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- Posted By: Redazione
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Il peperoncino previene la crescita dell’Helicobacter pylori, batterio responsabile di gastriti e di ulcere; sotto forma di pomata attenua i dolori reumatici, le nevralgie e il mal di testa; migliora la circolazione del sangue, abbassa il colesterolo, favorisce la digestione, riduce il gonfiore addominale e facilita l’eros perché la capsicina, sostanza di cui il peperoncino è ricchissimo, agevola la vasodilatazione, favorendo l’erezione.
Non è finita qui. Si è scoperto anche che il peperoncino brucia le cellule tumorali. Sören Lehmann dell’università di Los Angeles, autore dello studio ha scoperto che la capsaicina, l’alcaloide principale responsabile della sensazione di piccante prodotta dai peperoncini, è in grado di indurre le cellule tumorali del cancro alla prostata ad innescare il processo di apoptosi, ossia una sequenza di autodistruzione presente nelle cellule.
Lo studio condotto sui topi ha dimostrato che la capsaicina è in grado di indurre l’apoptosi di circa l’80% delle cellule tumorali, e in alcune culture in vitro di cellule umane ne ha bloccato o ridotto notevolmente la proliferazione. Secondo Lehmann la dose somministrata ai topi corrisponderebbe, per una persona di 90 chili, a 400 milligrammi di capsaicina, a sua volta pari al consumo di tre-otto peperoncini della varietà habañera, considerati i più piccanti del mondo. Il contenuto di capsaicina può infatti variare notevolmente a seconda del singolo frutto, oltre che della varietà.
Uno studio realizzato da Richard Mattes e Mary Jon Ludy della Purdue University di West Lafayette, in Indiana (Usa) ha evidenziato invece che il peperoncino è in grado di bruciare le calorie del pasto, eliminare i morsi della fame e aiutare l’organismo a ottimizzare la digestione degli alimenti e l’assorbimento delle sostanze nutritive.
Di quanto peperoncino c’è bisogno per ottenere quest’effetto? Ne basta poco, mezzo cucchiaino, pari a 1 grammo – e il gioco è fatto.
Lo studio è stato condotto esaminando le risposte all’appetito e il consumo di calorie da parte di un gruppo di 25 persone sane non in sovrappeso – di cui 13 abituali consumatrici di cibo piccante – il cui livello di sopportabilità di consumo di peperoncino rosso è stato determinato in anticipo, pari a 0,3 grammi per i non ‘habitué’ del piccante e a 1,8 per i seguaci di peperoncini e affini.
Ed è emerso che, in tutti i partecipanti all’esperimento, il consumo di peperoncino rosso ha fatto aumentare la temperatura interna del corpo e ha favorito la combustione della calorie introdotte e che, in coloro che non erano abituati al gusto piccante, è stata registrata una diminuzione dell’appetito e, in particolare, del consumo di cibi grassi, salati e dolci.
L’effetto smorza-fame della spezia, conclude Mattes, smette di funzionare quando l’uso della spezia diventa abituale e, quindi, si diventa avvezzi al gusto piccante che provoca.
Fonte: takecareblog.iljournal.it (sito chiuso)