Ricerche

Il volume dei rifiuti immessi nel Mediterraneo va ridotto del 50%

Rifiuti sui fondaliGli ambientalisti di Seas at Risk chiedono ai paesi europei di ridurre di almeno del 50% il volume dei rifiuti immessi in mare e sopratutto della plastica.

I Paesi membri dell’Europa devono, entro il prossimo luglio, annunciare i provvedimenti che adotteranno nell’ambito della Marine Strategy Framework Directive.

Inoltre la Direttiva impone già da 4 anni il monitoraggio dell’inquinamento entro la metà del 2014 per contenere sia le perdite di pesce sia di biodiversità marina. Come se non bastasse la plastica dal mare sarebbe entrata nella catena alimentare.

L’appello è giunto oggi ai rappresentanti di OSPAR le 15 nazioni costiere e insulari europee che sono in riunione a l’Aja da oggi e fino al 20 aprile per discutere delle minacce ambientali nelle acque europee -Environmental Impact of Human Activities Committee.

L’UNEP identifica in navi mercantili, pescherecci, navi da guerra le piattaforme petrolifere off-shore e di gas e imbarcazioni da diporto la fonte dell’inquinamento proveniente dal mare; mentre discariche cittadine, scarico dai corsi d’acqua, reti fognarie e le acque meteoriche sono importanti fonti da basi terrestri. E in mare, ci finisce veramente di tutto.

Creato pesce-automa con lo scopo di salvare le specie a rischio

Pesce-automaUn pesce robot sa integrarsi perfettamente fra i veri pesci, al punto di diventarne il leader.

È stato messo a punto grazie ad una ricerca condotta in collaborazione fra Italia, con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e Stati Uniti, con la New York University, e pubblicata sul Journal of the Royal Society Interface.

I ricercatori non escludono che in futuro il pesce-robot potrebbe essere utilizzato per la salvaguardia delle specie marine in pericolo. Il pesce robot è stato ideato e realizzato grazie alla collaborazione fra l'Istituto per l'ambiente marino costiero del Cnr di Oristano (Iamc-Cnr) e l'Istituto politecnico della New York University (Nyu-Poly), sotto la guida di Stefano Marras (Iamc-Cnr) e Maurizio Porfiri (Nyu-Poly).

"Il robot, realizzato presso la Nyu-Poly, è stato testato mentre nuotava assieme ai pesci in un tunnel di nuoto a differenti velocità del flusso", spiega Marras.

I primi test, prosegue, hanno dimostrato che il movimento del robot riesce a creare condizioni di turbolenza tali che i pesci tendono a seguirlo in modo da ridurre il proprio dispendio energetico.

Secondo l'Fmi vivere troppo a lungo non giova all'economia mondiale

LongevitàGli asset sicuri scarseggiano e sui conti pubblici pesa il fattore longevità, che minaccia la sostenibilità di bilancio con il rischio, in alcuni paesi, di far schizzare il rapporto debito-pil di oltre 50 punti percentuali.

L'allarme è del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), secondo il quale l'allungamento delle vita implica costi enormi che possono essere compensati con l'aumento dell'età pensionabile, il versamento di maggiori contributi e una riduzione del deficit. È però necessario che i governi agiscano subito in quanto le misure ad hoc per mitigare i rischi “impiegano anni per dare i loro frutti”.

L'allungamento delle prospettive di vita ha ricadute sia sul settore pubblico sia sul settore privato. “Le implicazioni finanziarie del vivere più del previsto sono molto grandi: se nel 2050 la vita media si allungherà di 3 anni rispetto alle attese attuali, i costi già ampi dell'invecchiamento della popolazione aumenteranno del 50%”.

Ed è per questo che i governi devono correre ai ripari in fretta.

Le autorità devono essere consapevoli della loro esposizione al rischio di longevità e favorire iniziative per trasferire il rischio. Particolare attenzione andrebbe inoltre data a una maggiore educazione finanziaria. “Pochi governi ammettono il rischio longevità. Quando lo fanno, riconoscono che è ampio”.

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