Ricerche

Per orientarsi pure i ciechi hanno un sonar biologico chiamato ecolocazione

CiecoL’ecolocazione è un sistema per vedere attraverso i suoni (lo stesso di Daredevil). I non vedenti riescono a individuare la presenza di un oggetto che si trova davanti o lateralmente quasi nella totalità dei casi tramite questo meccanismo biologico.

Anche i ciechi sono abilissimi nel rilevare la presenza di oggetti presenti nello spazio circostante.

Come? Attraverso un sistema del tutto naturale, un sonar biologico, chiamato ecolocazione (sì, quasi il superpotere di Daredevil dei fumetti e delle serie tv della Marvel Comics). Questo sistema si basa sull’emissione di piccoli suoni vocali, che rimbalzano, tramite echi, quando sono presenti ostacoli, come oggetti o altri animali, la cui presenza e la distanza vengono prontamente identificate. Già si sapeva che questa particolare abilità accomuna l’essere umano con il pipistrello.

Ed oggi, uno studio inglese della Durham University(1) (2) conferma questo dato e dimostra che le persone non vedenti sono particolarmente capaci nell’ecolocazione. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Proceedings of the Royal Society B. Ecco cosa hanno visto i ricercatori.

In pratica, i pipistrelli e gli esseri umani (ma probabilmente anche altri animali) emettono dei piccoli suoni, che rimbalzano dagli oggetti circostanti tramite echi, permettendo così di delineare una mappa mentale dell’ambiente esterno.

DNA alterato dall'inquinamento ambientale

Inquinamento, DNAHa ragione chi afferma che la maggior parte delle affezioni oggigiorno è di origine ambientale: l'inquinamento, con le sue innumerevoli fonti (in primis il nanoparticolato diffuso con le deleterie attività chimico-biologiche in atmosfera), è, infatti, la causa di molte patologie, mentre il continuo evocare una presunta eziologia genetica, come nel caso dell'autismo, è la classica foglia di fico per nascondere un'atroce realtà.

Lo conferma, se mai se ne avvertisse il bisogno, un recente studio condotto in Canada.

Gli inquinanti presenti nell'ambiente possono 'prendere il controllo' del DNA, accendendo in questo modo alcuni geni piuttosto che altri ed aprendo la strada a malattie cardiache e respiratorie.

Lo indica la prima indagine basata sull'analisi del DNA di oltre mille individui.

Pubblicata sulla rivista “Nature Communications”,(1) (2) la ricerca è stata condotta in Canada, dal gruppo dell'Ontario Institute for Cancer Research(3) guidato da Philip Awadalla.(4)

Studio rivela che le biomasse contribuiscono ad aumentare l’effetto serra

LegnaLa combustione di legno nelle centrali elettriche rappresenta una significativa minaccia alla riduzione delle emissioni di gas serra.

È quanto emerge da un recente studio scientifico, pubblicato su Environmental Research Letters,(1) (2) secondo cui anche nello scenario più ottimista, in cui solo gli scarti legnosi vengono bruciati come combustibile - cosa che attualmente non accade - le biomasse contribuiscono invece ad aumentare l’effetto serra.

Lo studio “Not Neutral Carbon: Valutazione dell'impatto netto delle emissioni di residui bruciati per la bioenergia”,(3) firmato da Mary S. Booth, valuta le emissioni nette di CO2 dalla combustione delle cime degli alberi e dei rami abbandonati durante le operazioni forestali. La combustione di questi “residui” è considerata neutrale, in quanto questi materiali si decomporrebbero comunque, se lasciati in foresta. Ebbene, lo studio di Mary S. Booth sfata questa leggenda, dimostrando che anche quando le centrali elettriche bruciano autentici residui di legno ed escludono alberi interi tagliati appositamente per fabbricare pellet, le emissioni nette sono ancora significative.

Lo studio si concentra sullo scenario più ottimista, ma in realtà interi alberi - e intere foreste - sono abbattuti per la produzione dei pellet, arrivando a sradicare perfino i ceppi degli alberi abbattuti (con evidenti danni alla tenuta del suolo).

Lo studio esamina gli impatti netti delle emissioni di CO2 dalle biomasse bruciate nelle centrali elettriche statunitensi e i pellet a base di legno che vengono bruciati per sostituire il carbone nella gigantesca centrale elettrica Drax del Regno Unito e in altre centrali elettriche europee. Assieme, queste strutture consumano decine di milioni di tonnellate di legname all'anno.

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