Coscienza

Il Priorato di Sion dalla tradizione all'età moderna di Marco Rigamonti

Il Priorato di Sion - dalla tradizione all'età moderna di Marco RigamontiIntroduzione all'opera

L'intento al quale si vuole dar seguito con questa opera, è quello di delineare, attraverso un linguaggio non ermetico, una panoramica generale nei riguardi di alcune tra le conoscenze principali delle quali il Priorato di Sion è depositario.

Si è deciso di rendere disponibile una scorsa introduttiva in merito ad alcune conoscenze cardine dell'Ordine, che possa avviare appropriatamente il lettore sulla pista di ricerca iniziatico-spirituale.

Verrà trattata in maniera particolare, la natura dell'impatto che hanno gli insegnamenti di Sion e delle sue tradizioni, sulla crescita interiore della persona che ne viene a contatto, la quale intraprende un percorso iniziatico che porta verso una sempre maggiore libertà interiore la quale nasce e acquisisce forma e dimensione da una consapevolezza, a sua volta conseguenza di un recupero di potenzialità e capacità ormai perdute dalle masse, perchè atrofizzate dalla eccessiva banalizzazione e volgarizzazione del modo di essere moderno, funzionale nello spingere l'individuo verso uno stile di vita sterilmente immolato quasi unicamente in ragione del perpetuarsi del sistema prettamente commerciale e consumistico.

Viviamo nella dittatura dei desideri indotti

DiktatorshipSe vogliamo essere tranquilli, siamo invitati a metterci tutti in divisa, ad essere senza volto. Scriveva Karl Jaspers: «È possibile spiegare tutto, senza nulla comprendere». Proprio quanto ci sta accadendo. Crediamo di sapere tutto senza comprendere nulla.

Viviamo in tempi stranissimi che, oltre ad un volgare conformismo, non ci consigliano di andare. E chiamiamo questo conformismo “buon senso”, “saper vivere” e persino lealtà alla patria, o addirittura “fede”. Così siamo giunti al punto che manifestare un desiderio di conoscere e riflettere, di pensare, oppure dichiarare di avere un punto di vista diverso da quanto ogni autorità ci propone, significa candidarsi al sospetto. Come minimo, si rischia di trovarsi ai margini del proprio gruppo. L’attuale sistema ha come presupposto che qualcuno pensi e giudichi per tutti.

E allora, l’ordine interiorizzato e che nessuno verbalizza, ma che scivola indisturbato nelle pieghe di ogni coscienza è: «Non pensate, gente, non pensate, ricordatevi di non pensare, pensare stanca, è inutile, pensa uno per tutti e vi protegge dal vostro stesso pensiero…». Così viviamo tempi di conformismo coatto. Se vogliamo essere tranquilli, siamo invitati a metterci tutti in divisa, ad essere senza volto. Scriveva Karl Jaspers: «È possibile spiegare tutto, senza nulla comprendere». Proprio quanto ci sta accadendo. Crediamo di sapere tutto senza comprendere nulla.

Il cervello delle persone creative

Il cervello delle persone creativeLe persone creative possiedono un emisfero destro del cervello particolarmente sviluppato.

Negli anni ’60, gli studi sul funzionamento del cervello del dottor Roger W. Sperry e dei suoi allievi Michael Gazzaniga, Jerre Levy, Colwin Trevarthen, Robert Nebes e altri, hanno dimostrato come creatività ed empatia siano funzioni dell’emisfero destro del cervello. Ho ipotizzato, perciò, che la personalità creativa sia una struttura di personalità caratterizzata da un emisfero destro particolarmente attivo.

Vediamo meglio come funziona il cervello e cosa significa avere un emisfero destro attivo. Il nostro cervello è formato da due emisferi, destro e sinistro, con funzioni e abilità specifiche. Entrambi gli emisferi collaborano tra loro ma funzionano in modi diversi. Approssimativamente possiamo dire che l’emisfero sinistro coglie le cose in modo analitico, lineare, logico matematico, razionale, consequenziale e oggettivo. Mentre l’emisfero destro comprende in modo intuitivo, analogico, immaginativo, relazionale, sintetico, divergente e soggettivo.

Come si può intuire da questo elenco, empatia e creatività sono funzioni che appartengono all’emisfero destro.

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