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Nonostante le diffuse e innegabili prove di crimini di guerra e violazioni dei diritti umani, poco è stato fatto per ritenere Kiev responsabile
Vera Graziadei, nativa dell'Ucraina orientale, è una nota attrice britannica, meglio conosciuta per il ruolo di “Elena” in “Peep Show” su Channel 4 (UK).
Il giorno dopo aver vinto il Premio Nobel per la Pace venerdì scorso, Kailash Satyarthi, in un'intervista a RIA News, ha esortato il governo ucraino a proteggere i cittadini ucraini e soprattutto i bambini: “È responsabilità del governo ucraino salvare i propri cittadini, in particolare i bambini. La sicurezza dei bambini sarà la loro massima priorità. Mi appello al governo ucraino in modo da garantire che tali incidenti contro i bambini non si verifichino in futuro”.
Secondo il recente rapporto delle Nazioni Unite, ben 3.660 persone sono state uccise e più di 8.756 sono state ferite in Donbass da quando Kiev ha lanciato la sua operazione militare nel mese di aprile. Anche se un cessate il fuoco è stato annunciato il 5 settembre, più di 330 persone sono morte da quel momento, tra cui 20 bambini. L'UNICEF ha dichiarato che almeno 35 bambini sono stati uccisi nel conflitto ucraino e 87 sono stati feriti.
Human Rights Watch ha già invitato i sostenitori internazionali dell'Ucraina a “sollecitare il governo ucraino a rispettare rigorosamente il diritto internazionale umanitario, compresa la fine di qualsiasi utilizzo da parte dell'esercito ucraino di razzi Grad in zone popolate”.
Anche Amnesty International ha esortato il governo ucraino a “fermare gli abusi e i crimini di guerra da parte dei battaglioni di volontari che operano a fianco delle regolari forze armate ucraine”, come Aidar. Tutti questi appelli, esortazioni e inviti rischiano di restare voci che gridano nel deserto.
In primo luogo, Kiev nega ripetutamente la responsabilità per i crimini di guerra, anche quando è dimostrato da osservatori indipendenti che l'esercito ucraino ha effettuato le atrocità; per esempio, l'OSCE ha confermato che il 2 giugno l'aviazione ucraina ha bombardato un edificio pubblico a Lugansk, uccidendo 8 civili – Kiev ha sostenuto che i separatisti hanno usato male un sistema missilistico antiaereo portatile.
In secondo luogo, anche se il governo continua a dare la colpa ai 'ribelli', non sembra essere motivato quando si tratta di indagare questi crimini. Inoltre, anche le organizzazioni internazionali sembrano non essere così entusiaste di scoprire eventuali nuove atrocità. Per esempio, l'ONU ha promesso di indagare sulle denunce di fosse comuni nelle zone vicino a Donetsk, che sono state controllate dall'esercito ucraino, ma quando il rapporto è venuto fuori il problema delle fosse comuni è stato volutamente omesso.
In terzo luogo, dopo la relazione speciale della Reuters di questa settimana sui difetti trovati nell'indagine fatta dall'Ucraina del massacro di Maidan, ci sono molte ragioni per credere che, anche se Kiev ha deciso di svolgere indagini dei crimini, è improbabile che queste possano essere imparziali e giuste.
C'è stata molta pressione da parte degli attivisti di Maidan per indagare sulle uccisioni di 100 manifestanti a febbraio, per le quali i nuovi leader si sono affrettati a dare la colpa alla Berkut (le forze speciali della polizia). Hanno anche arrestato tre sospetti.
Tuttavia, la Reuters ha scoperto alcuni notevoli errori:
Tra le prove presentate contro Sadovnyk (uno dei sospetti arrestati) c'è una fotografia. I procuratori dicono che lo mostra vicino a Piazza Indipendenza a Kiev il 20 febbraio, mentre indossa una maschera e tiene un fucile con due mani, le dita ben visibile. Il problema: Sadovnyk non ha due mani. La sua mano destra, ha detto la moglie alla Reuters, è stata spazzata via da una granata in un incidente in allenamento sei anni fa.
Un altro problema enorme che Reuters ha scoperto:
I due pubblici ministeri e un ministro del governo che hanno guidato le indagini sulle sparatorie del Maidan hanno avuto tutti un ruolo nel sostenere la rivolta. Uno di questi funzionari ha detto a Reuters che gli investigatori che stanno raccogliendo gli elementi di prova sono completamente indipendenti.
Inoltre:
l'ex procuratore generale che ha curato gli arresti dei tre ufficiali della Berkut ha dichiarato in televisione che “è già stato dimostrato che sono colpevoli”. Tale dichiarazione, hanno detto gli esperti legali, potrebbe pregiudicare i casi. L'Ucraina è parte contraente della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, in cui si afferma che gli imputati di crimini sono presunti innocenti fino a prova contraria.
Inutile dire che fino a oggi nessuno è stato arrestato nella sparatoria contro i poliziotti della Berkut. Tra il 18 e 20 febbraio, 189 di loro hanno sofferto ferite da arma da fuoco e 13 sono morti.
In un tale contesto, nessuno dei 3.360 morti nell'Ucraina orientale e le loro famiglie, comprese le vittime del massacro di Odessa, può aspettarsi giustizia da parte del governo ucraino. È chiaro che senza la pressione della comunità internazionale e di altre organizzazioni, il regime di Kiev non cercherà di fermare l'esercito ucraino e altri battaglioni dal commettere crimini di guerra, né ha intenzione di indagare su di loro.
Senza dubbio, tutte le parti coinvolte farebbero maggiori sforzi per non commettere atrocità, come bersagliare le scuole, se ci fosse un serio rischio di essere incriminati per crimini di guerra da parte di un tribunale riconosciuto, ma anche la Corte penale internazionale (CPI) ha ignorato le persone che sono morte nelle sparatorie dei cecchini sul Maidan, le vittime del massacro di Odessa e altri civili morti per bombardamenti indiscriminati.
La Russia è l'unico paese che sta prendendo misure concrete per portare giustizia alle vittime dell'Ucraina orientale. Mosca ha invitato l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) ad assumersi la responsabilità delle indagini sui crimini commessi in Ucraina. La Camera civica della Federazione russa ha presentato 30 petizioni alla Corte europea dei diritti dell'uomo per crimini di guerra in Ucraina e ne presenterà diverse altre centinaia entro la fine dell'anno. Dieci petizioni sono state già rifiutate.
Infine, come avvocato per i diritti umani, il dott. Jonathan Levy, avvocato e membro della International Criminal Bar, ha scritto nella sua analisi giuridica indipendente: la Novorossija 'deve portare alla giustizia i criminali di guerra di Kiev'. Secondo lui, che ci piaccia o no, 'ai sensi del diritto internazionale, la Novorossija ha lo stesso status di qualsiasi altro membro delle nazioni della comunità – è una nazione indipendente e sovrana'.
Il dott. Levy propone che la Novorossija formi un proprio tribunale internazionale e gli dia l'indipendenza di agire in sostituzione delle Nazioni Unite, della Corte penale internazionale e del Consiglio d'Europa, dando la possibilità ad avvocati e giuristi provenienti da tutto il mondo, che cercano di promuovere la causa della giustizia, di partecipare usando Internet e altre tecnologie. Egli sostiene, che “sono la partecipazione e il sostegno internazionale che daranno la sostanza al tribunale proposto”.
Se questo accadrà, sarà un notevole passo verso la creazione di una vera e propria società civile internazionale con un proprio sistema di giustizia, alimentato dalla tecnologia moderna (maggiori dettagli qui), che sarebbe indipendente dai leader internazionali e delle loro organizzazioni di lacchè, che finora hanno mostrato pochi segni di preoccupazione per portare alla giustizia le vittime civili dell'Ucraina orientale.
Autrice: Vera Graziadei / Articolo originale: russia-insider.com / Fonte: ortodossiatorino.net