Disboscamenti

Amazzonia: facoltoso compra 200mila ettari di foresta per preservarla

Johan EliaschNon capita tutti i giorni che un multimilionario spendi soldi per salvare il pianeta, anziché investire capitale per guadagnarci di più, è quello che il Signor Johan Eliasch ha fatto con parte della Foresta Amazzonica.

Il Signor Eliash è una persona molto importante nel suo campo, è il Presidente del consiglio di amministrazione e CEO della compagnia Head, conosciuta per l’equipaggiamento da tennis e da sci. È anche un banchieree un produttore cinematografico negli UK, membro anche della Fondazione Internazionale della Pace.

Nel 2006 dunque Johan Eliasch ha comprato 200 mila ettari della Foresta Amazzonica da una compagnia atta all’abbattimento di alberi in Brasile. Questo terreno ha un alto valore commerciale appunto per l’alta densità di alberi che si possono sfruttare per l’industria della carta. Johan Eliasch adora gli alberi e comprende quanto siano importanti per gli esseri umani.

L’imprenditore permetterà anche gli scienziati di utilizzare la sua terra per fini di esplorazione e di ricerca di specie sconosciute.

In una recente intervista concessa a Chanel 4, Eliasch ha espresso il suo amore per gli alberi e per la loro conservazione.

In Indonesia si continua con la deforestazione

Un nuovo rapporto pubblicato dalla coalizione indonesiana Eyes on the Forest presenta i risultati di una investigazione nelle concessioni del gigante cartario APRIL (PT RAPP) nell'isola di Pulau Padang. Il rapporto conferma i risultati di una spedizione sul campo organizzata da attivisti cinesi ed europei lo scorso settembre, organizzata dalla rete Environmental Paper Network (EPN).

Il team di ricerca dell'EPN aveva potuto riprendere immagini dei bulldozer che lavoravano all'eliminazione della foresta nell'area di prorate della locale comunità, e perciò cooperate da moratoria fino ai risultati di un team indipendente di investigazione. L'isola inoltre è interamente composta da torbiere, di inestimabile valore per la protezione del clima globale.

“La APRIL ha preso misure eccezionali per risolvere il conflitto a Pulau Padang” affermava l'azienda “abbiamo adottato una moratoria di un anno fino a quando il mediatore indipendente non arc concluso la propria indagine e rivisto il caso”. La moratoria è così efficace, che i macchinari continuano a “ripulire” la foresta per fare spazio alle piantagioni.

La concession della PT RAPP a Pulau Padang si estende su 34.000 ettari, un terzo dell'intera isola.

Eyes on the Forest ha anche presentato un also submitted a reclamo formale presso il comitato indipendente che dovrebbe sovrintendere all'applicazione della nuova moratoria da part della APRIL (Stakeholder Advisory Committee - SAC).

Il commercio globale e le deforestazioni

Foreste BorneoUn team di scienziati dell’università di Linköping (Svezia) e Vienna (Austria), guidato da Martin Persson, ha studiato il rapporto tra il commercio internazionale di prodotti agricoli e la selvicolturali e la deforestazione in sette nazioni: Argentina, Bolivia, Brasile, Paraguay, Indonesia, Malesia e Papua Nuova Guinea.

“Mentre un tempo era prevalentemente causata da piccoli contadini che producevano per i mercati locali, oggi una quota crescente della deforestazione è causata dalla produzione su larga scala, finalizzata al mercato internazionale. Oltre un terzo della deforestazione globale può essere legato alla crescente produzione di carni, soia, olio di palma e prodotti in legno”, sostiene Martin Persson.

“Se si esclude la produzione di carne bovina brasiliana, che è destinata prevalentemente al mercato mercato nazionale, più della metà della deforestazione nei paesi analizzati è trainata dalla domanda internazionale”.

team di ricerca ha inoltre analizzato l'entità delle emissioni di anidride carbonica associate a questi flussi commerciali. In totale 1,7 miliardi di tonnellate di emissioni di anidride carbonica può essere legato alla produzione delle merci studiate, di cui un terzo legato alle esportazioni di materie prime.

I principali beneficiari di queste emissioni di carbonio incarnati sono la Cina e l'Unione Europea.

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