Manipolazioni

Il commercio dell'olio di palma è gestito dalla mafia

PalmeSave Our Borneo è una associazione ambientalista che si batte contro le attività illegali del settore dell'olio di palma. "Vogliamo preservare le foreste pluviali del Borneo per noi e i nostri figli - spiega - La conversione delle foreste in piantagioni di palma da olio sta distruggendo il nostro paese".

Su impulso di Save Our Borneo, nel 2011 la polizia ha avviato le indagini contro le attività illegali di dieci aziende dell'olio di palma Successivamente, la Corte costituzionale ha deciso che migliaia di ettari di piantagioni di palma da olio sono stati creati in violazione della Costituzione, in quanto indigeni e dei contadini sono stati scacciati dalle loro terre tradizionali per fare posto alle piantagioni.

Nel marzo 2012 gli abitanti del villaggio cade Kalang nella provincia di Central Kalimantan Nordins hanno denunciato un grave un crimine ambientale enorme: 7.000 ettari di foresta pluviale incontaminata sono stati rasi al suolo illegalmente per produrre cioccolato e il carburanti. Mille persone hanno perso la loro foresta, in cui raccoglievano gomma naturale e frutti. I terreni circostanti e le falde acquifere sono stati contaminati.

L'impresa responsabile è il gigante dell'olio di palma IOI olio - fornitore di Nestlé, Unilever e del produttore di biocarburanti Neste Oil. Tutte queste imprese vantano il loro impegno verso la "sostenibilità".

Con una lettera del 2008 di cui Nordin possiede copia, il ministero delle Foreste aveva revocato la licenza.

Rio+20: l'ennesimo fallimento

Rio+20Alla Conferenza di Rio sul clima saltano fuori tutte le contraddizioni politiche del presente. Il vuoto di potere globale ed i soliti interessi in gioco di magnati e petrolieri fanno presagire un ennesimo fallimento

Obama, Cameron e la Merkel hanno deciso di disertare la Conferenza sul Clima in programma a Rio de Janeiro. Ognuno è preso dalle sue storie politiche personali ed è poco interessato a dare anche solo un segnale di interesse verso i cambiamenti climatici e la progettazione del futuro.

All'apertura degli incontri del Convegno si respira un'aria pesante di sfiducia.
Ieri sera intanto è saltato anche l'accordo per gli Oceani. USA, Russia, Canada e Venezuela hanno affondato l’ultima speranza per un accordo mondiale per la protezione delle acque internazionali. Duro il commento di Greenpeace: "L’Ocean Rescue Plan for the High Seas è stato affondato da chi vuole sfruttare fino all’esaurimento le risorse ittiche e i minerali del fondo marino, compreso il petrolio. Il nostro ministro “tecnico” Passera, che vuol riaprire alle trivelle i mari italiani, ringrazia commosso.

L’Ocean Rescue Plan era l’ultima cosa seria sul tavolo del vertice Rio+20, gettate a mare le ambizioni sulla Green Economy, sulla governance delle questioni ambientali, sull'accesso al cibo, i lavori dignitosi e troppo altro.

Cosa c’entra tutto questo con il futuro migliore che ci hanno promesso? Che c’entra con la Green Economy che dovrebbe garantire la compatibilità tra le nostre economie e un Pianeta con risorse limitate e sempre più prossime all’esaurimento? Forse qualcuno ha scambiato la green economy con la greenwashing economy, la sostenibilità con l’opportunità di ricoprire le vergogne di chi è responsabile dei danni inferti al Pianeta con qualche velo sottile".

Il fondatore di Wikileaks Julian Assange rischia la prigione

Julian AssangeIl fondatore di Wikileaks Julian Assange rischia di essere arrestato di nuovo. Lo hanno detto fonti della polizia inglese, dopo che l’hacker australiano aveva trascorso la notte fuori casa. Assange, che è libero su cauzione, ha l’obbligo di restare a casa tra le 22 e le 8 del mattino successivo.

Ma martedì (19.06.2012), l’uomo non è rincasato: ha trascorso la notte nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Al governo del Paese sudamericano ha chiesto diritto d’asilo. Lo ha dichiarato lui stesso: “Confermo che sono arrivato all’ambasciata ecuadoriana e di aver chiesto protezione diplomatica e asilo politico”.

Assange è accusato di molestie e violenza sessuale: la magistratura svedese lo vorrebbe sentire. L’hacker dovrebbe essere estradato in Svezia: il suo timore è che una volta a Stoccolma, la giustizia svedese possa a sua volta estradarlo negli Stati Uniti dove sarebbe chiamato a rispondere della diffusione dei cablogrammi riservati della diplomazia americana. La decisione di chiedere asilo politico all’Ecuador è infatti arrivata a pochi giorni dal no inglese alla richiesta di ricorso presentata da Assange contro l’ordine di estradizione in Svezia.

Negli Usa, le autorità nel maggio 2011 hanno aperto una procedura per esaminare la divulgazione di documenti riservati ad opera di Wikileaks. Da qui potrebbe scaturire una vera e propria imputazione e quindi un processo. Intanto, fonti ecuadoriane hanno fatto sapere che la richiesta d’asilo di Assange viene “seguita e studiata con attenzione”.

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