Golfo del Messico: nuovo allarme. Cedono i bulloni delle piattaforme

Deepwater Horizon in fiammeI fissaggi al fondo del mare sono difettosi. Un problema che riguarda quasi tutti i pozzi sono nel Golfo del Messico, ma 23 sono anche in California e uno in Alaska.

È ALLARME per il Golfo del Messico a sei anni dalla "marea nera" che mise ko gli ecosistemi di Mississippi e Louisiana costringendo alle corde e a maxi-risarcimenti il colosso del petrolio BP.

Secondo gli esperti del Ministero degli Interni statunitense, il cui mandato è la protezione delle risorse naturali e ambientali del Paese, i grandi bulloni che ancorano le piattaforme petrolifere ai fondali stanno gradatamente cedendo.

Migliaia di pozzi sono interessati al fenomeno, quasi tutti nel Golfo del Messico, ma anche al largo della California e in Alaska. Il problema, di cui dà notizia il Wall Street Journal - ha provocato finora costosi “shutdowns”, ma il vero timore è di un nuovo disastro ambientale che potrebbe fare il paio con quello del 2010 quando un'esplosione sulla piattaforma Deepwater Horizon provocò il più grande fuoriuscita di greggio nella storia degli Stati Uniti.

Progetto teorico di un motore a vapore

Progetto teorico di un motore a vaporeMotore-generatore. Si tratta di un motore che nella parte rotorica avviene una combustione di Ossigeno e Idrogeno, derivata dall'elettrolisi dell'Acqua, l'espansione del gas combusto avviene tra gli incavi C dove il gas in espansione è trattenuto nei margini da determinate zone a tenuta.

Nella combustione il gas che si espande genera un momento torcente dovuto alla geometria quasi elicoidale.

Il generatore sarebbe una vera e propria pila Volta rotante B-A-E solidale con il rotore e dove B è ciò che emerge di un disco di Zinco, A è un disco di Rame, utili a produrre energia elettrica, E sarebbe un doppio condotto che funge da elettrodo di Nickel utile per lo svolgimento dell'elettrolisi, dove lo si trova ancorato ai dischi B, il tutto separato dai feltri imbevuti e rigenerati da Acido Carbonico per ottenere un pH adeguato, anche all’interno dell’Acqua per l’elettrolisi.

In Cina scarseggiano le api. Impollinatori umani al lavoro

ApiPreoccupano gli scienziati le immagini che mostrano gli impollinatori al lavoro sugli alberi da frutto nella contea di Hanyuan, della provincia di Sichuan

Nella contea cinese di Hanyuan, situata all’interno della provincia cinese di Sichuan, non ci sono più api. Quando arriva la stagione della fioritura, gli impollinatori salgono sugli alberi e fanno manualmente il lavoro che in natura viene svolto dalle api operose che ci regalano il miele.

La sparizione delle api non è casuale, ma dovuta a responsabilità umane: per anni nella contea di Hanyuan sono stati utilizzati pesticidi che hanno fatto scomparire le api impollinatrici. E così, ogni primavera, alla fioritura dei peri, i contadini si arrampicano sui rami e iniziano a impollinare i fiori a mano.

Le fotografie della gallery di apertura possono sembrare surreali, ma è quanto accade ormai da anni nella contea di Hanyuan che continua a descriversi come la “capitale mondiale del pero”. La redditività a lungo termine dell’impollinazione a mano è messa in discussione dall’aumento dei costi del lavoro e dal calo dei rendimenti della frutta.

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