Invenzioni

Inventata la bottiglia che si può mangiare

OohoUna bottiglietta rivoluzionaria, che non inquina, ecologica e per giunta si può anche mangiare.

Un materiale ecologico, rispettoso dell'ambiente, che non inquina e in più si può mangiare; è una nuova bottiglia inventata da un gruppo di scienziati, utilizzando la tecnica innovativa, già in uso da molti chef, per la preparazione dei loro piatti. Fino ad oggi, la plastica è stato il materiale più usato come recipiente per molti prodotti alimentari, in particolare per contenere i liquidi (bibite, latte, acqua ecc..); però è uno dei materiali meno biodegradabili al mondo, quindi molto inquinante per l'ambiente, ed è per questo motivo che si sta facendo il possibile per riciclarlo o addirittura eliminarlo del tutto dal mercato.

Grazie alla tecnica della sferificazione, si è riusciti a creare un contenitore gelatinoso che, al suo interno, racchiude il liquido da bere. La sferificazione è un procedimento (già in uso, da molto tempo, in ambito gastronomico) grazie al quale gli chef possono trasformare sostanze commestibili in forma più o meno solida, per dare ai loro piatti un tocco artistico di gran classe. Questa tecnica usata nella gastronomia molecolare, resa famosa dallo chef Ferran Adrià, permette di creare ravioli o cavialie, con una textura rigida all'esterno lasciando l'interno in forma liquida, dando una particolare sensazione al palato di chi degusta il piatto.

Questa trasformazione, da liquido a solido, usata anche per creare la nuova bottiglia commestibile chiamata Ooho, si ottiene miscelando un liquido con alginato e successivamente il prodotto viene immerso in un bagno calcico (acqua mescolata a calcio) e immediatamente trasferito in acqua neutra, per eliminare il calcio, e fermare il processo di sferificazione, rendendo così l'esterno del materiale più solido.

Un'esame completo con una sola goccia di sangue

Goccia di sangueAlla base di un grande successo c’è sempre una grande intuizione. La paura degli aghi unita alla determinazione a cambiare il sistema sanitario americano, creando qualcosa che facesse la differenza, sono stati gli stimoli che nel 2003 hanno spinto una giovane studentessa di Stanford, Elizabeth Holmes, ad abbandonare gli studi alla facoltà di ingegneria e a reinvesitre l’enorme capitale, che le sarebbe servito per laurearsi, per realizzare il suo sogno.

Sogno che oggi si chiama Theranos, azienda con sede a Palo Alto in California che nel corso degli anni ha ottenuto finanziamenti milionari (l’ultimo ammonta ad oltre 45 milioni di dollari arrivati grazie al private equity nel 2010) e che, assicurano gli insiders, sta per rivoluzionare l’intero sistema delle analisi di laboratorio degli Stati Uniti. La sua fondatrice, presidente e amministratore delegato, trentanni appena compiuti, lavora al suo progetto incessantemente da quando ne ha 19.

L’idea ruota attorno ad una straordinaria tecnologia che permetterà di svolgere esami del sangue più precisi, meno costosi e dolorosi e più veloci partendo dal prelievo di una singola goccia di sangue. Alla base della sua intuizione, l’idea che la flebotomia (il prelievo di sangue) fosse ancora un inibitore importante per un elevato numero di individui che, come sostengono numerosi studi, vivono il terrore dell’ago e, con angoscia, il periodo di attesa del responso delle analisi. Per questi motivi preferiscono evitare del tutto ogni tipo di controllo, con ovvie e drammatiche conseguenze.

Remote Sensing: il Cnr ha raggiunto obbiettivi da primato mondile

Remote SensingL’analisi delle pubblicazioni sul Remote Sensing nel periodo 1991-2010 vede l’Italia al settimo posto mondiale e il Cnr settimo tra le istituzioni di ricerca, primo degli europei. La misura a distanza grazie a satelliti e velivoli è uno dei settori più innovativi e ricchi di applicazioni potenziali, soprattutto nel settore ambientale

Il telerilevamento o Remote Sensing permette di ricavare informazioni sull'ambiente a distanza misurando la radiazione elettromagnetica emessa dalle superfici indagate. Un sistema innovativo, soprattutto grazie allo sviluppo di satelliti e sistemi satellitari che consentono l'osservazione della Terra dallo spazio, ma anche a immagini e dati raccolti da velivoli di vario tipo.

L’eccellenza della ricerca italiana nel settore, già ben nota tra gli addetti ai lavori, è stata ora confermata e quantificata dalla rivista ‘Scientometrics’, che nell’articolo ‘Global remote sensing trends during 1991-2010: a bibliometric analysis’ di Yanhua Zhuang e altri prende in considerazione varie banche dati - Science Citation Index, Social Sciences Citation Index e altre – in cui sono state identificate 48.754 pubblicazioni nel periodo 1991-2010, che ha conosciuto importanti sviluppi tecnologici e applicativi: integrazione di Remote Sensing e Gis, Landsat, Lidar, radar, Sar.

Nella classifica per nazioni, l’Italia si pone per lavori pubblicati al settimo posto, dopo Usa, Cina, Uk, Francia, Germania e Canada. Per quanto riguarda le strutture di ricerca, anche il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) è al settimo posto mondiale per articoli pubblicati sul Remote Sensing dopo sei istituzioni Usa – nell’ordine: Nasa, Caltech, University of Maryland, Noaa, University of Colorado - e la Chinese Academy of Sciences, seconda. Dopo il Cnr, la seconda struttura europea è il Cnrs francese, che si colloca al sedicesimo posto.

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