Tecnologia

Robot “motivatori” prenderanno il posto degli insegnanti nei prossimi 10 anni

Robot motivatoriUn importante pedagogista ha predetto che nei prossimi dieci anni i robot inizieranno a rimpiazzare gli insegnanti di classe, portando a una grande rivoluzione dell’insegnamento nel rapporto uno a uno.

Sir Anthony Seldon, vice rettore dell’Università di Buckingham, ha dichiarato che, grazie a macchinari intelligenti che si adattano agli stili di apprendimento dei singoli bambini, l’insegnamento accademico tradizionale verrà migliorato e reso più interessante.

L’ex professore del Wellington College ha spiegato che i programmi, in corso di sviluppo nella Silicon Valley, saranno in grado di leggere le espressioni facciali degli studenti, e adatteranno il loro metodo di comunicazione a quello che più si addice a essi.

Questa nuova epoca di insegnamento automatizzato promette di porre fine al raggruppamento di studenti in base all’età, in quanto la programmazione personalizzata dei robot permetterà agli scolari di imparare nuove nozioni in base ai loro ritmi e non in base alla classe.

Dipendenza da smartphone: nuova sindrome psichiatrica denominata FOMO

Dipendenza da smartphoneRitorno su un argomento di natura socioeconomica che ormai è diventato l’essenza di questa epoca. Situazione: sono in treno e di fianco a me si siede una ragazza, penso appena ventenne, con la solita postura clichè da parolina ossia borsetta di marca (presunta) sul braccio sinistro e luxury smartphone (evito di dire il modello) saldamente sulla mano destra.

Stavo leggendo una rivista per i fatti miei, tuttavia dopo qualche dozzina di minuti la mia attenzione sulla lettura si è affievolita. Ho infatti iniziato a notare che con una cadenza di circa due minuti questa ragazza andava a controllare qualcosa sullo smartphone e lo faceva con un rituale ieratico degno di un androide. Sostanzialmente non vi erano segnali acustici o vibrazioni che avvisavano di qualcosa, ma questa teenager con una destrezza e velocità che mi impressionavano, sopratutto con il pollice destro andava ad aprire sempre le stesse due applicazioni dal desktop del suo device mobile (potete immaginare quali), osservando il display per pochi nanosecondi e subito dopo richiudendolo per rimettendosi in posizione di attesa con la mano pronta a rifare il tutto entro pochi secondi.

Non ho potuto fare a meno che il tutto è andato avanti per più di quaranta minuti, senza nel frattempo che avesse scritto o ricevuto niente: semplicemente un mero rituale della serie aspetto che vedo che cosa è successo o che cosa stanno scrivendo.

Batterie alimentate da batteri che producono energia da una goccia di saliva

Seokheun ChoiIl risultato, presentato sulla rivista Advanced Materials Technologies, ottenuto dalla Binghamton University di New York dal gruppo di ricerca di Seokheun Choi riferiscono di una scoperta davvero epocale, ovvero le prime batterie alimentate da batteri capaci di produrre energia sfruttando una semplice goccia di saliva.

Per il momento hanno una potenza limitata, sufficiente ad accendere un Led, ma in futuro potrebbero essere usate per alimentare biosensori utili a diagnosticare malattie in situazioni estreme, nei Paesi in via di sviluppo, dove non sono disponibili le tradizionali batterie.

Gli esiti dello studio come evidenziato da Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione da sempre attenta, fra le sue attività, alle nuove scoperte che potrebbero essere utilizzate per migliorare le condizioni di vita della cittadinanza. Il gruppo di ricerca è stato guidato da Seokheun Choi, già noto per aver ideato le prime batterie di carta. “La generazione di piccole quantità di energia su richiesta è utile soprattutto per le applicazioni diagnostiche nei Paesi in via di sviluppo“, spiega Choi.

“Tipicamente queste applicazioni richiedono solo poche decine di microwatt per pochi minuti, mentre le tradizionali batterie presenti in commercio sono troppo costose e sofisticate, senza contare poi il problema dell’inquinamento”.

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