Riflessioni

Rio 2016: riflessioni sull’uso degli animali nello sport

RollkurLe Olimpiadi di Rio 2016 sono ormai cominciate da un bel po’ e con loro si è riacceso anche il dibattito sull’uso degli animali nello sport.

E’ di questi giorni la notizia che sta facendo il giro del web sul gesto di un’atleta di dressage, Adeline Cornelissen, che avrebbe rinunciato a gareggiare assieme al suo cavallo Parzival, perché dopo essere stato curato per la puntura di un insetto velenoso, non si era ancora ripreso del tutto e non era tornato in forma.

Tale comportamento da parte dell’atleta ha portato con sé una miriade di commenti di apprezzamento per l’ “amore” ed il “rispetto” dimostrato (“hai già vinto la tua medaglia olimpica!”; “….lei e il suo cavallo hanno vinto la medaglia d’oro della vita…ammiro questa campionessa x la scelta che ha fatto!” ecc…)

Purtroppo non è tutto oro quello che luccica. “Adeline Cornelissen è stata infatti più volte accusata di usare la tecnica del “Rollkur” nell’addestramento del suo cavallo: il Rollkur consiste nel forzare una iperflessione del collo dell’animale attraverso l’uso di redini e imboccature estremamente coercitive. Una posizione innaturale che può causare lesioni cervicali e lesioni tendinee.

Incremento dell'antimateria e mutamento del Dna dell'uomo

Antimateria DnaGian Piero Abbate è un fisico che ha progettato un pezzetto del sincrotrone utilizzato dal suo collega Carlo Rubbia al Cern di Ginevra per gli studi sulle particelle elementari, ripagati col premio Nobel nel 1984.

È, per anzianità di servizio, il più vecchio esperto della Commissione europea incaricato di revisionare i progetti di ricerca tecnologica su energie alternative, informatica e domotica, inserito già 30 anni fa nel primo Esprit (European strategic program on research in information technology).

È un teologo, con diploma conseguito presso l’Istituto di formazione teologica e promozione umana della diocesi di Pordenone, persuaso che nel genoma un giorno si rintraccerà il collegamento fra l’uomo e il Creatore.

È uno studioso della cabala, l’antica tradizione mistico-esoterica dell’ebraismo che, partendo dalla data di nascita di un individuo, è in grado di stabilire i Nomi di Dio, cioè le manifestazioni dell’Altissimo nell’uomo.

Oggi, ci siamo imbattuti in un suo articolo, in cui analizza il collegamento tra fisica e spiritualità e dove ricerca, simbolicamente e scientificamente, una possibile integrazione fra gli eventi che stanno accadendo sul piano materiale e quelli che potrebbero verificarsi sui piani sottili.

Egli inizia facendo riferimento alle canalizzazioni di Kryon, un’entità angelica che parla attraverso Lee Carroll, esoterista, oratore e scrittore statunitense.

I bambini devono essere educati alla felicità e non alla perfezione

BimbiPrima o poi succede a tutte le madri: stavate passeggiando con vostro figlio o vostra figlia per il parco, oppure al centro commerciale e incontrate una vecchia amica, una vicina, magari con pargoli o nipotini, ed ecco, che come di consueto, scatta la fatidica gara a quale dei bimbi abbia le caratteristiche migliori.

Non deve sorprenderci che negli ultimi decenni molti genitori abbiano assunto un modello educativo basato sulla iper-genitorialità.

Si tratta di genitori che vogliono che i loro figli siano preparati al meglio per la vita, ma non nel senso più ampio del termine, bensì nel più limitato: vogliono cioè che i loro figli abbiano le conoscenze e le competenze necessarie per diventare un buon professionista, ottenere un buon lavoro e guadagnare abbastanza, nulla di più di questo.

Questi genitori hanno un solo obiettivo: vogliono che i loro figli siano perfetti.

Per raggiungere questo obiettivo non esitano a iscriverli a diverse attività extrascolastiche, spianando loro la strada oltre ogni limite e, naturalmente, spingendoli al successo ad ogni costo. E la cosa peggiore è che credono di farlo “per il loro bene”. Il problema principale di questo modello educativo, è che aggiunge inutile pressione sui bambini, finendo per togliere loro l’infanzia e creando degli adulti emotivamente disastrati.

I pericoli di spingere i bambini verso la perfezione

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