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- Posted By: Redazione
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Quante volte vi è capitato di interrompere un amico, durante la conversazione, per poi dimenticarvi quello che volevate dirgli?
Quante volte, cambiando stanza per andare a prendere un bicchier d'acqua, vi è capitato di dimenticarvi perché vi eravate alzati?
E ancora, quante volte vi è capitato, una volta aperto il frigo, di non ricordare quale alimento stavate cercando?
Questo ‘vuoto di memoria' viene definito “Doorway Effect” (effetto soglia) e si presenta ogni volta che noi e la nostra mente cambiamo ambiente, come ad esempio una stanza.
Il ricercatore Tom Stafford spiega che non si tratta di vere e proprie perdite di memoria, ma di meccanismi del cervello che si mettono in modo a seconda del contesto. Facciamo un esempio e immaginiamoci, come dice il ricercatore, le risposte di tre muratori a cui chiediamo cosa stiano facendo. Il primo ci dice che sta mettendo un mattone sull'altro, il secondo che sta costruendo il muro, mentre il terzo che sta costruendo una cattedrale. Nessuno dei tre sta mentendo, semplicemente la loro risposta è frutto di diversi livelli di ragionamento.
Ecco, anche le azioni che compiamo noi devono essere considerate su molteplici livelli, ognuno necessario per raggiungere lo scopo. In pratica, nessuna cattedrale può essere costruita senza che prima i mattoni vengano impilati uno sull'altro.
Traducendo questo nella nostra vita quotidiana, possiamo dire che la nostra attenzione si sposta a seconda del nostro interesse. Un automobilista che guida con destrezza, sposta l'attenzione sul traffico o sul passeggero che ha al suo fianco, mentre uno più inesperto si concentra anche su come cambiare le marce. La gerarchia che diamo alle cose che dobbiamo fare influenza quindi l'assegnazione della nostra attenzione e questo ci permette di vivere e compiere più azioni allo stesso tempo.
L'effetto soglia entra in gioco quando la nostra attenzione si sposta di livello. Per intenderci, decidiamo di cambiare stanza per prendere il telefono, mentre cambiamo stanza pensiamo che siamo in ritardo per andare a lavoro, quindi ci viene in mente che non sappiamo dove abbiamo parcheggiato l'auto, una volta entrati nella stanza non ci ricordiamo più cosa stavamo cercando. In pratica, l'azione di prendere il telefono è passata in secondo piano rispetto alle altre che ci sono venute in mente nel frattempo.
Per contrastare l'Effetto Soglia possiamo fare ‘mente locale' e riportare alla nostra memoria il principale obiettivo per cui ci siamo spostati.
Fonte: scienze.fanpage.it