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- Posted By: Claudio Messori
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La maggior parte di questi vaccini induce il sistema immunitario a riconoscere e attaccare la proteina “spike”, che ricopre la superficie del virus SARS-CoV-2 ( COVID-19 ).
Come si è visto, la maggior parte di questi vaccini induce il sistema immunitario a riconoscere e attaccare la proteina “spike”, che ricopre la superficie del virus SARS-CoV-2 e le permette di legarsi alla cellula ospite.
Domanda: è possibile che la proteina “spike” così prodotta possa innescare una reazione crociata immunitaria capace di sviluppare una malattia autoimmune (il sistema immunitario produce anticorpi verso un antigene endogeno)?
Ad oggi non siamo ancora in grado di rispondere ma il problema della correlazione tra vaccinazioni e malattie autoimmuni rimane un problema aperto. Non è in discussione il fatto che i vaccini rappresentino, allo stato attuale, il miglior presidio profilattico per combattere numerose malattie infettive che mietono ancor oggi nei non vaccinati molte vittime e che causano anche molte malattie autoimmuni o non-autoimmuni transitorie o permanenti.
La vaccinazione previene e ha ridotto drasticamente le infezioni e quindi la morbilità e la mortalità conseguenti alle infezioni stesse. Ciò non toglie che i vaccini possono essere seguiti da effetti avversi, che spesso è difficile attribuire con certezza al vaccino stesso, ma che pur essendo statisticamente inferiori per frequenza e gravità a quelli provocati dall’infezione spontanea meritano di non essere sottovalutati. La maggior parte degli effetti collaterali è lieve o fastidiosa, ma il fatto che vi sia statisticamente “solo” un numero esiguo di casi che possono essere molto gravi o richiedere cure mediche non consola affatto chi subisce il danno. Per questa ragione il ricorso alle vaccinazioni dovrebbe seguire dei criteri selettivi di priorità e di cautela fondati sulla consapevolezza che il sistema immunitario in senso stretto costituisce solo un aspetto dei sistemi psico-fisiologici responsabili della risposta immunitaria (che è multisistemica e multifattoriale), la quale risposta non è mai né lineare né deterministica [15] [16] [17].
È assodato che le malattie autoimmuni (che colpiscono circa il 5% della popolazione mondiale) sono plurifattoriali e che per il loro sviluppo è richiesta la concomitante presenza di fattori genetici, esogeni ed endogeni [18].
Da una importante review pubblicata nel 1996 [19] emergeva che in concomitanza con le vaccinazioni possono svilupparsi malattie autoimmuni e si evincevano le seguenti informazioni:
- in alcuni casi le malattie autoimmuni erano autolimitantesi e transitorie (artriti reattive, porpora trombocitopenica immune);
- in altri le malattie erano sistemiche e permanenti (LES - Lupus Eritematoso Sistemico);
- i vaccini dimostravano una particolare predilezione per il sistema nervoso inducendo neuriti, demielinizzazioni, miastenia gravis, sclerosi multipla, sindrome di Guillain-Barré;
- la frequenza delle malattie autoimmuni indotte da vaccino era doppia nelle femmine rispetto ai maschi;
- le malattie si sviluppavano indipendentemente dal numero delle dosi di vaccino somministrate.
Nel 2000 è stata pubblicata una nuova review [20] dalla quale emerge che:
- ci sono soggetti che dopo vaccinazione hanno sviluppato malattie che non avrebbero sviluppato se non avessero fatto il vaccino;
- non è possibile identificare coloro che hanno una grande probabilità di sviluppare malattie autoimmuni dopo vaccinazione.
L’autore della review si pone, inoltre, il quesito se quei soggetti che hanno sviluppato una malattia autoimmune dopo vaccinazione l’avrebbero sviluppata anche dopo esposizione all’infezione
selvaggia. Siccome i vaccini contengono adiuvanti, non si può definire con certezza se le malattie autoimmuni che compaiono dopo vaccinazione siano dovute agli adiuvanti o alle componenti microbiche.
In una recente review [21], [21] vengono discussi i possibili meccanismi alla base delle reazioni autoimmuni a seguito di vaccinazioni e vengono esaminati i casi di malattie autoimmuni che sono stati correlati alla vaccinazione. Il mimetismo molecolare (grazie al quale agenti virali o batterici innescano una risposta immunitaria contro gli autoantigeni) e la “bystander activation” (gli agenti virali o batterici rilasciano auto-antigeni sequestrati dal tessuto ospite provocando la secrezione di citochine che a loro volta determinano un effetto infiammatorio locale che si auto-alimenta) sono riportati come possibili meccanismi attraverso i quali i vaccini possono causare reazioni autoimmuni.
Con i vaccini genici siamo di fronte ad una svolta epocale non solo nel settore farmaceutico.
Una svolta ricca di promesse ma anche di incognite:
sino a che punto la bio-ingegnerizzazione genetica entrerà nei nostri corpi, nelle nostre vite e nell’ambiente? (1)
Con quali conseguenze nel medio-lungo periodo?
Riferimenti:
Riferimenti []:
[15] Lucam, J., et al. (2018) A systematic review of psychoneuroimmunology-based interventions, Psychology Health & Medicine, 23(6), p. 635-652
[16] Procaccini, C., Pucino, V., De Rosa, V., et al. (2014) Neuroendocrine networks controlling immune system in health and disease, Frontiers in Immunology, 5(143)
[17] Kiecolt-Glaser, et al. (2002) Psychoneuroimmunology: psychological influences on immune function and health, Journal of Consulting and Clinical Psychology, 70(3), p. 537-47
[19] Cohen, A. D., Shoenfeld, Y. (1996) Vaccine-induced autoimmunity, Journal of Autoimmunity, 9(6), p. 699-703
Le due facce di CRISPR-CAS: tra ricerca e biotecnocrazia
Claudio Messori / e-mail: messori.claudio(at)gmail.com
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