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- Posted By: Redazione
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Un nuovo studio della società di consulenza, McKinsey Global Institute (MGI), rivela che fino a un terzo dei lavoratori degli Stati Uniti e 800 milioni di lavoratori a livello globale potrebbero perdere il lavoro a causa dell’automazione entro il 2030.
Il nuovo rapporto, intitolato “Jobs lost, jobs gained: Workforce transitions in a time of automation,” si basa su una precedente ricerca MGI pubblicata nel gennaio del 2017.
La società di consulenza stima che tra 400 e 800 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo potrebbero essere rilevati dai sistemi automatici entro il 2030 con un conseguente importante aumento della disoccupazione.
Il rapporto suggerisce che ben 375 milioni di lavoratori o il 14% della forza lavoro globale dovranno cambiare categoria professionali come risultato dell’intelligence automation.
“Anche se ci sarà abbastanza lavoro per garantire la piena occupazione entro il 2030, ci attendono importanti transizioni che potrebbero eguagliare o addirittura superare la scala dei cambiamenti storici derivanti dall’agricoltura e dalla produzione“, secondo un rapporto del McKinsey Global Institute pubblicato questo mese.
Secondo i ricercatori della MGI, i lavori “più suscettibili all’automazione includono, oltre alle fabbriche, quelli fisici in ambienti prevedibili, come le macchine operatrici e la preparazione di alimenti nei fast food”, secondo un articolo sull’ultimo rapporto. “La raccolta e l’elaborazione dei dati sono altre due categorie di attività che possono essere eseguite sempre più in modo migliore e più rapido con le macchine.
Questo potrebbe portare alla perdita di molti posti di lavoro, ad esempio, nelle banche, nei settori paralegali, nella contabilità e nell’elaborazione delle transazioni di back-office“.
Insomma, i giovani che si preparano ad entrare nel mondo del lavoro oggi farebbero bene a cercare di capire quali saranno i settori che meno soffriranno il calo dei posti di lavoro disponibili.
Foto di pixabay.com / Fonte: reccom.org