Tossicologia

Gli agrumi associati con alcuni farmaci posso rivelarsi altamente pericolosi

PompelmiSe assunti in una dieta comprendente agrumi, in particolare il pompelmo, alcuni farmaci possono rivelarsi pericolosi

Già 20 anni fa gli studiosi del Lawson health research institute di London (Canada) pubblicarono un elenco di medicinali che se assunti in una dieta comprendente agrumi, in particolare il pompelmo, potevano rivelarsi altamente pericolosi. Oggi il numero di farmaci che possono interagire in modo avverso con gli agrumi sono aumentati, se ne contano più di 80, e ogni anno la lista aumenta di 6 nuovi prodotti farmacologici.

Le reazioni comprendono insufficienza renale o respiratoria acuta, emorragie gastrointestinali, tossicità renale e soppressione del midollo osseo. Ma come succede? Il pompelmo è una sorta di volano dei medicinali, è infatti usato insieme ai farmaci a base di statine, e ne aumenta la concentrazione fino al 330%.

“I farmaci a rischio sono quelli somministrati per via orale, che vengono metabolizzati nel tratto gastrointestinale dall'enzima CYP3A4, coinvolto nel metabolismo del 50% dei farmaci più comunemente prescritti”. Ha detto David Bailey, coautore dello studio.

“L'assunzione di una dose anche minima di pompelmo può potenziare gli effetti del farmaco anche se si consuma il frutto molte ore prima di assumere il farmaco”.

In Italia la frutta e verdura sono un mix di sostanze chimiche fuorilegge

FruttaSecondo Legambiente diminuisce l'uso di sostanze chimiche ma la legge non è rispettata.

L'uso dei pesticidi sta diminuendo, ma lo 0,6% della frutta e verdura analizzata ha ancora un mix di sostanze fuorilegge. Il dato emerge dal rapporto annuale di Legambiente “Pesticidi nel piatto 2012”, secondo il quale il 64% della frutta e verdura analizzata nel 2011 non presenta residui chimici (diserbanti, insetticidi, fungicidi), ma i campioni fuorilegge sono ancora fermi allo 0,6%.

Anche le mele e le arance con multi-residuo sono in calo (dal 18,5% al al 17,1%), ma aumentano i campioni da record: fino a 9 diverse sostanze nell'uva, 8 nel vino, 6 nelle mele, 5 nelle arance.

Il quadro che emerge è quindi «abbastanza rassicurante e in linea con il trend degli ultimi anni che vede diminuire, seppur lentamente, l'uso delle molecole chimiche per la produzione agroalimentare», si legge nel rapporto.

MANCANO ANCORA REGOLE CERTE. Purtroppo però aumenta il numero delle diverse sostanze chimiche presenti contemporaneamente su uno stesso campione.

Tracce di metalli radioattivi nell’acqua imbottigliata ma non c'è motivo di preoccuparsi

Mai come in questi giorni di caldo uno dei compagni fissi delle proprie giornate è la bottiglia d’acqua, umida ancora di frigorifero. Ne verso come sempre un poco in un bicchiere, un gesto banale e meccanico.

Poso il prezioso carico di oro blu in frigo e l’occhio si posa sull’etichetta che indica i sali disciolti e rimango stupito: contiene tracce di rocce radioattive. Ovviamente sull’etichetta nessun venditore sano di mente metterebbe un’indicazione del genere, ma leggere di tracce di radon, torio ed uranio richiama alla mente qualche lezione di chimica.

A questo punto cerco qualche informazione in più direttamente dal Ministero della Salute e dal sito dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità e trovo quest’indicazione:

nell’acqua potabile: le linee guida fornite dall’Oms e dalla Commissione europea raccomandano un’intensificazione dei controlli se la concentrazione di radon nelle riserve di acqua potabile supera i 100 Bq/litro. Gli Stati Uniti hanno proposto un limite massimo di 159 Bq/litro per le riserve private d’acqua. La Commissione europea raccomanda azioni immediate oltre i 1000 Bq/litro. In Italia, il Consiglio superiore di sanità ha raccomandato che la concentrazione di radon nelle acque minerali e imbottigliate non superi i 100 Bq/litro (32 Bq/litro per le acque destinate ai bambini e ai lattanti).

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