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- Posted By: Capuano Edoardo
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Quando si tratta di scegliere con quali altre specie interagire, gli animali selvatici cambiano letteralmente idea con il tempo
I risultati di uno studio dell'University of Liverpool, che sono stati pubblicati sulla rivista Philosophical Transactions of the Royal Society B, (1) potrebbero aiutare gli ambientalisti a prevedere meglio il rischio di estinzione affrontato dalle specie minacciate.
«In natura, una specie esiste sempre come parte di una comunità di altre specie che ne influenza la sopravvivenza. Queste interazioni sono cruciali quando si tratta di prevedere il rischio di estinzione: se ci concentriamo solo su singole specie in isolamento potremmo sbagliarci di molto», spiega il leader del gruppo di ricerca, il dottor Jakob Bro-Jorgensen, (2) dell'Institute of Integrative Biology.
In questo studio i ricercatori hanno verificato se le specie alterano la loro preferenza per le diverse parti sociali quando il loro ambiente cambia - una domanda centrale per prevedere in che modo gli attuali cambiamenti ambientali, causati dagli esseri umani, possono influenzare le popolazioni e le comunità animali.
Per oltre un anno, gli scienziati hanno monitorato la distribuzione nello spazio e nel tempo di una dozzina di specie che abitano le pianure del Masai Mara nell'Africa orientale, tra cui bufali, giraffe, zebre, antilopi, struzzi e facoceri, per vedere come la forza dell'attrazione sociale, all'interno delle singole specie, si palesa tra la stagione umida e secca.
Tutte le specie erbivore della savana hanno subito cambiamenti stagionali quando si è trattato dei loro raggruppamenti sociali, con flessioni che hanno interessato la metà di tutte le possibili coppie di specie.
I ricercatori suggeriscono che il fenomeno è da attribuire a una serie di ragioni, tra cui la migrazione delle specie, l'adattamento climatico e le preferenze di alimentazione. Ad esempio, la presenza di gnu migratori durante la stagione secca può fornire un partner sociale di benvenuto per alcuni, come la zebra, ma essere evitata da altri, come il bufalo. Le specie adattate a un habitat arido, come gazzelle, struzzi e facoceri, possono raggrupparsi durante la stagione secca, ma separarsi durante la stagione delle piogge.
Il dottor Jakob Bro-Jorgensen spiega: «Il nostro studio mostra che i drammatici cambiamenti che gli esseri umani stanno attualmente causando all'ambiente, sia attraverso i cambiamenti climatici, la caccia o la frammentazione dell'habitat, probabilmente creeranno conseguenze indirette mutando la dinamica delle comunità ecologiche. Ciò può causare cali imprevisti nelle specie se si rompono i legami critici con altre specie. Una preoccupazione particolare è quando gli animali si trovano in condizioni nuove al di fuori dell'intervallo a cui sono stati modellati dall'evoluzione».
A seguito di questa ricerca, il team ha ora in programma di studiare in che modo le strategie di predazione e alimentazione interagiscono per guidare la formazione di gruppi di specie miste.
Riferimenti:
Descrizione foto: pianure del Masai Mara in Africa orientale. - Credit: Dottor Jakob Bro-Jørgensen.
Autore traduzione riassuntiva e adattamento linguistico: Edoardo Capuano / Articolo originale: Animal friendships ‘change with the weather’ in the Masai Mara