da una Sostanza sottostante universale e rappresentano una delle infinite possibilità di esistenza che possono provenire da questo substrato, unico reale esistente.
A me piace chiamare questa Sostanza col nome “Materia” con la emme maiuscola, dal vero significato di questo sostantivo, che proviene dal latino Mater, madre di tutte le cose, la Grande Madre.
Questa Materia non ha niente di “materiale” ed è quel Principio Unico, unica Realtà esistente, già intuita dai più grandi filosofi nella storia dell’umanità e dalle grandi filosofie orientali quali il Buddhismo, il Taoismo, lo Yogacara e l’Advaita Vedanta induista, ma anche dall’Ermetismo occidentale e dai sufi islamici, dai mistici cristiani e dagli asceti induisti.
Foto di WerbeFabrik / Fonte: giuseppemerlino.wordpress.com