Attenti alla variante ESPERTI


Attenti alla variante ES-PERTI

Le istituzioni sanitarie, gli esperti e gli organi governativi che avrebbero dovuto elaborare e predisporre adeguati piani di prevenzione nonché opportune strategie di intervento condivise, sia a livello nazionale che transnazionale, si sono fatte/i trovare vergognosamente impreparate/i.

Se qualcuno sperava che a distanza di cento anni dagli effetti disastrosi provocati dalla pandemia H1N1 del 1918 nota come la Spagnola, le istituzioni nazionali e transnazionali preposte alla vigilanza e salvaguardia della salute pubblica, nonché gli esperti del settore (virologi, epidemiologi, vaccinologi & Co.) pagati con i soldi dei contribuenti, avrebbero fatto tesoro dell’esperienza del passato remoto e del passato prossimo (pandemia H1N1 del 2009) e non si sarebbero fatte/i trovare impreparate/i di fronte a un evento pandemico provocato da un patogeno respiratorio ad alto impatto come il SARS-COV-2, preannunciato dalla SARS del 2002, sarà rimasto deluso. Le istituzioni sanitarie, gli esperti e gli organi governativi che avrebbero dovuto elaborare e predisporre adeguati piani di prevenzione nonché opportune strategie di intervento condivise, sia a livello nazionale che internazionale, si sono fatte/i trovare disgraziatamente impreparate/i. Risultato: il caos.

Uno stato di impreparazione su scala nazionale e internazionale evidenziato, con un perfetto tempismo, dal report del Center for Health Security della Johns Hopkins University (1), pubblicato il 18 settembre 2019 e commissionato dal Global Preparedness Monitoring Board (GPMB), un organismo costituitosi nel 2018 con sovvenzionamenti sia pubblici che privati (tra questi quelli della Bill and Melinda Gates Foundation) e il patrocinio, tra gli altri, della World Health Organization e del World Bank Group, la cui mission dichiarata è quella di monitorare lo stato di preparazione e le capacità di risposta nazionali e internazionali in vista di nuove epidemie/pandemie. Un organismo nato con tutte le carte in regola per affermarsi come punto di riferimento internazionale non solo per la rilevazione dello stato delle cose ma anche per la definizione delle raccomandazioni e dei piani di intervento da adottare in caso di eventi pandemici.

Nel report citato vengono esaminati gli stati di preparazione nazionale e globale in 10 aree funzionali (2), compresi:

  • i meccanismi di preparazione globale;
  • il coinvolgimento e il coordinamento multisettoriale;
  • la sorveglianza, il monitoraggio e la valutazione;
  • i sistemi sanitari e la gestione clinica;
  • il coinvolgimento della comunità;
  • la comunicazione del rischio;
  • la ricerca e lo sviluppo di contromisure mediche;
  • interventi non farmaceutici;
  • il rilascio accidentale (di un agente patogeno) e la bioprotezione;
  • l'uso deliberato (di un agente patogeno) e la biosicurezza.

Il primo Annual report on global preparedness for health emergensies rilasciato nel settembre 2019 dal GPMB e poi aggiornato al settembre 2020 (3), ripropone il report del Center for Health Security della Johns Hopkins University con un titolo che non lascia presagire niente di buono: A World at Risk. Un presagio che si trasforma in un preavviso e una chiamata alle armi, rivolta a tutti i soggetti, pubblici e privati, che avrebbero dovuto (ma non lo hanno fatto) o che dovranno prevenire-prepararsi-affrontare gli effetti di un evento pandemico (che ha colto tutti impreparati tranne il GPMB), provocato da un patogeno respiratorio ad alto impatto.

E così, forti del mandato e delle indicazioni ricevute via GPMB dai piani alti della Chiesa della Scienza (più esattamente dai vertici del vannevariano academic/industrial/military iron triangle (AIMIT) – Vannevar Bush, 1957), riguardanti il come, il quando e il dove intervenire, ecco che quelle stesse istituzioni “latitanti” e quegli stessi esperti “distratti” si permettono, a danno compiuto e ancora lontano dall’essere risolto, di alzare la voce pretendendo (sostenuti da un decreto legge dopo l’altro e spalleggiati dalla martellante propaganda mass-mediale condotta in stile goebbelsiano (4)) di essere ascoltati, di essere credibili, di non dover rispondere di responsabilità alcuna se non quella di esortare la popolazione ad adottare un comportamento responsabile.

Di più, sfoggiano il peggio dello scientismo contemporaneo e appellandosi alla sacralità della loro Scienza inveiscono contro chiunque si permetta, a torto o a ragione, di mettere in discussione o semplicemente di prendere le distanze dalle loro Verità Scientifiche (dogmi). Si ergono a paladine/i della divina Scienza, indossano le vesti di sacerdoti-scienziati a capo di sedicenti Tribunali della Inquisizione istituiti dall’ordine dei Si-VAX e approfittano del fatto che molti No-VAX militano o simpatizzano per la Chiesa del movimento Next Age (la versione post-guerra fredda del movimento New Age, da cui ha preso forma la Chiesa di QAnon, una cloaca in via di espansione che raccoglie un numero esagerato di paranoici e di visionari seriali ispirati da sacerdoti-sciamani iper-narcisisti: ricordate l’assalto al Campidoglio americano del gennaio 2021?), per inscenare una guerra di religione con tanto di accuse di eresia rivolte a chiunque pascoli fuori dall’ortodossia scientifica, condannandolo, nel migliore dei casi, alla pena del pubblico disprezzo. Stigmatizzano come irresponsabile chiunque dissenti anche solo in parte dalle scelte introdotte nella gestione della pandemia, incluso il ricorso (fallimentare) ad App di tracciamento anti-COVID o a lasciapassare sanitari tipo Green Pass o a misure restrittive, spesso giudicate discutibili dagli stessi addetti ai lavori, nonchè il ricorso indiscriminato a vaccini anti COVID di ultima generazione che in realtà sono terapie geniche sperimentali di cui non si conoscono gli effetti a medio e lungo termine (in diversi casi gli effetti collaterali a breve termine sono stati deleteri, per qualcuno sono stati fatali).

Ebbene, se a distanza di 17 mesi dalla tardiva dichiarazione di pandemia COVID-19, rilasciata dall’OMS l’11 marzo 2020, ci troviamo ancora in piena emergenza sanitaria, e se lo saremo ancora per non si sa quanto, non lo dobbiamo agli eretici No-VAX o agli indecisi Ni-VAX né alla “irresponsabilità dei dissidenti”, ma all’imperizia di chi, ricoprendo un ruolo dirigenziale negli “organismi preposti” o possedendo una specifica competenza perché “esperto del settore”, avrebbe dovuto sapere prima cosa fare e come farlo. A questi dirigenti e a questi “esperti del giorno dopo” diciamo che avremmo fatto e facciamo volentieri a meno dei loro appoggi politici e della loro accademica competenza, suggellata da brillanti meriti curricolari, e che al netto dell’accertamento di eventuali responsabilità civili e penali a loro carico, li dichiariamo inadatti a svolgere le funzioni che il loro ruolo richiede. In ragione di ciò, riteniamo doveroso che nei loro confronti vengano presi provvedimenti disciplinari quantomeno analoghi a quelli introdotti per il personale sanitario e per il personale scolastico che non adempie all’obbligo “vaccinale”: demansionamento e sospensione dal servizio con decorrenza immediata (oltre al divieto di ingresso in luoghi pubblici etc.).

Che provvedimenti sono stati presi o verranno presi nei confronti di chi ha causato questa pandemia, insabbiando e depistando le proprie responsabilità nell’origine e nella diffusione del contagio?

Confezionata dal regime poliziesco di Pechino per essere impunemente esportata in tutto il mondo (OMS consenziente e compiacente), ad oggi (agosto 2021) la pandemia COVID-19 ha causato (il danno):

  • oltre 4 milioni di morti COVID-19 correlate, soprattutto tra gli over sessanta,
  • la vita di milioni di persone di ogni età stravolta,
  • la prospettiva per le nuove generazioni di un futuro ancora più incerto e precario di come già non fosse con gli scenari delineati dalla Rivoluzione Industriale 4.0 (massiccia robotizzazione delle filiere produttive con milioni di posti di lavoro persi e qualche centinaio di migliaia di nuovi posti creati su nuove competenze STEM, acronimo di science-technology-engineering-mathematics),
  • danni economici incalcolabili e danni alla salute della popolazione mondiale ancora non quantificabili (derivanti dal contatto con il virus SARS-COV-2 e successiva guarigione gravata da effetti collaterali che tendono a cronicizzare, ma anche dalla somministrazione delle terapie geniche messe a punto per simulare l’azione dei vaccini, ovvero stimolare la risposta immunitaria, nonché dalla prolungata interruzione o dal prolungato ritardo di tutti gli interventi sanitari non COVID correlati, dagli effetti psicologici sulle relazioni e sulla popolazione più fragile),
  • milioni di lavoratori rimasti disoccupati.

Ma anche (la beffa):

  • un trend in crescita per il Pil cinese e per l’export di prodotti e dispositivi medicali virus-correlati made in China,
  • affari d’oro per le Corporations farmaceutiche che non avendo affatto sottovalutato l’avvertimento rivolto alle nazioni dall’OMS nell’autunno del 2004, quando veniva dato per certo che avremmo dovuto affrontare altri eventi pandemici, senza poter dire quando questo si sarebbe verificato, si sono attrezzate in tempo, riuscendo a tappare la voragine preventiva lasciata dagli “organi competenti” e dagli “esperti del giorno dopo”, con la produzione e distribuzione su larga scala e in tempi record di terapie geniche anti SARS-COV-2,
  • affari d’oro per la filiera dell’informatica, dell’elettronica, della telefonia e delle telecomunicazioni, il risultato di una straordinaria diffusione dello smart working e della DAD.

E dulcis in fundo:

  • una forte accelerazione al processo di robotizzazione della società (effetto collaterale della robotizzazione delle guerre della prima metà del XXI secolo, così come la computerizzazione della società è stato un effetto collaterale della computerizzazione delle guerre della seconda metà del XX secolo), che grazie al distanziamento sociale e al tracciamento del contagio mira ad ottenere, prima del previsto, il lasciapassare per la realizzazione della Società Smart (leggi Società della Sorveglianza 4.0) e per l’implementazione dell’ingegneria genetica nella vita delle persone. Due prospettive edificate su un terreno argilloso, dal momento che tutto ciò che orbita nel cyberspazio è soggetto ad un fenomeno “endemico” deleterio, l’hackeraggio, che pende come una spada di Damocle sulla testa di tutti i cybernauti (pubblici e privati) e che richiede un costante investimento in cybersicurezza (risorse umane, tecnologiche, economiche), con conseguenze potenzialmente disastrose (vedi il recente attacco hacker ai server della Regione Lazio).

Ma c’è anche un altro effetto, oltre al danno e alla beffa. La filiera occidentale dell’intrattenimento e della distrazione di massa non ha retto al peso di un inatteso e pressante fardello, il gusto amaro di una possibilità a lungo occultata dalla disinvolta euforia dell’usa e getta: E se oggi toccasse proprio a me… morire?!

Allarme rosso. Una morte invisibile aleggia nell’aria e ti toglie il respiro. L’effetto è devastante. Si salvi chi può. Consenso totale e incondizionato: tutti chiusi in casa, vietato respirare a bocca aperta, che dio ci aiuti, siamo tutti nelle mani degli esperti (quelli del giorno dopo?).

In preda agli spasmi dell’emergenza, il terrorismo mediatico semina il panico e proclama lo stato di guerra, siamo in guerra contro un nemico invisibile. Una sospensione emergenziale dello stato di pace che contempla, tra l’altro, l’uso strumentale dell’intervento militare a sostegno del volontariato (militi della Assistenza Pubblica, Protezione Civile, Croce Rossa; emblematiche le immagini e i relativi commenti funerari delle fila di camion militari reclutati per il trasporto delle salme durante il primo lock down) e del personale del Servizio Sanitario Nazionale (grande enfasi posta sul ricorso al personale militare durante ogni fase critica dell’emergenza sanitaria, così come in occasione della campagna di vaccinazione di massa tutt’ora in corso); l’abuso del gergo militare (coprifuoco & Co.); il resoconto giornaliero in stile bollettino di guerra dell’andamento della pandemia con annessi e connessi, morti e feriti, inclusa la declinazione dei No-VAX dei Ni-VAX e dei “dissidenti” come nemici della Patria e “traditori”, che non si arruolano o che disertano la chiamata alle armi per codardia (mancanza di senso civico, di rispetto delle regole, etc.).

Una sospensione dello stato di pace che si consolida con la nomina di un generale pluridecorato dell’esercito a capo della task force che deve far fronte all’emergenza sanitaria (sino alla vittoria finale?), accolto dallo sventolio di bandiere tricolore squillo di trombe e rullo di tamburi. Ma come, non ci avevano detto che il senso di appartenenza alla Madre Patria (leggi patriottismo) doveva lasciare il posto al senso di appartenenza alla Unione Europea? Ma questo Figliuolo, per chi lavora? Per gli italiani, per la UE o per l’AIMIT?

Con la guerra pandemica COVID-19 si è materializzato uno degli incubi a cui da anni ci hanno abituato le storie, in stile hollywoodiano e bollywoodiano, confezionate sulle intrepide gesta di leggendari supereroi dotati di poteri straordinari, prescelti o predestinati dal Bene per combattere e sconfiggere il Male. Una saga mitologica tornata alla ribalta dopo l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, più precisamente con la dichiarazione di guerra all’Asse del Male (Axis of Evil) lanciata da George W. Bush il 29 gennaio 2002.

Il nemico è in agguato e sta per colpire, o ha già colpito, ma per fortuna non tutto è perduto. Uno sparuto drappello di Guerrieri della Luce in tuta mimetica o in abiti spaziali o in abiti civili o in vesti e paramenti sacerdotali, anzi no un team di scienziati, un Comitato Tecnico Scientifico (CTS), i Guerrieri della Luce ai tempi della pandemia, è pronto a salvare l’umanità dalla minaccia che viene dalle oscure profondità di mondi para ed extra-umani, dall’aldilà o dall’aldiquà, o perché no, dall’oscurità di una grotta cinese infestata da orripilanti pipistrelli grossi come pangolini (meglio di così!).

E ancora una volta la Luce trionferà sulle Tenebre, il Bene sul Male, l'Uomo Bianco sull'Uomo Nero, la Scienza sui suoi detrattori, l’ingegneria genetica sul coronavirus (anche se il SARS-COV-2 fosse un prodotto di ingegneria genetica?). Ed eccolo il Salvatore, il prescelto, l’eletto, l’Eroe, il frutto del sapere scientifico, del saper fare tecnico e della tecnologia di ultima generazione: le terapie geniche, consegnate al plauso generale sotto forma di nuova generazione di “vaccini” salvavita.

Un prodotto rigorosamente artificiale che per sembrare naturale aderisce alla moda del green è bello, quella trainata dalla Green Economy (ovvero dall’illusione di rimediare al disastro ecologico prodotto dal modello di sviluppo economico liberista, facendo finta di cambiare modello di sviluppo piazzando una pala eolica qui, un pannello solare lì, benzina verde là, transizione green su e giù, un Friday for future everywhere).

E qui, come per magia, un lasciapassare sanitario diventa un Green Pass.

Virus biologici, virus bioingegnerizzati, virus informatici, Moda Green, Intelligenza Artificiale, benvenuti nell’Era dell’idiozia digitale con il Green Pass.

Riferimenti:

(1) Preparedness for a High-ImpactRespiratory Pathogen Pandemic

(2) Center for Health Security report assesses preparedness for high-impact respiratory pathogen

(3) A World at Risk

(4) 11 Tattiche Oscure della Manipolazione dell’Opinione Pubblica

Corresponding author: Claudio Messori - Independent Researcher - - Claudio Messori - - Address: Str. Villaggio Prinzera 1, Fraz. Boschi di Bardone, Terenzo 43040, Italy - Phone: +393282876077, e-mail: messori.claudio(at)gmail.com