Quando hanno già tutto deciso ci mandano a votare

Cosa si va a votare quando i problemi vengono posti alla popolazione dai mass media e divengono oggetto di dibattito solo quando oramai il gioco è fatto

Quando hanno già tutto deciso ci mandano a votare per illuderci che siamo noi a decidere il nostro futuro.

Le innovazioni importanti, le strategie di lungo termine, le grandi operazioni di ingegneria sociale, sono deliberate a porte chiuse dall’oligarchia, in isolamento tecno-burocratico, indi calate sulla popolazione generale sotto il manto di nobili scopi di interesse comune, ma senza che ne sia rivelata la natura, gli effetti e gli obiettivi ultimi.

Così è avvenuto, ad esempio, con il processo di integrazione europea, con le cessioni di sovranità, con l’euro, con le riforme della banca centrale e del sistema bancario. Mentre in epoche passate, e nei paesi culturalmente tuttora nel passato (come quelli islamici) si ricorre alla mobilitazione ideologica delle masse per fare i rivolgimenti (vedi primavere arabe), nel vigente sistema di potere liberale e democratico il dibattito politico pubblico è permesso, o perlomeno può aver luogo, solo dopo che tali riforme abbiano raggiunto gli obiettivi per i quali sono state introdotte, in modo che il dibattito pubblico e la politica popolare, la ‘democrazia’, non possa impedire il raggiungimento di tali effetti. Cioè i problemi vengono posti all’opinione pubblica dai mass media e divengono oggetto di dibattito ed eventualmente di lotta politica (popolare) solo quando oramai il gioco è fatto e la lotta politica è innocua, inutile.

Le poche volte che la volontà popolare si è attivata per tempo dicendo no a qualche riforma calata dall’altro, come nei referendum per l’integrazione europea, i popoli sono stati fatti rivotare fino ad approvarla. Anche per la Brexit si spinge in tal senso, seppur in modo contrastato, perché su di essa l’élite britannica è divisa.

La politica popolare, di regola, viene in tal modo attivata su problemi ormai superati. Viene attivata in modo fittizio per dare sfogo. Lotta per chiudere le porte della stalla dopo che i buoi sono stati rubati.

Torri Gemelle, 15mila decessi. Ammalati senza sussidi

Sono già oltre 15.000 le persone morte in seguito all’attacco delle Torri Gemelle, se si contano anche tutte quelle morte di cancro negli anni successivi

Se vi chiedessero “quante persone sono morte nell’attacco alle Torri Gemelle?”, la maggioranza di voi risponderebbe: circa 3.000.

Invece la cifra è di almeno 5 volte superiore, spiega Massimo Mazzucco. «Sono già oltre 15.000 le persone morte in seguito all’attacco delle Torri Gemelle, se si contano anche tutte quelle morte di cancro negli anni successivi, per aver respirato l’amianto che era contenuto nella struttura dei due grattacieli».

Per tutte queste persone – soccorritori, pompieri, poliziotti, normali cittadini – il governo americano aveva stanziato circa 7 miliardi di dollari, che avrebbero dovuto ricompensare le vittime e i loro parenti nel corso degli anni. «Ma ora – vergogna dentro la vergogna – il fondo ha comunicato che i soldi stanno per finire, e che da oggi i rimborsi verranno dimezzati per tutti i nuovi malati», scrive Mazzucco, sul blog “Luogo Comune”. (1)

In due accurati documentari, “Inganno globale” (trasmesso anche da Canale 5) e “La nuova Pearl Harbor”, Mazzucco ha sbriciolato la versione ufficiale sull’attentato: le Twin Towers non possono essere crollate per l’impatto degli aerei, sono state sicuramente “demolite” in modo deliberato. Una verità tuttora inaccettabile, per moltissimi: come potrebbero mai, gli Stati Uniti, procurarsi da soli una devastazione del genere?

La risposta è che i mandanti della strage del secolo – che ha aperto il terzo millennio – non sarebbero stati gli Usa, ma una struttura-ombra annidata nei gangli del Deep State e capeggiata dall’allora vicepresidente Dick Cheney. Una struttura super segreta, capace di produrre indagini-farsa dopo aver allontanato funzionari Fbi che si erano insospettiti. E in grado di “accecare” la difesa aerea della superpotenza inserendo un videogame negli schermi radar, quella mattina, in cui – per la prima e unica volta nella storia – c’erano solo due intercettori a difendere il cielo della East Coast: oltre 700 caccia erano tutti impegnati in esercitazioni concomitanti, lontanissimo da New York. Nel saggio “La guerra infinita”, Giulietto Chiesa punta il dito contro l’élite neocon firmataria del Pnac: tre anni prima della strage, il Piano per il Nuovo Secolo Americano prevedeva – nero su bianco – l’invasione dell’Iraq e dell’Afghanistan, all’indomani del provvidenziale casus belli.

In un altro saggio, “Massoni”, Gioele Magaldi è ancora più preciso: a progettare il maxi-attentato di Manhattan sarebbe stata la superloggia segreta “Hathor Pentalpha”, creata da Bush senior nel 1980 dopo la sconfitta inflittagli da Reagan alle primarie repubblicane. Obiettivo della “Hathor”: procedere “manu militari” alla globalizzazione neoliberista, anche ricorrendo al terrorismo “false flag” targato prima Al-Qaeda e poi Isis.

Osservare liberi da ogni pregiudizio

Se osserviamo liberi da ogni pregiudizio e senza rimanere a guardare passivamente riusciamo a vedere e percepire anche l’invisibile

Se apriamo gli occhi e ci liberiamo da ogni pregiudizio senza restare a guardare passivamente, riusciamo a vedere anche l’invisibile per non scoprire in punto di morte di non aver mai vissuto! Tratto dal pensiero di Henry David Thoreau, padre del Rinascimento in America.

La concezione Meccanica della scienza isolando arbitrariamente il soggetto della percezione dall’oggetto rende sinonimi ed intercambiabili i significati di “Vedere e Guardare” che in vero sono profondamente diversi sia etimologicamente che di rappresentazione mentale.

Vedere indica andare oltre la percezione della superficie osservabile della realtà ed esercitare una azione consapevole sui limiti tra ciò che ci e reso visibile dai sensi e la realtà invisibile ma fondamentale per capire la nostra vita.

Il guardare significa atteggiarsi a guardia di cio che accade nel mondo esterno con una impostazione analitica di osservazione deprivata da una chiave di accesso per la comprensione piu profonda della realtà.

Questa distinzione tra “vedere e guardare” è importante oggi dal momento che il riduzionismo della scienza meccanica ha concepito la osservazione come oggettiva escludendo il vedere come capacità interiore creativa capace di superare la visione di un mondo speculare, proiettata come ombra nella retina oculare.

La estetica e lo spettacolo come finzione hanno pertanto preso il sopravvento come sembianze della reale conoscenza interiore del vedere con la mente, fino a rendere virale la moda nei giovani di guardarsi facendosi dei autoritratti (Selfies) amando il guardarsi il viso ed il proprio corpo senza vedersi oltre la apparenza di se stessi oggettivizzare la percezione separata dalla partecipazione consapevole del soggetto oggi nell’epoca contemporanea della “Realtà Virtuale” e della “Intelligenza Artificiale” è ormai divenuto un assurdo palese.

Infatti è esemplare capire che la luce che osserviamo non può essere causata dalla osservazione oggettiva di fotoni visibili in quanto essi provenienti da una fonte luminosa producono una reazione fotochimica dei coni e bastoncelli della retina, che induce un segnale neuronale il quale eccita le sinapsi elettriche del cervello nel produrre “sparks” di luce (biofotoni); pertanto la sensazione di luce che percepiamo può essere quella esterna ma altresì corrisponde alla visione interiore e soggettiva della luce.

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