Ricerche

Secondo una ricerca la chemioterapia favorisce i tumori

ChemioterapiaDagli States, Paese all'avanguardia nella ricerca medica e nella cura dei tumori, arriva una scoperta che potrebbe rivoluzionare nel giro di poco tempo il sistema delle cure del cancro.

La chemioterapia usata da decenni per combattere i tumori, in realtà può stimolare, nelle cellule sane circostanti, la secrezione di una proteina che sostiene la crescita e rende 'immune' il tumore a ulteriori trattamenti.

La scoperta, "del tutto inattesa", è stata pubblicata sulla rivista Nature ed è frutto di uno studio statunitense sulle cellule del cancro alla prostata.

Il sistema immunitario si fortifica grazie alla stimolazione dei batteri della pelle

BatteriI microbi che abbiamo comunemente sulla pelle tendono a respingere le infezioni. A dirlo è uno studio del National Institute of Allergy and Infectious Disease di Bethesda, pubblicato su ‘Science’.

Le comunità batteriche della pelle possono aumentare l’immunità e respingere l’infezione, in base a questo nuovo studio condotto sui topi. Solitamente, la maggior parte degli articoli scientifici, fra le migliaia di miliardi di batteri che colonizzano il nostro corpi, il cosiddetto ‘microbiotà, si è concentrata finora sui batteri che vivono nell’intestino.

Tuttavia, quasi tutte le parti del nostro corpo sono abitate da batteri, compresa la pelle e finora Gli scienziati non hanno avuto ben chiaro l’impatto di questi microbi, apparentemente benigni, sulla nostra salute.

Shruti Naik e colleghi hanno mostrato che i batteri della pelle, come lo Staphylococcus epidermidis, guidano lo sviluppo delle cellule immunitarie nella pelle dei topi.

Inoltre, i batteri della pelle promuovono una risposta immunitaria protettiva contro le infezioni del parassita ‘Leishmania major’.

Ricostruito il genoma mitocondriale partendo da frammenti di sequenze genomiche

DNAMessa a punto dall’Istituto di biomembrane e bioenergetica del Cnr un’innovativa metodologia che consente di interpretare e ricostruire l’intero Dna mitocondriale a partire dai dati prodotti dal sequenziamento dei geni umani presenti nei cromosomi nucleari. Si apre un nuovo orizzonte nello studio delle malattie genetiche. I risultati sono stati pubblicati su Nature Methods

Partendo da frammenti di sequenze genomiche prodotte per tutt’altro scopo, è possibile recuperare le informazioni necessarie a ricostruire in maniera pressoché completa il genoma mitocondriale, ovvero il Dna di quegli organelli che rappresentano la ‘centrale energetica’ delle cellule e che hanno un patrimonio genetico indipendente da quello nucleare racchiuso nei cromosomi.

L’innovativa metodica bioinformatica è stata messa a punto da Ernesto Picardi e Graziano Pesole, rispettivamente ricercatore e direttore dell’Istituto di biomembrane e bioenergetica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibbe-Cnr) e docenti di Biologia molecolare del dipartimento di Bioscienze, biotecnologie e scienze farmacologiche dell’Università di Bari. I risultati sono pubblicati sulla rivista Nature Methods.

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