Salute

Gli scienziati di Harvard confermano: Il latte pastorizzato è associato al cancro

Il latte pastorizzato è associato al cancroUno studio dell’Università di Harvard afferma che il latte pastorizzato prodotto a livello industriale è associato nel causare tumori ormoni-dipendenti a causa della mungitura della mucca per tutta la sua gravidanza.

Molti non ci hanno mai pensato ma la mucca produce latte solo dopo aver partorito il vitello, ovvero quel latte serve a nutrire il piccolo animale nel periodo dello svezzamento dopo il quale la mucca smette di produrre latte perché non è più necessario.

Non appena una mucca ha raggiunto la maturità sessuale, circa all’età di due anni, una mucca “da latte” viene inseminata artificialmente per la prima volta. Una mucca ha un periodo di gestazione di nove mesi. Poco dopo la nascita il vitello al solito viene separato dalla mamma ed allevato in un box. Sia la mamma che il vitello possono mostrare un comportamento turbato anche a distanza di giorni dalla separazione. A decorrere dalla nascita del primo vitello la mucca viene munta due o anche tre volte al giorno. Ma non è il vitello a ricevere il latte, bensì l’umano. Perché la mucca possa “produrre” latte deve partorire un vitello all’anno. Si punta ad avere un vitello l’anno, una lattazione di 305 giorni con una fase di “asciutta” di 60 giorni circa. Mucche “da latte” si trovano pertanto in uno stato di permanente gravidanza quasi tutta la vita.

Le miracolose proprietà dell’echinacea

Echinacea - LibroLa straordinaria pianta che cura le infezioni, le malattie respiratorie e i più comuni disturbi

Con l’echinacea puoi curare un'infezione o altri malanni e rafforzare il tuo sistema immunitario.

Infatti la natura, con la sua straordinaria prodigalità, ci aiuta a superare questi e molti altri problemi e con l’echinacea ci fa dono di un medicamento eccezionale, nelle sue varianti botaniche “Angustifolia”, “Purpurea”, “Pallida”.

Questa pianta preziosa contiene principi in grado di fornire informazioni al sistema immunitario, perché possa reagire correttamente contro molti agenti patogeni batterici e virali e riconosca, al tempo stesso, tutto ciò che non arreca danno, così da non scatenare reazioni contro agenti innocui e tessuti dell’organismo stesso.

Nota agli erboristi e agli omeopati, per le sue caratteristiche impropriamente dette “antibiotiche”, l'Echinacea risulta essere un medicamento efficace e versatile per molte malattie che hanno un’origine infettiva, allergica e autoimmune.

Gli autori illustrano le varie forme in cui può essere utilizzata: succo, infuso, tisana, compressa, tintura madre, gocce, caramelle, creme ed impacchi e spiegano come viene adoperata in omeopatia e in omotossicologia. Il lettore potrà così disporre di una terapia efficace per molte malattie, grazie a rimedi semplici, sicuri e economici.

Prevenire il colesterolo alto con i fitosteroli

Prevenire il colesterolo alto con i fitosteroliOli, frutta secca e ortaggi interferiscono a livello intestinale per tenere le arterie pulite

In questi ultimi anni sta diventando sempre più evidente che, accanto agli alimenti che possono aumentare i livelli di colesterolo nel sangue, ne esistono altri che avrebbero un ruolo protettivo.

Fra questi, i fitosteroli, sostanze di origine vegetale con struttura simile al colesterolo, di cui sono ricchi soprattutto gli oli vegetali e la frutta a guscio, seguiti dai cereali da alcuni tipi di ortaggi e frutta come cavolini di Bruxelles, broccoli, cavolfiori, olive verdi e nere, frutti della passione.

Che il contenuto in fitosteroli della dieta meriti attenzione lo conferma un recente studio condotto in Spagna su 85 adulti sani e pubblicato on line su Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Diseases.

In questa ricerca si è visto che all’aumentare dei fitosteroli introdotti con la dieta si riduceva l’assorbimento del colesterolo da parte dell’intestino e diminuiva in particolare il livello di colesterolo LDL (“cattivo”) nel sangue. «La convinzione che i fitosteroli riducano l’assorbimento del colesterolo e la colesterolemia è ampiamente condivisa dalla comunità scientifica — commenta Adriana Branchi, responsabile del Centro studio e prevenzione dell’aterosclerosi della Fondazione Policlinico di Milano.— Ma se l’apporto di fitosteroli è basso, come quello abituale della popolazione occidentale circa 200-300 mg al giorno), l’effetto è però veramente modesto.

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