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Nel complesso negli ultimi 5 anni il popolo 'veg' resta costante con valori compresi fra il 7 e l’8%.
Vegetariani in Italia, un popolo in aumento. Interrogato sul proprio stile alimentare, il 6,2% del campione si dichiara vegetariano, valore che risulta in crescita rispetto alla rilevazione del 2017 di 1,6 punti percentuali. Lo rileva il Rapporto Italia Eurispes 2018. Negli ultimi cinque anni il numero dei vegetariani ha avuto un andamento altalenante: erano il 6,5% nel 2014; il 5,7% nel 2015; il 7% nel 2016 ed il 4,6% nel 2017.
Se nel corso dell’ultimo anno si è assistito a un incremento di coloro i quali hanno optato per una scelta vegetariana, a questo ha corrisposto un calo di quanti si dichiarano vegani che dal 3% del 2017 sono scesi allo 0,9% nel 2018, ritornando su valori più vicini a quelli degli anni passati (0,6% nel 2014; 0,2% nel 2015 ed 1% nel 2016).
Nel complesso comunque, negli ultimi 5 anni, il totale di chi ha optato per un regime alimentare vegetariano e vegano si è mantenuto abbastanza costante con valori compresi fra il 7 e l’8%: questi risultati - sottolinea il rapporto Eurispes, fanno pensare a un carattere transitorio di questo tipo di scelte, ma anche a un’alternanza fra periodi di vegetarianesimo e di veganismo, e periodi di ritorno ad un’alimentazione tradizionale.
Ad ogni modo, in quasi tutte le mense scolastiche è ormai prevista la possibilità di fare richiesta per menù alternativi mentre, effettuando una ricerca sul portale di recensioni Tripadvisor, emerge che su un totale di 225.490 ristoranti recensiti in Italia, il 23,4% propone menù vegetariani e il 17,2% menù vegani.
Anche più che vegetariano. Fra chi si dichiara vegetariano o vegano, molti affermano di seguire anche dei regimi alimentari ancora più stringenti. In particolare, il 32,1% dichiara di associare a questo tipo di diete anche un’alimentazione crudista, che prevede esclusivamente il consumo di cibi non sottoposti a cottura; il 23,1% segue un’alimentazione fruttariana, nutrendosi prevalentemente (o esclusivamente) di frutta; mentre solo il 12,8% aderisce alla paleo-dieta, che prescrive un ritorno alle origini in tema di alimentazione.
La maggior parte di chi ha deciso di seguire una dieta 'veg' lo ha fatto principalmente perché convinto degli effetti positivi di queste pratiche alimentari sulla salute della persona (38,5%), circa un vegetariano/vegano su cinque (20,5%) ha cambiato alimentazione per amore e rispetto nei confronti degli animali, mentre il 14,1% ha abbracciato questi regimi alimentari come filosofia di vita e la stessa percentuale lo ha fatto per mangiare meno e meglio.
Solo il 3,8% dei vegani/vegetariani è stato mosso principalmente da valutazioni sull’impatto positivo che queste diete possono avere sull’ambiente e sono pochi anche coloro i quali si sono avvicinati a vegetarianesimo e veganesimo spinti dalla sola curiosità (3,8%).
Decidono di diventare vegetariani/vegani perché convinti della salubrità di questa scelta soprattutto gli uomini (41,4%), questa motivazione spinge anche una buona fetta delle donne (36,7%). Queste ultime, però, più degli uomini mostrano una maggiore sensibilità nei confronti degli animali (22,4% contro il 17,2%). È dopo i 65 anni di età che si fa strada in modo più marcato l’idea che rinunciare a carne e pesce faccia bene alla salute (60%), mentre il rispetto nei confronti degli animali è all’origine del cambio di dieta soprattutto per i 25-34enni (40%).
Difficile? No. La maggior parte dei vegetariani e dei vegani italiani (60,8%), afferma di non trovare alcuna difficoltà nel reperire i prodotti per la propria dieta vicino casa. Supermercati e altri esercizi commerciali si sono infatti attrezzati per saper rispondere alle nuove esigenze alimentari dei consumatori, ma le cose sembrano complicarsi fuori dalle mura domestiche.
La situazione in cui appare più difficoltoso trovare un pasto adatto ai vegetariani/vegani è durante un viaggio: nel 73,6% dei casi mangiare in aereo, treno, nave ed autogrill diventa un problema. Ma anche trovare qualcosa di adatto da mangiare nei ricevimenti di cerimonie, feste o eventi può essere difficoltoso (67,6%). Le mense nei luoghi di lavoro si sono in parte attrezzate per accogliere i lavoratori vegetariani/vegani: non riscontra problemi il 44% di chi vi usufruisce. Mentre mangiare al ristorante/bar (luoghi pubblici che dovrebbero essere preparati ad un tipo di accoglienza più varia possibile) spesso è complicato (55,4%) per i vegetariani/vegani.
Fare la spesa vicino casa costituisce un problema per la maggior parte dei vegetariani e dei vegani residenti nelle isole (54,5%). Al nord-ovest si indica più spesso come difficoltà quella di trovare un pasto in aereo, treno, nave ed autogrill (92,3%) e nei ricevimenti di matrimoni, feste ed eventi (84,6%).
Agli intervistati che hanno dichiarato di non essere vegani, è stato poi chiesto di esprimere un giudizio su chi ha abbracciato questo stile alimentare. Il 42,4% del campione ritiene che si tratti di una scelta personale rispettabile, a cui si aggiunge l’8,2% di quanti valutano il veganesimo come una scelta ammirevole.
A giudicare meno positivamente la scelta vegana è il 30,3% degli italiani che la ritiene una scelta estrema e radicale ed il 19,1% che afferma che questo stile di vita sia spesso accompagnato da fanatismo ed intolleranza. Insomma, gli italiani sono divisi a metà fra chi attribuisce al veganesimo un’accezione positiva (50,6%) e quanti ne rilevano soprattutto gli aspetti negativi (49,4%).
A giudicare in maniera positiva la scelta vegana sono i più giovani: nel complesso, in queste due fasce d’età la visione positiva del veganesimo è superiore rispetto alle altre e supera la metà del campione (58,8% e 55,2%).
Foto di pixabay.com / Fonte: adnkronos.com