Ricerche

Il concetto di morte cerebrale secondo l’università di Harvard

Morte cerebraleIl concetto di morte cerebrale è stato creato
all’università di Harvard per giustificare
la pratica dei trapianti e diminuire i costi economici dei pazienti in coma,
alias: liberare letti d’ospedale...

Quanto sopra riportato può essere tranquillamente letto dal rapporto dei medici di Harvard cliccando qui.

MORTE CEREBRALE E TRAPIANTO DI ORGANI:
UN’AUTOREVOLE VOCE CRITICA

Una conversazione con il prof. Rocco Maruotti, chirurgo di fama internazionale

– La legge italiana n.578, del 29 dicembre 1993, nel suo articolo 1, dichiara che:

“La morte si identifica con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo.” Il parlare di “cessazione irreversibile di tutte le funzioni” di un organo tuttora esplorato e conosciuto in minima parte non significa forse parlare di qualcosa che ha a che fare – per dirla con Karl Popper – più col piano della metafisica che con quello della verificabilità (e falsificabilità) sperimentale? Non dovrebbe lo stesso criterio della cosiddetta “morte cerebrale” apparire palesemente improponibile in sede scientifica ?

Le 10 regole per conservare al meglio gli alimenti in frigo

Cibi in frigoriferoSembra la cosa più semplice del mondo, invece la corretta conservazione di alimenti in frigorifero deve rispondere a una serie di indicazioni, specie nei mesi estivi, a partire da due principi che ai più sfuggono: cambia la temperatura in base alla zona all'interno del frigo, e non tutti gli alimenti vanno conservati alla stessa temperatura.

Ecco perché il ministero della Salute italiano, nell'ambito di Expo, ha prodotto un decalogo ad hoc.

Primo punto:

verifica la temperatura all'interno del tuo frigorifero. “Mantieni la temperatura interna del frigorifero intorno ai 4-5 gradi (sulla mensola centrale) - scrive il ministero - per conservare nel modo migliore i tuoi cibi.

Colloca il frigorifero lontano da fonti di calore.

Aprilo solo al bisogno e richiudilo in tempi brevi”.

La demenza è ormai diventata una epidemia

La demenza colpisce sempre di più i quarantenniPubblichiamo un importante articolo tratto da una testata mainstream. Fatta la tara di qualche luogo comune (l’età media che si allunga, l’attività fisica come panacea…) ed assurdità (che cosa c’entra il clima con l’inquinamento?), la ricerca compiuta nel Regno Unito conferma quanto asseriamo da almeno un quinquennio.

Si sta diffondendo un’epidemia silenziosa che sta colpendo molti più pazienti oggi di quanto avveniva vent’anni fa. È la demenza, che forse smetteremo di chiamare “senile”: si riscontra un preoccupante aumento dei casi precoci, soprattutto tra i quarantenni. Se, infatti, negli anni 90' del XX secolo la diagnosi si situava intorno ai sessant’anni, oggi la diagnosi di un principio di demenza avviene molto prima.

Una ricerca condotta presso la Bournemouth University ha lanciato l’allarme sul rischio, sempre più concreto, di ammalarsi in età adulta, in una fascia anagrafica pur sempre lontana dalla senilità, tenendo conto, tra l’altro, dell’allungamento della speranza di vita (che è una fola, n.d.r.). I principali responsabili di questa insorgenza precoce sono fattori ambientali, tra cui l’inquinamento atmosferico prodotto dagli scarichi degli aerei e delle auto.

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