Teoremi

Un'idea per facilitare il trattamento del manto stradale

AsfaltoIl manto stradale è formato da Bitume e Silicati mescolati insieme dalle macchine che producono lo strato per terra.

Bisogna sapere che i silicati sono composti principalmente da quarzo, per cui se sollecitato co delle apparecchiature ad ultrasuoni, producono dal loro campo elettrico variabile nel tempo un campo magnetico spaziale, mentre per aggiungere un'altro composto utile allo scopo si potrebbe aggiungere Grafite pirolitica facilmente ottenibile dal metano.

Il traguardo ottenibile sarebbe la levitazione di vetture molto leggere formate da trasduttori ad ultra suoni e bobine con filamenti in grafene isolati come le bobine in Rame ma più leggere che formano un campo magnetico che si oppone al campo gnetico prodotto dai trasduttori nei silicati e della grafite pirolitica.

Il tutto alimentato da celle fotovoltaiche trasparenti multistrato sopra e sotto la struttura.

Vittorio Marchi: il ruolo dell’essere umano nell’universo

Il ruolo dell’essere umano nell’universoCome e quando, da studioso di fisica, sono passato dalla “scienza” alla “coscienza”?

Osservando che la materia, ovvero il fondamento della visione meccanicistica della realtà, che si credeva “solida”, densa, compatta e intangibile, perdendo la sua consistenza materiale, si trasformava sempre di più in un Pensiero.

Quando?

Considerando che noi fisici, ricercatori di un settore come quello del campo della fisica quantistica, confortati dagli studi delle neuroscienze, abbiamo scoperto al Cern di Ginevra che la “nuova sostanza primordiale”, base della formazione dell’universo, non è la “materia” (di cui si diceva sopra), bensì l’Informazione. Un Campo di Coscienza Universale, interamente intelligente.

Un “Campo Energetico Unificato”, come lo definisce oggi la fisica e che un tempo, circa 5000 anni fa, il mistico indicava con il nome di “Akasha”. Il maestro è stato un libro, a lungo cercato, e poi il suo autore, grande amico di Enrico Fermi, che ha pensato bene di passarmi il “testimone”. Il punto di riferimento è stata la “caduta del mito di Dio e della Creazione”, determinata dal punto di incontro tra il misticismo orientale e la fisica quantistica.

Finché la fisica non è scesa nei meandri del mondo subatomico, non è stato possibile comprendere le Sacre Scritture, e in particolare quelle dei testi himalayani. Quando invece è discesa nelle profondità dell’invisibile, ho scoperto che tempo e spazio perdevano di significato. La verifica mi è stata data dal fatto che il misticismo orientale ha percorso questa strada partendo dall’invisibile, mentre la scienza occidentale è partita dal grossolano del mondo materiale o visibile per incontrarsi con essa sul piano del “sottile”.

Inevitabile, certo, che i pensieri meno ordinari che esprimo nei miei libri e nelle conferenze abbiano creato problemi in ambito accademico. La psicoscienza e in particolare la psicofisica hanno scoperto una novità piuttosto dura da digerire. La fisica quantistica sta dimostrando che quel mondo naturale che si credeva così materialmente reale sta svanendo nella “irrealtà” della sua consistenza fisica. E cosa fanno i nostri più illustri leader del conservatorismo scientifico per correre ai ripari? Dicono che la materia solida è qualcosa di stabile e che le regole che si applicano al mondo subatomico non si applicano al mondo macroscopico newtoniano.

Carlo Rovelli: il tempo è un'illusione

Carlo Rovelli: il tempo è un'illusioneA livello fondamentale il tempo non c’è.

Ci sono processi elementari in cui quanti di spazio e materia interagiscono tra loro in continuazione.

L’illusione dello spazio e del tempo continui intorno a noi è la visione sfocata di questo fitto pullulare di processi.

Come possiamo accettare l’idea che il tempo non sia reale?

Quello del tempo è un problema con cui ci si è scontrati lavorando sulle equazioni fondamentali. Dobbiamo farci i conti, ma forse è più semplice di quanto sembri a prima vista. In fondo noi viviamo in un mondo in cui c’è l’alto e il basso, ma sappiamo bene che si tratta di una distinzione locale e che non vale per tutto l’universo.

Anche il tempo probabilmente è così: utile per descrivere fenomeni alla nostra scala, imprescindibile nella nostra esperienza quotidiana, ma che non vale per tutto l’universo. Abbiamo certezze al riguardo? No, ma la scienza non dà mai risposte certe, dà solo le migliori risposte del momento. Non è un male: possiamo vivere anche senza certezze assolute. Il che non vuol dire che non possiamo fidarci.

In fisica fondamentale, ovvero la fisica che si occupa della descrizione delle cose più elementari, oggi ci sono vari problemi aperti, ma ce n’è uno più bello degli altri: quello della gravità quantistica. Lungo tutto il Novecento abbiamo scoperto molte cose, sul mondo, grazie alla meccanica quantistica e alla relatività generale. Ma le immagini dell’universo fornite da queste due teorie sono difficili da mettere insieme, non si conciliano. La gravità quantistica tenta di farlo, ma per riuscirci dobbiamo cambiare l’idea che abbiamo di spazio e di tempo.

È come se, dopo un periodo in cui la scienza è andata sempre più verso una dimensione specialistica, si volesse tornare ai grandi sistemi filosofici. Nei primi anni del secolo scorso abbiamo fatto passi da gigante nella comprensione del mondo: era l’epoca di Einstein, di Bohr, di Fermi. Poi c’è stato il nazismo e molti fisici si sono spostati dall’Europa agli Stati Uniti. Lì la fisica è rinata, ma non era più la stessa: era una scienza imbevuta di pragmatismo americano, finanziata anche dall’esercito.

Pagine