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Allarme degli scienziati: nel 2017 il ghiaccio del Polo Nord potrebbe sparire e sulla Terra si abbatteranno cataclismi climatici
L’allarme arriva dal Polo Nord. Studiando gli ultimi dati del “National Snow and Ice Data Center”, il professor Peter Wadhams dell’Università di Cambridge si è infatti accorto che la superficie ghiacciata intorno al Polo Nord, si è ridotta a 11,1 milione di chilometri quadrati, mentre la media degli ultimi 30 anni è stata di 12,7 milioni.
Nel giro di un lasso di tempo brevissimo si è sciolta nel nulla un’estensione di ghiaccio pari a cinque volte l’Italia. Un cataclisma che ha portato lo studioso a credere che la catastrofe sia vicina.
A Cambridge il professor Peter Wadhams è docente di Oceanografia fisica ed è il responsabile del Polar Ocean Physics Group. E, dopo anni di studio, ha lanciato una previsione a dir poco allarmante: a settembre o al più tardi all’inizio del 2017, il ghiaccio potrebbe completamente sparire dal Polo Nord.
“La mia previsione – ha detto Wadhams al quotidiano Independent – è che il ghiaccio artico scompaia o si riduca a meno di un milione di chilometri quadrati. In ogni caso è sicuro che quest’anno si stabilirà un record sotto i tre milioni di km quadrati, che sarà battuto di nuovo il prossimo anno”. L’ultima volta che il ghiaccio è sparito dal Polo Nord, sulle montagne siberiane dell’Altai viveva l’uomo di Neanderthal.
Mentre in Russia il ghiaccio non riesce più a formarsi, secondo lo studioso dell’Università di Cambridge, le acque e i fondali del Mar Glaciale Artico si surriscaldano liberando il metano rimasto congelato per millenni.
In un articolo sulla rivista Nature, Wadhams ha spiegato che questi fenomeni incrociati porteranno a un riscaldamento della temperatura globale di 0,6 gradi nel giro di cinque anni.
Gli effetti su tutto il mondo, che non tarderanno certo a farsi sentire, saranno cicloni e tornado molto potenti e fuori stagione, poi ci saranno inondazioni e instabilità di eventi meteo. Non solo. “Il livello dei mari s’innalzerà – spiega Wadhams – e l’acqua dolce immessa negli oceani modificherà il ciclo delle correnti, con conseguenze devastanti.” Insomma uno scenario molto simile al film L’alba del giorno dopo (The Day After Tomorrow).
Fonte: segnidalcielo.it