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La bioingegneria per mutare geneticamente l'uomo con lo scopo di mitigare il riscaldamento
S. Matthew Liao, docente di bioetica e filosofia alla New York University, ha sollevato un polverone in un intervista rilasciata a The Atlantic, a commento di un suo articolo, Human Engineering and Climate Change, in pubblicazione sulla rivista Ethics, Policy & Environment.
Liao ipotizza infatti l’utilizzo della bioingegneria per modificare il comportamento degli uomini e diminuire l’impronta ecologica dell’umanità, cambiando radicalmente l’approccio alle tematiche ambientali e non solo. Si parla ad esempio di modificare la reazione degli uomini alla carne, in modo da scatenare reazioni avverse nell’organismo e scoraggiarne il consumo.
Si ipotizza inoltre di rendere l’uomo più piccolo per diminuirne l’impatto ambientale, di abbassare i tassi di natalità attraverso lo sviluppo di una maggiore consapevolezza (per allontanare scenari alla Idiocracy). E ancora di utilizzare la bioingegneria per potenziare la vista e rendere possibile lavorare al buio, diminuendo le emissioni dell’illuminazione.
Attraverso i farmaci, inoltre, si potrebbe instillare negli uomini l’altruismo e l’empatia, per renderli più solidali e meno egoisti oltre che più sensibili verso temi globali come il risparmio idrico, la fame nel mondo e così via discorrendo.