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- Posted By: Capuano Edoardo
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Esaminati i modelli di cura, coalizione e condivisione del cibo nei bonobo (Pan paniscus), uno dei nostri parenti viventi più stretti, la cui rara tolleranza verso l’esterno facilita le opportunità di interazione tra i gruppi
La cooperazione oltre i confini familiari e di gruppo è fondamentale per il funzionamento delle società umane, ma la sua evoluzione rimane poco chiara.
Un nuovo studio pubblicato su Science (1) mette in discussione l’idea secondo cui solo gli esseri umani sono in grado di formare relazioni cooperative forti e strategiche e di condividere risorse tra gruppi non familiari. Ricercatori dell'Università di Harvard e del Centro tedesco dei primati hanno esaminato il comportamento prosociale dei bonobo (Pan paniscus), uno dei parenti viventi più stretti dell'umanità, scoprendo che la loro cooperazione si estende oltre il proprio gruppo fino alla cooperazione sociale con gruppi diversi.
Lo studio dei due parenti viventi più stretti dell'uomo, gli scimpanzé e i bonobo, può aiutare a ricostruire tratti umani ancestrali come la cooperazione e il conflitto. Nonostante vivano in gruppi sociali simili composti da diversi membri adulti di entrambi i sessi, le due specie sono fondamentalmente diverse nel modo in cui interagiscono all'interno dei gruppi sociali. Tra gli scimpanzé, i nostri parenti più studiati, le relazioni tra i diversi gruppi sono prevalentemente ostili e l’aggressione letale non è rara. Di conseguenza, i modelli dell’evoluzione umana spesso presuppongono che l’ostilità e la violenza di gruppo siano innate nella natura umana.
Lo studio dei bonobo porta alla luce una storia diversa. I bonobo in via di estinzione sono notoriamente difficili da studiare nel loro habitat naturale, poiché vivono solo in parti remote e in gran parte inaccessibili della Repubblica Democratica del Congo. Il professore di Harvard Martin Surbeck (2) e autore senior dello studio, che ha avviato e dirige la ricerca nella Riserva dei bonobo di Kokolopori, osserva: «È attraverso una forte collaborazione e il sostegno della popolazione locale Mongandu di Kokolopori, nella cui foresta ancestrale i bonobo vagano, che gli studi su questa affascinante specie diventano possibili».
Il dottor Surbeck ha continuato: «Siti di ricerca come Kokolopori contribuiscono sostanzialmente non solo alla nostra comprensione della biologia delle specie e della nostra storia evolutiva, ma svolgono anche un ruolo vitale nella conservazione di questa specie in via di estinzione».
Quando diversi gruppi di bonobo si incontrano, spesso viaggiano, riposano e si nutrono insieme. A differenza degli scimpanzé, i ricercatori non hanno osservato dispute tra i bonobo che portano ad aggressioni letali. «Seguindo e osservando molteplici gruppi di bonobo a Kokolopori, siamo colpiti dai notevoli livelli di tolleranza tra i membri di gruppi diversi. Questa tolleranza apre la strada a comportamenti cooperativi pro-sociali come la formazione di alleanze e la condivisione del cibo tra gruppi, in netto contrasto con ciò che vediamo negli scimpanzé», afferma la dottoressa Liran Samuni (3), leader del gruppo Emmy Noether presso il Centro tedesco dei primati di Göttingen e autrice principale di questo studio.
La ricerca rileva che i bonobo non interagiscono in modo casuale tra i gruppi. Invece, la cooperazione avviene tra pochi eletti. A tal proposito il dottor Martin Surbeck sostiene che «Interagiscono preferenzialmente con membri specifici di altri gruppi che hanno maggiori probabilità di ricambiare il favore, dando vita a forti legami tra individui pro-sociali. Tali connessioni sono anche aspetti chiave della cooperazione osservata nelle società umane. I bonobo ci mostrano che la capacità di mantenere relazioni pacifiche tra i gruppi estendendo allo stesso tempo atti di pro-socialità e cooperazione ai membri del gruppo esterno non è unicamente umana».
La dottoressa Liran Samuni aggiunge: «La capacità di studiare come emerge la cooperazione in una specie così strettamente imparentata con gli esseri umani sfida la teoria esistente, o almeno fornisce informazioni sulle condizioni che promuovono la cooperazione tra gruppi rispetto ai conflitti».
Le culture umane, le tradizioni e le norme sociali consentono la cooperazione tra le nostre società. L’importanza di questa cooperazione tra diversi gruppi umani è indiscussa. Porta allo scambio di idee, alla diffusione di innovazioni e all’accumulo di conoscenza nello spazio e nel tempo. Le reti umane favoriscono lo scambio di risorse, dando luogo al commercio di materiali e beni che possono compensare le carenze. I bonobo condividono anche le risorse tra gruppi, e lo fanno senza alcuna forte influenza culturale.
Gli autori dello studio sottolineano le somiglianze tra la cooperazione sociale dei bonobo e quella degli esseri umani.
Secondo gli autori, le intuizioni dei bonobo dovrebbero mettere in discussione l’idea che la cultura e le norme sociali siano componenti necessarie affinché emerga la cooperazione tra i gruppi. I bonobo mostrano che la guerra costante tra gruppi vicini non è necessariamente un’eredità umana e non sembra inevitabile dal punto di vista evolutivo, dicono gli autori.
Riferimenti:
(1) Cooperation across social borders in bonobos
(2) Martin Surbeck
(3) Liran Samuni
Descrizione foto: I ricercatori hanno esaminato i comportamenti prosociali dei bonobo selvatici. - Credit: Martin Surbeck/Harvard University.
Autore traduzione riassuntiva e adattamento linguistico: Edoardo Capuano / Articolo originale: Insight into evolution of cooperation