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- Posted By: Redazione
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Chi vuole vivere per sempre? Una scoperta scientifica potrebbe rivelare che gli esseri umani possono vivere per centinaia di anni. Modificando il nostro DNA, potremmo sopravvivere per centinaia di anni – se lo vogliamo.
Degli scienziati californiani hanno progettato un organismo modificato geneticamente per vivere 10 volte rispetto alla norma. È la più grande estensione della longevità mai raggiunta dai ricercatori che studiano la natura dell’invecchiamento.
Se questo lavoro potesse mai essere trasferito sugli esseri umani, ciò significherebbe che potremmo vedere un giorno persone che vivono per 800 anni. Tutto ciò sarà mai una possibilità realistica?
Valter Longo fa parte di un piccolo ma influente gruppo di specialisti in questo settore che crede che una vita di 800 anni, non è solo possibile, ma è inevitabile. È stato il suo lavoro presso la University of Southern California, che ha portato alla creazione di un ceppo di lievito che può vivere per 10 settimane o più, invece di morire alla solita età massima di una sola settimana.
Con l’eliminazione di due geni nel genoma del lievito e fornendogli una dieta ipocalorica, Longo è stato capace di estendere di dieci volte la durata della vita delle stesse cellule di lievito utilizzate dai fornai e birrai. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Public Library of Science Genetics.
C’è, ovviamente, un enorme differenza tra le cellule di lievito e le persone, ma ciò non ha fermato Longo ed i suoi colleghi suggerendo che il lavoro è direttamente rilevante per l’invecchiamento umano e la longevità. “Stiamo gettando le basi per la riprogrammazione di una vita sana. Se siamo in grado di scoprire come funziona il meccanismo di longevità, può essere applicato ad ogni cellula in ogni organismo vivente”, afferma Longo.
“Siamo molto, molto lontano dal fare vivere una persona per 800 anni di età. Io non credo che sarà molto complicato arrivare a 120 anni e rimanere in buona salute, ma ad un certo punto io credo che sarà possibile far vivere le persone anche fino a 800 anni. Non credo che ci sia un limite superiore nella vita di ogni organismo.”
Longo e il suo team avevano precedentemente scoperto due geni – RAS2 e SCH9 – legati alla crescita e allo sviluppo del cancro che sono simili negli esseri umani e nel lievito. Sono così simili, infatti, che Longo ha detto, “è possibile inserire il gene umano nel lievito e funziona”. Questi due geni promuovono anche l’invecchiamento.
Eliminando dal lievito questi due geni e sottoponendo i microbi ad una dieta a basso contenuto di calorie, Longo ha ottenuto un tipo di estensione della vita che non è mai stato raggiunto prima. Così ha osservato Anna McCormick, direttore di genetica e biologia cellulare presso il US National Institute on Aging: “un’estensione di dieci volte è piuttosto significativa”.
La restrizione calorica è oggi un percorso consolidato per estendere la vita di molti organismi, dal lievito ai nematodi, ai moscerini della frutta e ai topi. Il mondo scientifico deve riscrivere le sue linee guida dato che gli studi sul digiuno hanno dimostrato un enorme aumento della longevità, la rigenerazione delle cellule, il rinnovamento del sistema immunitario e il miglioramento dei sintomi di quasi tutti i disturbi. Viceversa una dieta ricca di calorie aumenta il rischio di obesità, diabete e altre condizioni che accorciano la vita.
I biologi ritengono che durante la limitazione calorica, invece di spendere preziose riserve di energia per la riproduzione, la digestione, l’assimilazione, il corpo entra come in una fase di manutenzione.
Questa idea si adatta alla visione più generale che gli animali tendano a seguire una delle due strategie di vita: alta fecondità e breve durata di vita, o lunga durata di vita e bassa capacità riproduttiva. I topi, per esempio, usano gran parte delle loro risorse limitate in favore di un’ elevata riproduzione, avendo diversi cucciolate all’anno, ma hanno una vita breve di appena un paio di anni. Invece i pipistrelli, che hanno circa la stessa dimensione dei topi, hanno uno o due cuccioli all’anno, e possono vivere per 30 anni o più.
Perché una specie animale vive più a lungo di un’altra di dimensioni comparabili, e perché alcuni animali sembrano invecchiare velocemente e morire giovani, è stato oggetto di un vasta attenzione per decenni. Come mostrano i pipistrelli e i topi, è possibile per i geni estendere la durata della vita – quindi la domanda è: perché non lo fanno più spesso, perché non lo fanno ogni volta? E la logica estensione di questo problema è: perché invecchiamo? Perché non viviamo per sempre?
Una delle risposte più convincenti a questo è noto come la teoria del corpo usa e getta. In breve, l’idea è che i geni possono estendere la durata della vita di un organismo, ma solo con un compromesso tra i costi e i benefici. È possibile continuare a riparare il corpo in quanto è sottoposto a usura quotidiana, ma si arriva ad un punto in cui il beneficio non è più sufficiente e le spese diventano troppo costose, proprio come quando riparare un’automobile vecchia non conviene più. A questo punto il corpo, o “soma” diventa “usa e getta”. A quel punto, però, dal punto di vista del gene, ciò non importa – fintanto che è riuscito a “fuggire” da questo corpo malridotto e si è replicato all’interno dei corpi più giovani e in forma della prossima generazione.
Longo afferma che la teoria del corpo usa e getta, inventata dal Professor Tom Kirkwood dell’Università di Newcastle alla fine del 1970, è una delle idee più forti per spiegare la natura dell’invecchiamento. Tuttavia, Longo ha un’altra teoria che sta facendo strappare i capelli a molti scienziati. Egli ritiene che l’invecchiamento non può essere semplicemente un effetto collaterale del logorio della vita, ma sarebbe anche una condizione geneticamente programmata per fare in modo che gli individui di una certa età facciano spazio a quelli più giovani.
Fondamentalmente, è la prima dimostrazione, a nostra conoscenza, che l’invecchiamento è “programmato e altruista”, dice Longo. “Gli organismi che abbiamo studiato muoiono molto prima che essi debbano, al fine di fornire elementi nutritivi alle ‘mutanti’ generate all’interno della loro propria popolazione. Così, miliardi di organismi muoiono precocemente in modo che pochi individui più adatti possano crescere”.
Ciò solleva la possibilità che le stesso processo avvenga negli esseri umani, e che, di conseguenza, molte persone stiano morendo prima di quanto necessario.
“L’invecchiamento umano programmato è solo una possibilità. Non sappiamo se è vero ancora o no. Ma se l’invecchiamento è programmato nel lievito, e il percorso [metabolico] è molto simile, allora non è possibile, che anche gli esseri umani muoiano prima di quello che debbano?”
I dati delle persone più anziane del mondo moderno
Jeanne Calment
La madre, il padre e il fratello di Jeanne Calment hanno vissuto rispettivamente per 86, 93 e 97 anni. Ma nessuno ha superato Jeanne, morta nel 1997 a 122 anni e 164 giorni. Nata nel 1875, ha incontrato Vincent van Gogh quando aveva 14 anni, e nel 1885 e ha partecipato ai funerali di Victor Hugo.
Shigechiyo Izumi
Così come in possesso del titolo del più anziano uomo sulla terra, Izumi, dall’isola giapponese di Tokunoshima, detiene il record per la più lunga carriera. Contadino, ha lavorato dall’infanzia fino all’età di 105, una carriera di 98 anni. Nonostante un debole per lo sho-chu (un whisky d’orzo) e nonostante abbia cominciato a fumare ai 70, ha vissuto fino a 120 anni. E’ morto nel 1986.
Edna Parker
Di 115 anni, è sopravvissuta a tutti i suoi figli, e la sua famiglia comprende 13 bis-bis-nipoti. Ora riconosciuta come la persona in vita più vecchia del mondo, è cresciuta in una fattoria. Fino alla sua morte avvenuta nel 2008 ha camminato da sola.
Charlotte Hughes
Hughes, un’insegnante in pensione, è la persona documentata nel Regno Unito che ha vissuto più a lungo. Ha sposato il marito, Noel, all’età di 63. Lui morì a 105 anni, invece Hughes arrivò ai 115, morendo nel 1993.
Florrie Baldwin
Baldwin, nata nel 1896, è stata per parecchi anni la donna in vita più anziana della Gran Bretagna fino a quando è morta nel 2010. Affermava di aver incontrato la regina Vittoria e di aver letto della fine della guerra boera.
Henry Allingham
Allingham ha trovato la fama negli ultimi anni come il più vecchio veterano della prima guerra mondiale, uno dei pochi ancora in vita fino al 2009. Nato nel 1896, nato a sud di Londra, è stato il più anziano uomo in vita in Europa con i suoi 113 anni.
Autore: Riccardo Lautizi / Fonte: dionidream.com