Fame nel mondo

OCSE: incremento esponenziale delle spese per i rifugiati

RifugiatiSecondo uno studio dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) le spese per i rifugiati sono salite in maniera esponenziale.

I paesi avanzati hanno dovuto sborsare nel 2015 per i cosiddetti rifugiato (in realtà la maggior parte non sono rifugiati bensì migranti economici) ben 12 miliardi di dollari.

Se si calcola che nel 2014 i cosiddetti rifugiati erano costati 6,6 miliardi di dollari, la cifra nel 2015 è praticamente quasi raddoppiata.

Lo scorso anno 1,5 milioni di rifugiati hanno chiesto asilo, praticamente un record.

Un milione di richieste di asilo sono state fatte in Germania e Scandinavia.

L'OCSE rivela, nel suo studio, che l'aumento delle spese non ha compromesso gli aiuti umanitari, incrementati del 6,9% a 131,6 miliardi se sommati a quanto speso per i richiedenti asilo, e dell'1,7% non conteggiando tale spesa.

Crash bond a Porto Rico. Sequestrati i depositi dei correntisti

Crash bond a Porto Rico L’hanno ribattezzato la “Grecia americana”: è l’isola di Porto Rico, entrata sotto la giurisdizione degli Stati Uniti, 117 anni fa e che ora si trova nei guai. Lo dimostra chiaramente la performance dei suoi bond, che crollano scontando il rischio di una catena di default. Il crollo è stato il più forte dallo scorso 28 luglio del 2015.

A scatenare il panico tra i detentori di bond, è stata la decisione del governatore Alejandro Garcia Padilla di firmare nella giornata di mercoledì un provvedimento, che conferisce alla sua persona l’autorità di dichiarare lo stato di emergenza a Porto Rico e anche il diritto di congelare i pagamenti sul debito dell’isola, che ammonta a $72 miliardi.

L’apposizione della firma è arrivata dopo due giorni e due notti di dibattiti infuocati tra l’opposizione, che ha definito pericolosa la moratoria sul debito effettuata in modo unilaterale, e i membri del partito di governo, che hanno invece insistito che niente potrebbe essere ormai peggio.

Così il governatore si è espresso:

Nuove super tasse per i greci

Crisi GreciaDopo il saccheggio delle privatizzazioni e l’ulteriore taglio alle pensioni, non si placa il dissanguamento della Grecia, che deve pagare cara la “generosità” dei creditori. Keep Talking Greece riassume in un post gli aumenti delle tasse entrati in vigore col nuovo anno (in un paese che all’opposto avrebbe disperato bisogno di politiche anticicliche, e governato da un partito che si è proposto — in un atto di menzogna politica clamorosa quanto prevedibile, perché aveva preannunciato di non volerne affrontare le implicazioni — di capovolgere l’austerità.)

Suppongo che la maggior parte dei greci abbia passato i tre giorni di vacanza con la televisione spenta. Sarà questo il motivo per il quale sono ancora vivi oggi, lunedì 4 gennaio. Se avessero acceso la televisioni sarebbero stati presi da ictus, collasso cardiaco e arresto respiratorio per lo tsunami di nuove tasse destinate a imperversare tra i contribuenti a tutti i livelli.

Impiegati e pensionati, agricoltori, lavoratori autonomi, piccole e medie imprese, famiglie, saranno tutti chiamati a pagare per la generosità con la quale i creditori hanno salvato la Grecia.

Per iniziare, il Ministero delle Finanze concederà le agevolazioni fiscali a impiegati e pensionati esclusivamente se questi effettueranno le spese tramite carte di credito o transazione bancaria. Questa classe di contribuenti dovrà spendere il 10% del suo reddito annuo tramite pagamenti elettronici. Si dice che al settore economia stiano considerando di elevare questa quota al 20%.

Saranno esenti da questo obbligo di pagamenti elettronici (per avere le agevolazioni fiscali) solamente i pensionati sopra i 75 anni e coloro che abitano in zone remote.

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