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Come vengono utilizzati i soldi delle donazioni?
Telethon, è una fondazione che raccoglie i soldi per le ricerche. Come le associazioni umanitarie tipo Unicef, Save the Children hanno un bel numero di personale e hanno dei costi da sostenere, e quindi utilizzano le donazioni per pagare stipendi, tasse degli immobili, conti in banca, etc..
Le associazioni diventano così aziende commerciali, e non più associazioni che devolvono interamente il denaro ricevuto da donatori.
Il Telethon raccoglie annualmente tanti euro quanto il bilancio di funzionamento di tutto l’Inserm. La gente pensa di donare soldi per la cura. Ma la terapia genica non è efficace. Se i donatori sapessero che il loro denaro, prima di tutto è utilizzato per finanziare le pubblicazioni scientifiche, ma anche i brevetti di poche imprese, o per eliminare gli embrioni dai geni deficienti, cambierebbero di parere.
“Il professor Marc Peschanski, uno dei architetti di questa terapia genica, ha dichiarato che abbiamo intrapreso una strada sbagliata. Si stanno facendo progressi nella diagnosi, ma non per guarire.
Inoltre, anche se progrediamo tecnicamente, noi non comprendiamo molto di più la complessità della vita. Poiché non possiamo guarire le malattie, sarebbe preferibile cercare di scoprirne l’origine, prima che si verifichino. Ciò consentirebbe l’assoluta comprensione dell’uomo, di una certa definizione di uomo”.
Leggiamo con attenzione questi 2 articoli:
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La Grande Truffa di Telethon
Sono 20 anni che questa “grande fiera” televisiva continua… Ecco cosa ne pensa un ricercatore, uno specialista in biologia della riproduzione.
[Di Olivier Bonnet. Preso da Tuttouno.blogspot.it. Originale pubblicato su alterinfo. net con il titolo La grande escroquerie du Téléthon Le professeur Testard dénonce une “mystification”. Traduzione di Giuditta.]
“È scandaloso. Il Telethon raccoglie annualmente tanti euro quanto il bilancio di funzionamento di tutto l’Inserm. La gente pensa di donare soldi per la cura. Ma la terapia genica non è efficace. Se i donatori sapessero che il loro denaro, prima di tutto è utilizzato per finanziare le pubblicazioni scientifiche, ma anche i brevetti di poche imprese, o per eliminare gli embrioni dai geni deficienti, cambierebbero di parere.
“Il professor Marc Peschanski, uno dei architetti di questa terapia genica, ha dichiarato che abbiamo intrapreso una strada sbagliata. Si stanno facendo progressi nella diagnosi, ma non per guarire. Inoltre, anche se progrediamo tecnicamente, noi non comprendiamo molto di più la complessità della vita. Poiché non possiamo guarire le malattie, sarebbe preferibile cercare di scoprirne l’origine, prima che si verifichino. Ciò consentirebbe l’assoluta comprensione dell’uomo, di una certa definizione di uomo”. ~ Da un’intervista con Medicina-Douces.com (sito non più raggiungibile, guarda caso...).”
Jacques Testard, è direttore della ricerca presso l’Istituto Nazionale della Sanità e della Ricerca Medica (Inserm), specialista in biologia della riproduzione, “padre scientifico” del primo bebè-provetta francese, e autore di numerose pubblicazioni scientifiche che dimostrano il suo impegno per una “scienza contenuta entro i limiti della dignità umana”.
Testard scrive sul suo blog, fra l’altro:
Gli OGM (organismi geneticamente modificati) sono disseminati inutilmente, perché non hanno dimostrato il loro potenziale, e presentano un reale rischio per l’ambiente, la salute e l’economia. Essi non sono che degli avatar dell’agricoltura intensiva che consentono ai produttori di fare fruttificare i brevetti sulla Natura e la Vita.
Al contrario, i test terapeutici sugli esseri umani sono giustificati quando sono l’unica possibilità, anche piccola, per salvare una vita. Ma è assolutamente contraria all’etica scientifica (e medica) far credere a dei successi imminenti di uno o di un altro farmaco. Nonostante i numerosi errori, i fautori della terapia genica (spesso gli stessi fra quelli degli OGM) sostengono che “finiremo per arrivarci”, e hanno creato un tale aspettativa sociale che il “misticismo del gene” si impone ovunque, sino nell’immaginario collettivo.
Il successo costante del Telethon dimostra questo effetto, poiché a forza di ripetute promesse, e grazie alla complicità di personalità mediatiche e scientifiche, questa operazione raccoglie donazioni per un importo vicino al bilancio di funzionamento di qualsiasi ricerca medica in Francia. Questa manna influisce drammaticamente sulla ricerca biologica in quanto la lobby del DNA dispone del quasi monopolio dei mezzi finanziari (finanziamenti pubblici, dell’industria e della beneficenza) e intellettuali (riviste mediche, convenzioni, contratti, man bassa sugli studenti…).
Quindi, la maggior parte delle altre ricerche sono gravemente impoverite – un risultato che sembra sfuggire ai generosi donatori di questa enorme operazione caritativa…
Per completare, ultima citazione estratta dal libro di Testard “La bicicletta, il muro e il cittadino”:
Tecnoscienza e mistificazione: il Telethon
Da due decenni, ogni anno, due giorni di programmazione della televisione pubblica sono esclusivamente riservati ad un’operazione orchestrata, alla quale contribuiscono tutti gli altri mezzi di comunicazione: il Telethon. Col risultato che, delle patologie, certamente drammatiche ma che, per fortuna, interessano relativamente poche persone (due o tre volte inferiore alla sola trisomia 21, per esempio), mobilitano molto di più la popolazione e raccolgono molti più soldi rispetto ad altrettante terribili malattie, un centinaio o un migliaio di volte più frequenti.
Possiamo solo constatare un meritato successo di una efficace attività di lobbying e consigliare a tutte le vittime, di tutte le malattie, di organizzarsi per fare altrettanto.
Ma si dimenticherebbe, per esempio, che:
- il potenziale caritativo non è illimitato. Quello che ci donano oggi contro la distrofia muscolare, non lo doneranno domani contro la malaria (2 milioni di decessi ogni anno, quasi tutti in Africa);
- quasi la metà dei fondi raccolti (che sono equivalenti al bilancio annuale di funzionamento di tutta la ricerca medica francese) alimentano innumerevoli laboratori che influenzano fortemente le linee guida. Contribuendo in tal modo alla supremazia finanziaria dell’Associazione francese contro la distrofia muscolare (l’AFM che raccoglie e ridistribuisce a suo piacimento i fondi raccolti), sarebbe anche e soprattutto impedire ai ricercatori (statutari per la maggior parte, e quindi pagati dallo Stato, ma anche laureati e, soprattutto, studenti, sicuramente raccomandati, post-dottorato che vivono sul finanziamento della AFM) di contribuire alla lotta contro altre malattie, e/o di aprire nuove strade;
- non è sufficiente disporre di mezzi finanziari per guarire tutte le patologie. Lasciar credere a questo strapotere della medicina, come lo fa il Telethon è indurre in errore i pazienti e le loro famiglie;
- dopo venti anni di promesse, la terapia genica, non sembra essere la buona strategia per curare la maggior parte delle malattie genetiche;
- quando delle somme così importanti sono raccolte, e portano a tali conseguenze, il loro utilizzo dovrebbe essere deciso da un comitato scientifico e sociale che non sia sottomesso all’organismo che le colletta.
Ma anche, come non domandarsi sul contenuto di una “magica” operazione in cui le persone, illuminate dalla fede scientifica, corrono fino ad esaurimento o fanno nuotare i loro cani nella piscina comunale… per “vincere la miopatia”? Alla fine della tecnoscienza, spuntano gli oracoli e i sacrifici di un tempo che credevamo finito…
In conclusione: Non fate doni al Telethon!
Fonte: pulgarias.wordpress.com
Telethon e Co:
come vengono utilizzati i soldi delle donazioni?
Solo meno del 40% finiscono alla ricerca
Appena sono incappato maldestramente ( e mi son fatto pure male! ) in questa immagine, mi sono chiesto:
ma è possibile che ancora molti non sanno come funzionano queste organizzazioni umanitarie mondiali?
Il post che gira da giorni in web invita a non donare nulla a Telethon perché è una truffa colossale. Come leggiamo “Telethon destina solamente il 35,5% alla voce “delibere per ricerca”; tutto il resto, ovvero il 64,5%, è destinato ad altre voci, tra cui “personale”, “acquisti”, “oneri commerciali” e “oneri finanziari”” ( qui l' articolo interessante da leggere ).
Quindi, su 30,5 milioni ( quelli raccolti quest' anno ) 10,8 milioni circa verranno destinati per la ricerca, mentre il resto, circa 20 milioni rimarranno in tasca a Telethon. Scandaloso? Affatto!
A questa pagina ci sono tutti i bilanci di Telethon e prendendo l' ultimo, quello del 2013, possiamo leggere con grande trasparenza dove finiranno anche quest' anno tutti i 30,5 milioni raccolti con le donazioni spontanee. Qui invece possiamo leggere gli stipendi dei dirigenti e degli impiegati dell'associazione. Nella pagina viene riportato che “Da un confronto con gli altri attori di mercato è emerso un
posizionamento delle retribuzioni dei dipendenti Telethon superiore alla
mediana del mercato non profit del 12% circa".
Da notare la furbizia di scrivere le cifre in "Keuro": "K" sta per 1000, quindi 800 Keuro sarebbero 800.000 euro. In questo modo sembrano di meno, ma la cifra è quella.
Nel bilancio si leggono spese di gestione, dei beni materiali ed immateriali, degli immobili gestiti, dei debiti, dei conti in banca, etc ( dateci una lettura ed informatevi per benino ).
Anche il bilancio di Save The Children mostra come i fondi raccolti vengano distribuiti più o meno alla stessa maniera ( qui potete consultare il bilancio dell'associazione ). Come leggiamo
"Nel 2013 Save The Children ha destinato il 78% ad attività di programma ( 46,4 milioni su un totale di quasi 60 milioni ) e il restante 22% ad attività di Sviluppo dell'Organizzazione. Save The Children è infatti un'organizzazione che si autofinanzia e destina quindi parte dei fondi all'acquisizione e fidelizzazione dei suoi sostenitori e allo sviluppo di fonti di donazione, nonché alla gestione della struttura".
Anche l'Unicef pubblica il suo bilancio ( qui resoconto bilanci ) e riporta le spese dei dipendenti che risultano esser pari a 7.236.645 euro ( oltre 7 milioni di euro ).
Si tratta di grandi associazioni con un bel numero di personale e, profit o non-profit, ci sono dei costi da sostenere, e quindi utilizzano le donazioni per pagare stipendi, tasse degli immobili, conti in banca, etc..
Le associazioni diventano così aziende commerciali, e non più associazioni che devolvono interamente il denaro ricevuto da donatori. Può suonare strano, assurdo ed ingiusto, ma sappiate che è così. Purtroppo.
Autore: Lapenna Daniele /Fonte: ilventunesimosecolo.blogspot.it
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“Telethon destina solamente il 35,5% alla voce “delibere per ricerca”; tutto il resto, ovvero il 64,5%, è destinato ad altre voci, tra cui “personale”, “acquisti”, “oneri commerciali” e “oneri finanziari”.
Quindi, su 30,5 milioni (quelli raccolti quest'anno) 10,8 milioni circa verranno destinati per la ricerca, mentre il resto, circa 20 milioni rimarranno in tasca a Telethon.
Telethon, sostenuta dai poteri forti e dalla disinformazione, continua da anni a speculare sulla vita di uomini e animali.
Segnalato da: Catwoman
Anonimo
Telethon
Telethon, sostenuta dai poteri forti e dalla disinformazione, continua da anni a speculare sulla vita di uomini e animali.
Certo. E tutto per COLPA dei deficienti che ci credono!
Anonimo
Truffe ONG-ONLUS
Se avete intenzione di donare soldi a organizzazioni O.N.G. (od ONLUS) informatevi bene su ciò che in concreto fanno, poiché 99 su 100 dei donatori, hanno in mente il negretto affamato e piangente dalla pancia rigonfia, una immagine stereotipata e sfortunatamente reale, ma adeguata a gabellare intenti umanitari, che seppure vi stiano, sono politicamente viziati.
La questione anomala O.N.G. consiste che è divenuto il metodo ideale delle militanze politiche, per farsi finanziare da tutti, anche dai "nemici", proponendosi impegnate nella filantropia, ma poi condurre prioritariamente propaganda ideologica (marxista...), finanziare attività di promozione politica oppure peggio: crearsi un lauto stipendio sulle spalle della bontà umana!
Questa tradizione si è avviata nel secondo dopoguerra perlopiù seguendo i gruppi mistici nel farsi passare "no profit", in scopo di finanziarsi le spese di esercizio con donazioni, ma divenuto poi un modo per apparire eticamente meritevoli e incassare tanto ma soprattutto da tutti, anche quelli che se consci delle attività reali, si asterrebbero dal contribuirvi.
Il pioniere dell' "incassa e dimentica" fu probabilmente Sun Myung Moon, il santone coreano che facendosi legalizzare "no profit" dappertutto a suon di avvocati, riuscì a deviare alle sue aziende, centinaia di milioni di dollari.
Questa epopea della truffa, la racconto nel mio libro "Sun Myung Moon e la Sindrome del Piccolo Dio" acquistabile su Amazon o scaricabile gratis qui http://lasindromedelpiccolodio.blogspot.it/