Sport

La sedentarietà e lo stare troppo seduti portano alla disabilità

SedentarietàI ricercatori mettono sull’avviso dalla sedentarietà e lo stare troppo seduti: a qualsiasi età è un serio rischio per la salute e, in particolare quando anziani, si rischia la disabilità. Lo studio

La sedentarietà fa male, molto male. E a quanto sembra non importa quanto esercizio fisico moderato si compie perché ogni ora in più che si sta seduti raddoppia il rischio di disabilità.

Il monito arriva da un nuovo studio pubblicato sul Journal of Physical Activity and Health e condotto dai ricercatori della Northwestern Medicine, i quali hanno scoperto che a parità di età, la persona che sta seduta un’ora in più dell’altra ha il 50% in più di probabilità di diventare disabile.

L’osservazione è stata fatta analizzando gli effetti della sedentarietà su oltre 2.200 persone dai 60 anni in su. Tutti i partecipanti sono stati dotati di sensori di movimento che dovevano indossare durante le loro ore di veglia e per almeno quattro giorni a settimana. I partecipanti sono poi stati seguiti per tre anni.

I sensori misuravano sia l’attività fisica leggera che moderata, come per esempio fare shopping, camminare a passo svelto o la corsa. Allo stesso tempo, i sensori misuravano anche i periodi di inattività.

I risultati finali hanno mostrato che coloro erano rimasti attivi presentavano nel complesso migliori condizioni di salute, rispetto a quelli che non erano attivi. In più, coloro che stavano seduti tra le nove o più ore al giorno mostravano un calo misurabile nelle capacità fisiche.

L’esercizio fisico blocca il processo di invecchiamento cerebrale

Sport - cervelloLa scoperta firmata Ibcn-Cnr e pubblicata su Stem Cells smonta un dogma della neurobiologia, dimostrando per prima volta che la perdita di cellule staminali neuronali durante l’età adulta è un processo reversibile. Lo studio apre nuove prospettive nell’ambito della medicina rigenerativa del sistema nervoso centrale

Che l’esercizio fisico giovi non solo al corpo ma anche al cervello, grazie alla produzione di nuovi neuroni, è cosa nota. I ricercatori dell’Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr) di Roma hanno però dimostrato per la prima volta che la corsa è in grado perfino di bloccare il processo di invecchiamento cerebrale e di stimolare la produzione di nuove cellule staminali, che migliorano le capacità mnemoniche. Lo studio è pubblicato sulla rivista Stem Cells.

“Questa ricerca ha scardinato un dogma della neurobiologia: finora si pensava che il declino della neurogenesi nell’età adulta fosse irreversibile”, spiega Stefano Farioli-Vecchioli dell’Ibcn-Cnr, coordinatore dello studio.

“Con il nostro esperimento, lavorando su un modello murino con deficit neuronali e comportamentali, causati dalla mancanza di un freno proliferativo delle cellule staminali (il gene Btg1), abbiamo invece constatato che nel cervello adulto un esercizio fisico aerobico come la corsa blocca il processo di invecchiamento e stimola una massiccia produzione di nuove cellule staminali nervose nell’ippocampo, aumentando le prestazioni mnemoniche. In sostanza la neurogenesi deficitaria riparte quando, in assenza di questo gene, si compie un’attività fisica che non solo inverte totalmente il processo di perdita di staminali ma scatena un'iper-proliferazione cellulare con un effetto duraturo”.

Si può fare sport già a partire dalla primissima infanzia

Bimbo che fa sportNon c’è mai stata tanta offerta di sport per i bambini. Eppure mai come oggi ne fanno così poco. Una recente ricerca ha dimostrato che solo il 20 per cento tra i ragazzi e le ragazze tra gli 11 e i 15 anni svolge uno sport in modo regolare. Mentre l’obesità è sempre più diffusa: colpisce dal 5 al 6 per cento dei ragazzi e dal 6 al 7 per cento delle ragazze.

Cominciare presto
Sull’opportunità di cominciare presto a muovere i muscoli non ci sono dubbi. Tanto prima il bambino viene avvicinato, sia pure gradualmente, allo sforzo muscolare, tanto più aumenterà la sua abitudine alla fatica fisica e psicologica. Il piacere per un certo tipo di stanchezza muscolare, la sensazione di padroneggiare il proprio corpo si imparano proprio da piccoli.

Quale sport?
Innanzitutto non solo uno sport, ma più sport e un bimbo di cinque, sei, otto anni dovrebbe praticarne il più possibile. Portare un bambino solo in piscina, oppure solo nel campo di atletica è un errore. È noioso perfezionare fino all’esasperazione lo stesso movimento.

Una vasta scelta

Si può scegliere a seconda dell’età del bambino. Ci sono sport che per essere praticati bene richiedono un’età più matura: la vela, la canoa, il windsurf, la mountain-bike sui sentieri di montagna, il tiro con l’arco o l’atletica leggera presuppongono una coscienza di sé e dei propri limiti, oppure una coordinazione muscolare tali da essere meglio affrontabili alle soglie dell’adolescenza.

Pagine