Scienza

Le api e i fiori interagiscono tra loro tramite segnali elettrici

ApeI fiori hanno metodi di comunicazione che sono almeno altrettanto sofisticati come quelli ideati da una qualsiasi agenzia pubblicitaria, secondo un nuovo studio, pubblicato su Science Express da ricercatori dell’Università di Bristol.

La ricerca mostra per la prima volta che impollinatori come bombi sono in grado di trovare e distinguere i segnali elettrici trasmessi dai fiori. Tuttavia, ogni annuncio per avere successo, deve raggiungere, ed essere percepito dal suo target di riferimento. I fiori spesso producono colori vivaci, e modelli e fragranze seducente per attirare i loro impollinatori.

I ricercatori della Scuola di Bristol di Scienze Biologiche, guidato dal professor Daniel Robert, ha scoperto che i fiori hanno il loro equivalente di un’insegna al neon, modelli di segnali elettrici in grado di comunicare informazioni all’insetto impollinatore. Questi segnali elettrici sono in grado di lavorare insieme con altri segnali interessanti del fiore per migliorare il potere o la pubblicità floreale.

Le piante sono di solito hanno cariche elettriche negative ed emettono deboli campi elettrici. Da parte loro, le api acquisire una carica elettrica positiva, fino a 200 Volt, mentre volano attraverso l’aria. Nessuna scintilla è prodotta da un’ape carica quando si avvicina su fiore, ma certamente una piccola forza elettrica si accumula trasmettendo potenzialmente informazioni.

Posizionando elettrodi negli steli delle Petunie, i ricercatori hanno dimostrato che, quando atterra un ape, potenziali cambiamenti avvengono nel fiore e rimane così per diversi minuti.

Il concetto di tempo in fisica

Il tempoTutte le nostre esperienze si collocano nello spazio e nel tempo. Infatti Kant arriva a postulare che lo spazio ed il tempo siano categorie della mente definite a priori e non derivate dall'esperienza.

La nostra percezione dei fenomeni naturali sarebbe soggetta allo spazio ed al tempo in quanto modalità di funzionamento del cervello e non in relazione ad una evoluzione concettuale delle esperienze.

Il carattere assoluto di queste categorie ne deriva di conseguenza. Una prima difficoltà consiste nel concetto di tempo che scorre per sempre all'infinito, già S. Agostino notava il paradosso che esiste tra l'istante presente infinitesimo e un tempo che non ha fine. S. Agostino, seguendo il filo di una tale argomentazione, arrivava a sostenere che la realtà è fuori dal tempo, il tempo non esiste è solo una nostra percezione. Il tempo sarebbe una proprietà dell'universo e prima dell'inizio dell'universo il tempo non esisteva.

Il nostro modo di costruire concetti si basa su azioni che possiamo effettuare e sulle possibilità percettive tipiche della nostra struttura. L'evoluzione dei nostri concetti e l'astrazione dai dati sensibili avviene ancor prima della formulazione linguistica degli stessi. La nostra struttura biologica è determinante per la formazione di concetti complessi e relative costanti conservative. La speculazione razionale procede faticosamente da questi vincoli strutturali per costruire teorie astratte.

1. Equazioni della meccanica Newtoniana. I fisici molto più pragmaticamente hanno introdotto il tempo nelle loro equazioni sulla base di alcune considerazioni pratiche.

Nel Wattenmeer a partire da una decina di anni fa è emerso dal mare un nuovo isolotto

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Fazzoletto di sabbia con una superficie di 14 ettari subito colonizzato dagli uccelli e 50 specie di piante

Una magia della natura associata a condizioni meteorologiche favorevoli ed ecco comparire nel Wattenmeer (un mare interno simile a una laguna che fa parte del mare del Nord e si estende dalle coste nord-olandesi alla Danimarca) un'isola nuova di zecca.

Così è nata Norderoogsand, fazzoletto di sabbia con una superficie di 14 ettari, emersa improvvisamente dal blu a partire da una decina di anni fa.

La formazione dell'isolotto sarebbe dovuta pertanto a condizioni particolari poiché, come ha sottolineato Detlef Hansen, direttore del vicino Parco nazionale del Wattenmeer (che fa parte del patrimonio mondiale dell'Unesco): «Non è raro che a causa dell'azione delle correnti e dei venti si formino improvvisamente banchi di sabbia che raggiungono la superficie, ma di solito vengono distrutti dalle violente tempeste invernali».

La sopravvivenza di Norderoogsand è dipesa pertanto sia dall'assenza nella zona di gravi fenomeni meteorologici marini nell'ultima decade che dalla sua collocazione geografica. L'isola è infatti situata a ridosso di altre isole che le offrono riparo dalla violenza del mare del Nord.

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