Produrre latte implica un devastante impatto ambientale

L'impatto ambientale degli allevamenti

Il mondo moderno industrializzato minaccia l'ambiente naturale in più e più modi. Di queste minacce, e di come porvi rimedio, si discute con passione da anni in vari ambiti.

Ma viene sempre trascurato un fattore fondamentale: l'allevamento di animali per l'alimentazione umana, causa di un devastante impatto sull'ambiente. Che sia per la produzione di “carne” o di uova o di latte, non fa differenza, perché sempre di allevamento si tratta, e il fatto che gli animali, prima di essere uccisi per la loro carne, abbiano prodotto latte, o abbiano prodotto uova, cambia poco, per quanto riguarda il problema dell'impatto ambientale.

Ormai la metà delle terre fertili del pianeta viene usata per coltivare cereali, semi oleosi, foraggi, proteaginose, destinati agli animali. Per far fronte a questa immensa domanda - in continuo aumento, in quanto le popolazioni che tradizionalmente consumavano pochi alimenti animali oggi iniziano a consumarne sempre di più - si distruggono ogni anno migliaia di ettari di foresta pluviale, per far spazio a nuovi pascoli o a nuovi terreni da coltivare per gli animali, che in breve tempo si desertificano, e si fa un uso smodato di prodotti chimici per cercare di ricavare raccolti sempre più abbondanti.

Sono ormai sempre di più gli studiosi che denunciano con articoli ben circostanziati - sia su riviste tecnico-scientifiche che divulgative - che uno dei modi più potenti di proteggere l'ambiente è quello di cambiare modo di mangiare, tornando a modelli più tradizionali e diminuendo quindi drasticamente il consumo di carne e altri alimenti di origine animale (latte, uova), la cui produzione è estremamente dispendiosa in termini di risorse (terreni, energia, acqua) e di inquinanti emessi (gas serra, sostanze chimiche, deiezioni ad alto potere inquinante).

Da dove deriva questo impatto?

Per comprendere i motivi dell'impatto sull'ambientale in generale e sull'effetto serra in particolare, occorre notare che gli animali d'allevamento sono “fabbriche di proteine alla rovescia”.

Infatti gli animali d'allevamento consumano molte più calorie, ricavate dai vegetali, di quante ne producano sottoforma di carne, latte e uova: come “macchine” (così sono ormai considerati nella moderna zootecnia) che convertono proteine vegetali in proteine animali, sono del tutto inefficienti. Il rapporto di conversione da mangimi animali a cibo per gli umani varia da 1:30 a 1:4, a seconda della specie animale. Questo causa uno spreco enorme di terreni fertili, energia, acqua, sostanze chimiche.

Perciò la scelta del tipo di proteine di cui cibarsi può fare una differenza significativa nella quantità di energia che consumiamo. Le calorie di combustibile fossile spese per produrre 1 caloria di proteine dal grano sono pari a 2,2. Per i cibi animali ne servono molte di più, in media 25, ma in particolare 40 per la carne bovina, 39 per le uova, 14 per il latte, 14 per la carne di maiale. (Fonte: Sustainability of meat-based and plant-based diets and the environment di David e Marcia Pimentel, Am J Clin Nutr 2003; 78(suppl);660S-3S)

Per quanto riguarda l'acqua, con l'acqua che una persona usa in un anno per tutte le sue necessità, si riesce a produrre solo poco più di un kg di carne bovina!

In organizzazioni come l'OMS e la FAO, aumenta sempre di più la preoccupazione per l'impatto dell'allevamento industriale sull'utilizzo delle terre coltivabili e conseguentemente sulla possibilità o meno di nutrire il mondo in modo efficiente.

Esse affermano: “L'aumento del consumo di prodotti animali in paesi come il Brasile e la Cina (anche se tali consumi sono ancora ben al di sotto dei livelli del Nord America e della maggior parte degli altri paesi industrializzati) ha anche considerevoli ripercussioni ambientali. Il numero di persone nutrite in un anno per ettaro varia da 22 per le patate, a 19 per il riso fino a solo 1 e 2 persone rispettivamente per il manzo e l'agnello. Allo stesso modo, la richiesta d'acqua diventerà probabilmente uno dei maggiori problemi di questo secolo. Anche in questo caso, i prodotti animali usano una quantità molto maggiore di questa risorsa rispetto ai vegetali.” (Fonte: WHO/FAO, Diet, nutrition, and the prevention of chronic disease. Report of the Joint WHO/FAO expert consultation, 26 April 2002)

A questo spreco e a questa inefficienza sono collegate anche le ripercussioni sull'effetto serra: da una parte, lo spreco di energia e materie prime causa l'emissione di gas serra in maniera indiretta (spreco di energia per la coltivazione di mangimi usati in modo inefficiente e per il loro trasporto), dall'altra, le deiezioni degli animali - allevati in quantità enormi - causano l'emissione di gas serra in maniera diretta.

Per saperne di più:

Visita la mostra a cartelloni Vacche grassi, bambini magri, foreste disboscate

Visita il sito del Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione (NEIC) - nutritionecology.org.

Fonte: infolatte.it