Il colore della confezione condiziona la scelta del cibo che mangiamo

Confezioni colorateChe il colore del cibo sa importante è ormai risaputo: a ogni colore corrisponde una proprietà benefica; adesso, inoltre, secondo uno studio condotto nel Regno Unito, anche il colore della confezione nella quale vengono serviti o venduti i cibi influirebbe sulla percezione che abbiamo di un certo elemento.

Lo studio in questione è stato condotto dall’Università di Oxford e pubblicato dalla rivista “Flavour”, e mostra come la nostra percezione del cibo non riguardi soltanto il gusto, come spiegano gli stessi ricercatori:

Il modo in cui percepiamo il cibo e un’esperienza multi-sensoriale che coinvolge non solo il gusto e la consistenza del cibo, ma anche il profumo e la vista. Perciò, anche prima che il cibo arrivi nella nostra bocca, il cervello si e già formato un suo parere.

Ai partecipanti allo studio è stato chiesto di valutare la qualità generale del cibo attraverso diversi esperimenti, ad esempio cercando di capire se l’opinione su quel cibo cambiava se veniva usato un cucchiaio di plastica anziché uno di metallo o di colore diverso. L’esperimento principale è stato condotto facendo mangiare ai volontari dello yogurt greco con posate diverse. Secondo i volontari che hanno partecipato all’indagine, lo yogurt risultava essere più buono e dolce se mangiato con dei cucchiaini di plastica leggeri, mentre pareva più amaro se consumato con un cucchiaio di metallo.

Allo stesso modo, secondo i risultati di questa ricerca, cambierebbe la percezione del sapore del cibo a seconda del colore delle posate e dei contenitori nei quali è servito. L’esperimento che ha dimostrato senza ombra di dubbio questa particolarità è quello condotto sulla cioccolata calda.

Anche la stella di David vede un suo rapporto aureo

Stella di DavidDopo i miei articoli introspettivi sulle magnifiche piramidi, gettati graficamente con grande passione, poteva mancare il simbolo che mi appresto a descrivere della storica Stella di David?

Spero che siate d’accordo con me dati i tempi moderni che bene o male pongono sotto un’altra ottica simboli, frasi, numeri, e quant’altro si possa immaginare.

Ebbene, come dicevo ho pensato, sperando di non stuzzicare minimamente la suscettibilità di alcuno, di vedere se nel comune senso discernente, si potesse osare ad incrementare non solo in quantità e se me lo permettete in qualità di contenuti, pensare al diversificare le note contenutistiche del simbolo per eccellenza del pianeta Israele, popolazione e non solo terra, della dinastia di Re David.

Ci sono tre figure che vi propongo:

L'ex militare Richard French racconta la sua esperienza con esseri di altri mondi

Richard FrenchRichard French è un ex tenente colonnello dell'Air Force statunitense che negli anni '50 del secolo scorso era uno dei responsabili del progetto Blue Book: il suo compito era quello di scovare e derubricare i falsi rapporti ufo.

Data la sua mansione, l'ex militare mai avrebbe immaginato che un giorno sarebbe finito nel faldone dei casi ufo come testimone dell'attività extraveicolare di due alieni impegnati nella riparazione del loro disco volante.

L'83enne ufficiale in pensione ha raccontato della sua esperienza nel recente congresso 'Citizen Hearing On Disclosure' tenutosi a Washington DC organizzato dalle maggiori associazioni ufologiche per spingere i governi mondiali a rivelare finalmente la verità sull'attività aliena sul nostro pianeta.

L'ex colonnello ha raccontato quello che è conosciuto come 'Incidente di Terranova', un avvistamento avvenuto nei primi anni del 1950, quando due ufo furono visti da molte persone al largo della costa di Saint Jonh. I superiori di French gli ordinarono di occuparsi del caso.

“Mi dissero che avevano un rapporto ufo e volevano che indagassi”, racconta French all'Huffington Post. “Mi dissero che uno l'ufo era stato visto sotto la superficie del mare. Quando arrivammo sul posto c'erano numerose persone sulla banchina che guardavano con stupore la superficie del mare, tra cui diversi poliziotti del posto”.

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