Ricerche

Un'esame completo con una sola goccia di sangue

Goccia di sangueAlla base di un grande successo c’è sempre una grande intuizione. La paura degli aghi unita alla determinazione a cambiare il sistema sanitario americano, creando qualcosa che facesse la differenza, sono stati gli stimoli che nel 2003 hanno spinto una giovane studentessa di Stanford, Elizabeth Holmes, ad abbandonare gli studi alla facoltà di ingegneria e a reinvesitre l’enorme capitale, che le sarebbe servito per laurearsi, per realizzare il suo sogno.

Sogno che oggi si chiama Theranos, azienda con sede a Palo Alto in California che nel corso degli anni ha ottenuto finanziamenti milionari (l’ultimo ammonta ad oltre 45 milioni di dollari arrivati grazie al private equity nel 2010) e che, assicurano gli insiders, sta per rivoluzionare l’intero sistema delle analisi di laboratorio degli Stati Uniti. La sua fondatrice, presidente e amministratore delegato, trentanni appena compiuti, lavora al suo progetto incessantemente da quando ne ha 19.

L’idea ruota attorno ad una straordinaria tecnologia che permetterà di svolgere esami del sangue più precisi, meno costosi e dolorosi e più veloci partendo dal prelievo di una singola goccia di sangue. Alla base della sua intuizione, l’idea che la flebotomia (il prelievo di sangue) fosse ancora un inibitore importante per un elevato numero di individui che, come sostengono numerosi studi, vivono il terrore dell’ago e, con angoscia, il periodo di attesa del responso delle analisi. Per questi motivi preferiscono evitare del tutto ogni tipo di controllo, con ovvie e drammatiche conseguenze.

Remote Sensing: il Cnr ha raggiunto obbiettivi da primato mondile

Remote SensingL’analisi delle pubblicazioni sul Remote Sensing nel periodo 1991-2010 vede l’Italia al settimo posto mondiale e il Cnr settimo tra le istituzioni di ricerca, primo degli europei. La misura a distanza grazie a satelliti e velivoli è uno dei settori più innovativi e ricchi di applicazioni potenziali, soprattutto nel settore ambientale

Il telerilevamento o Remote Sensing permette di ricavare informazioni sull'ambiente a distanza misurando la radiazione elettromagnetica emessa dalle superfici indagate. Un sistema innovativo, soprattutto grazie allo sviluppo di satelliti e sistemi satellitari che consentono l'osservazione della Terra dallo spazio, ma anche a immagini e dati raccolti da velivoli di vario tipo.

L’eccellenza della ricerca italiana nel settore, già ben nota tra gli addetti ai lavori, è stata ora confermata e quantificata dalla rivista ‘Scientometrics’, che nell’articolo ‘Global remote sensing trends during 1991-2010: a bibliometric analysis’ di Yanhua Zhuang e altri prende in considerazione varie banche dati - Science Citation Index, Social Sciences Citation Index e altre – in cui sono state identificate 48.754 pubblicazioni nel periodo 1991-2010, che ha conosciuto importanti sviluppi tecnologici e applicativi: integrazione di Remote Sensing e Gis, Landsat, Lidar, radar, Sar.

Nella classifica per nazioni, l’Italia si pone per lavori pubblicati al settimo posto, dopo Usa, Cina, Uk, Francia, Germania e Canada. Per quanto riguarda le strutture di ricerca, anche il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) è al settimo posto mondiale per articoli pubblicati sul Remote Sensing dopo sei istituzioni Usa – nell’ordine: Nasa, Caltech, University of Maryland, Noaa, University of Colorado - e la Chinese Academy of Sciences, seconda. Dopo il Cnr, la seconda struttura europea è il Cnrs francese, che si colloca al sedicesimo posto.

Creati nanomotori molecolari all'interno di cellule umane viventi

NanomotorsPer la prima volta gli scienziati sono riusciti a piazzare piccoli motori all'interno di cellule umane viventi e a guidarli tramite il magnetismo.

Lo studio della Penn State University rappresenta un altro passo avanti verso le macchine molecolari che potrebbero essere usate per, ad esempio, rilasciare farmaci in specifici luoghi del corpo.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista 'Angewandte Chemie International Edition'.

“I nanomotori si muovono, tramite impulsi ultrasonici, all'interno delle cellule e queste mostrano risposte meccaniche interne che nessuno aveva mai visto prima”, ha spiegato Tom Mallouk, fra gli autori della ricerca.

Finora i nanomotori erano stati solo studiati in vitro, ossia in apparati di laboratorio, e mai in cellule umane viventi.

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